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I Buena Vista sono Cuba non il successo di un film
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I Buena Vista sono Cuba non il successo di un film
La cantante Omara Portuondo, Eliades Ochoa, Barbarito Torres e compagni del Social Club: "Wenders non ci ha cambiati, siamo rimasti fedeli a noi stessi"
I Buena Vista stasera sono a Grugliasco, domani a Gardone Riviera,
giovedì a Sulmona e il 31 al Parco della Musica a Roma
Viene voglia di cantare solo guardando Omara Portuondo, classe 1930, protagonista indiscussa di «son e habanera», cantante cubana raffinatissima diventata famosa in terza età, come del resto tutto il gruppo di ragazzi irresistibili immortalati nel film-documentario di Wim Wenders Buena Vista Social Club . Cuba e la musica che dalla strada si sposta in un club, inteso come centro sociale di ritrovo; si suona, si fa ginnastica si gioca a carte. Ry Cooder, musicista, li scopre, se ne innamora, incide con loro un disco entrato nella leggenda come il mitico concerto alla Carnegie Hall di New York, entusiasmo contagioso al punto da investire persino Wim Wenders che li consegnerà alla storia grazie al documentario che incasserà più di 23 milioni di dollari.
Mitologia che li accompagna in tour, anche oggi che sono decimati, anche oggi che i figli e i nipoti hanno preso il posto dei padri e dei nonni. La filosofia che li guida è la stessa, radici e tradizione, tradizione e radici, tanto al pubblico quello piace. Eccola Omara Portuondo, a Torino (Gru Village, Grugliasco, via Crea 10, tel: 011/770.96.57) per una tappa dei Buena Vista, con lei, della vecchia guardia, c’è Eliades Ochoa con uno Stetson da cowboy in testa, chitarrista di classe e Barbarito Torres, virtuoso del laud. Ma dopo tanti anni che suonate sempre le stesse canzoni, Viente Anos oChan Chan non vi siete stancati? «Abbiamo provato a inserirne di nuove e lo tentiamo ancora ma dolcemente, altrimenti il pubblico crede sia un’altra formazione e non i Buena Vista. E non gradisce. Provi a pensare di salire su un palco e tutti si aspettano di sentire “Volare, oh oh”, e al suo posto tu canti altro. La gente non vuole. Noi diamo i classici della nostra tradizione conosciuti in ogni angolo del mondo, proprio come “Volare oh oh”».
In tutto il mondo dopo il film di Wenders che li ha portati dove mai si sarebbero immaginati cambiando la loro vita: «Tutti pensano che la pellicola sia stata l’inizio di tutto ma non è così. Noi cantiamo fin da bambini e siamo sempre rimasti uguali a noi stessi, la nostra forza non è cambiata, la voglia di comunicare agli altri musicisti il nostro entusiasmo, la grande amicizia che ci lega, l’amore per la nostra terra; questo è il successo del progetto. Cuba è una potenza musicale, lo è sempre stata. Il governo ci aveva raggruppato per poter portare il nostro ritmo dentro e fuori i confini nazionali perché la nostra tradizione vince sempre. Puoi cambiare il cappello ma la struttura del corpo resta sempre la stessa. E nessuno si è inventato niente. Anche Ry Cooder, trovò a Cuba un disco con dentro la canzone Buena Vista , la portò al successo senza neanche sapere dell’esistenza del Club. Per dire che la canzone già c’era». Da quanto dice immagino che Ry Cooder e Wim Wenders siano spariti dalla vostra vita: «Ry Cooder ogni tanto si fa sentire, sporadicamente. Wenders no».
I Social Club come un’eredità familiare. Impongono ritmo, precisione e cultura. La loro cultura, ovviamente. Omara, Barbarito, Eliades, si tengono stretti la loro storia, non vogliono che sembri mediata da stranieri. Soprattutto oggi che Cuba è cambiata, tanto. L’Avana anche. Voi come la vedete? «L’avana è l’Avana, chi non la conosce non la ama. Bellissima e piena di luce. La gente lì ci ama e noi ci torniamo con gioia alla fine di ogni tour. Il popolo ci fermano per strada, il loro affetto ci accompagna sempre. Le atmosfere non cambiano, come da voi; il cibo, la pastasciutta. Da noi è la musica».
Omara, che cosa le manca? «Per tutta la vita avrei voluto duettare con Mina. Una volta lei incise una canzone cubana anni Quaranta. Io invece avrei voluto cantare con lei “Grande grande”, ha presente? “Grande grande come te sei grande solamente tu”. E la canta così, seduta sul divano, con la sua voce inconfondibile. Grande grande come Omara ed è ancora più bella.
http://www3.lastampa.it/musica/sezioni/news/articolo/lstp/463431/
I Buena Vista stasera sono a Grugliasco, domani a Gardone Riviera,
giovedì a Sulmona e il 31 al Parco della Musica a Roma
Viene voglia di cantare solo guardando Omara Portuondo, classe 1930, protagonista indiscussa di «son e habanera», cantante cubana raffinatissima diventata famosa in terza età, come del resto tutto il gruppo di ragazzi irresistibili immortalati nel film-documentario di Wim Wenders Buena Vista Social Club . Cuba e la musica che dalla strada si sposta in un club, inteso come centro sociale di ritrovo; si suona, si fa ginnastica si gioca a carte. Ry Cooder, musicista, li scopre, se ne innamora, incide con loro un disco entrato nella leggenda come il mitico concerto alla Carnegie Hall di New York, entusiasmo contagioso al punto da investire persino Wim Wenders che li consegnerà alla storia grazie al documentario che incasserà più di 23 milioni di dollari.
Mitologia che li accompagna in tour, anche oggi che sono decimati, anche oggi che i figli e i nipoti hanno preso il posto dei padri e dei nonni. La filosofia che li guida è la stessa, radici e tradizione, tradizione e radici, tanto al pubblico quello piace. Eccola Omara Portuondo, a Torino (Gru Village, Grugliasco, via Crea 10, tel: 011/770.96.57) per una tappa dei Buena Vista, con lei, della vecchia guardia, c’è Eliades Ochoa con uno Stetson da cowboy in testa, chitarrista di classe e Barbarito Torres, virtuoso del laud. Ma dopo tanti anni che suonate sempre le stesse canzoni, Viente Anos oChan Chan non vi siete stancati? «Abbiamo provato a inserirne di nuove e lo tentiamo ancora ma dolcemente, altrimenti il pubblico crede sia un’altra formazione e non i Buena Vista. E non gradisce. Provi a pensare di salire su un palco e tutti si aspettano di sentire “Volare, oh oh”, e al suo posto tu canti altro. La gente non vuole. Noi diamo i classici della nostra tradizione conosciuti in ogni angolo del mondo, proprio come “Volare oh oh”».
In tutto il mondo dopo il film di Wenders che li ha portati dove mai si sarebbero immaginati cambiando la loro vita: «Tutti pensano che la pellicola sia stata l’inizio di tutto ma non è così. Noi cantiamo fin da bambini e siamo sempre rimasti uguali a noi stessi, la nostra forza non è cambiata, la voglia di comunicare agli altri musicisti il nostro entusiasmo, la grande amicizia che ci lega, l’amore per la nostra terra; questo è il successo del progetto. Cuba è una potenza musicale, lo è sempre stata. Il governo ci aveva raggruppato per poter portare il nostro ritmo dentro e fuori i confini nazionali perché la nostra tradizione vince sempre. Puoi cambiare il cappello ma la struttura del corpo resta sempre la stessa. E nessuno si è inventato niente. Anche Ry Cooder, trovò a Cuba un disco con dentro la canzone Buena Vista , la portò al successo senza neanche sapere dell’esistenza del Club. Per dire che la canzone già c’era». Da quanto dice immagino che Ry Cooder e Wim Wenders siano spariti dalla vostra vita: «Ry Cooder ogni tanto si fa sentire, sporadicamente. Wenders no».
I Social Club come un’eredità familiare. Impongono ritmo, precisione e cultura. La loro cultura, ovviamente. Omara, Barbarito, Eliades, si tengono stretti la loro storia, non vogliono che sembri mediata da stranieri. Soprattutto oggi che Cuba è cambiata, tanto. L’Avana anche. Voi come la vedete? «L’avana è l’Avana, chi non la conosce non la ama. Bellissima e piena di luce. La gente lì ci ama e noi ci torniamo con gioia alla fine di ogni tour. Il popolo ci fermano per strada, il loro affetto ci accompagna sempre. Le atmosfere non cambiano, come da voi; il cibo, la pastasciutta. Da noi è la musica».
Omara, che cosa le manca? «Per tutta la vita avrei voluto duettare con Mina. Una volta lei incise una canzone cubana anni Quaranta. Io invece avrei voluto cantare con lei “Grande grande”, ha presente? “Grande grande come te sei grande solamente tu”. E la canta così, seduta sul divano, con la sua voce inconfondibile. Grande grande come Omara ed è ancora più bella.
http://www3.lastampa.it/musica/sezioni/news/articolo/lstp/463431/
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