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Messaggio Da albertico Mar 11 Dic 2012 - 23:09

L' AVANA - La magnificazione del sedere femminile è un trend planetario, lo si vede nei cataloghi dei fotografi, nei film (' Crash' ), nelle sfilate di moda, nelle spiagge. Ma a Cuba, come forse solo in Brasile, raggiunge l' apoteosi. Quando possono, le habanere lo strizzano nella guaina plastificata di un paio di calzoncini aderenti lunghi fino a mezza coscia, in modo che la stoffa si insinua in ogni piega, seguendo ogni curva come una seconda pelle luccicante. Poi lo abbinano a una maglietta due misure più piccola del necessario, che lascia scoperto l' ombelico schiacciando in alto il seno e sfilano gloriosamente lungo i porticati della città. Nei balli come il merengue i movimenti del bacino sono portati a una tale intensità di frequenza, che quasi non si vedono. L' andare in giro seminude e provocanti è un fenomeno recente. Prima si vedevano molte più uniformi, bianche o bordeaux per gli studenti medi, bianco e mostarda per i liceali, bianco e blu per le allieve infermiere. E molti vestitini di cotone, grembiulini accollati, decenti e militarizzati camicie cachi e calzoni. Il turismo, il cinema, anche lo sport come altrove, hanno cambiato l' abbigliamento: le tute da corsa, da pallavolo, non vengono messe dentro la sacca dopo la doccia, ma indossate di nuovo. Anche perché solo le cubane e poche altre donne al mondo le possono portare così bene, tra il sensuale e lo sportivo. Ma l' esibizionismo ha un' altra ragione, più funzionale, oltre quella della pura vanità. L' adescamento degli stranieri con dollari. La sera, ma anche di giorno, davanti all' hotel Nacional, nella cafeteria della Havana Libre, lungo il Malecòn, nella piazza della cattedrale, nel cortile della Maison, nella discoteca del Commodore, nel giardino della gelateria Coppelia, si svolge una caccia allegra e disinvolta. Dove hai comprato le scarpe? Mi paghi una Cola? Milano? San Giovanni Val d' Arno? Andiamo a ballare? Que lindo. Que simpatico. Bianche, mulatte, nere, i loro colori ricordano le centocinquanta sfumature, dal biondo al bruno, che i selezionatori dei colori distinguono nelle fabbriche dei sigari, claro, colorado, maduro. Zompettano su zoccoletti con tacchi di dodici centimetri, bussano alle portiere dei taxi: "Non avere paura, non sono una puttana". Qui entriamo in una complicata casistica. Le prostitute vere, in senso tecnico - facciamo l' amore, tanto a stanza, tanto a prestazione - non sono molte (ma in aumento). La maggioranza sono lavoratrici part-time, dilettanti. Dicono di essere tutte studentesse, e spesso lo sono o lo sono state, tutti a Cuba hanno studiato. Le chiamano jineteras, cavallerizze, un nome entrato nella storia del costume sessuale, come una volta demimondaines. "Che fai sul Malecon a quest' ora?" dice una ragazza all' amica del liceo o della fabbrica, incontrata di notte davanti a una pompa di benzina. "Faccio dell' equitazione" risponde l' altra. Cercano i turisti per necesidad", termine a largo raggio che comprende il mantenimento del padre e della madre; la voglia di comprarsi un paio di scarpe occidentali di vernice, come si trovano nei negozi speciali; poter andare in discoteca a fremere sotto le luci; organizzare una festa con gli amici, portando liquori, pizze, dolci, comprati con i dollari; visitare Cuba, cosa che non hanno mai fatto, in compagnia di un amico che paga. Qualche anno fa il presidente dell' Assemblea nazionale ha dichiarato che la prostituzione cubana è ' vocazionale' per spiegare che le ragazze esercitano la loro attività per piacere e non perché costrette. Fidel ha poi corretto la definizione in ' prostituzione volontaria' . La polizia cerca di contenere, gli alberghi e le spiagge-ghetto per i turisti sono ora proibiti alle jineteras. Perché è imbarazzante per un governo rivoluzionario, fiero della sua opera morale e della creazione della donna e degli uomini ' nuovi' , dover ammettere il ritorno della prostituzione in quello che era stato, sotto Batista, il ' bordello dell' America' , secondo il verissimo luogo comune. Come si fa a spiegare e a giustificare che le jineteras possono guadagnare in una notte l' equivalente di quattro, cinque mesi di salario medio? Ne ho conosciuta una di queste ragazze, che veniva da una famiglia colta e molto rivoluzionaria. Era la prima della classe al liceo, andava sempre ai campi di lavoro. All' università si era iscritta a cibernetica e secondo quello che dicevano i suoi amici, sarebbe diventata un' ottima studiosa. Al terzo anno ha mollato, si è infilata un body bianco elasticizzato con riflessi argentati ed è andata sul Malecon. Una sera mi ha invitata a cena, a casa sua, insieme con altri, dietro l' ambasciata spagnola, in un quartiere dove non c' è acqua corrente. Era molto orgogliosa di aver potuto offrire una cena abbondante, ma dal bagno veniva un fetore tremendo. Dopo due o tre bottiglie di rum, si è messa a raccontare una storia dell' Avana di oggi, che si potrebbe chiamare los cartuchios de la mierda. Credo che l' abbia fatto come provocazione perché c' ero io, lo straniero. Nel quartiere, dunque, non arriva l' acqua corrente. Ma per il water non si può rimediare con i secchi d' acqua perché la maggior parte delle tazze sono crepate, o rotte, o con le tubature intasate (nel racconto il Mondo Dorato di Francisco Lòpez Sacha, pubblicato in Labbra nude, una raccolta di giovani scrittori cubani, ben curata da Danilo Manera, il protagonista viene a sapere con ritardo della caduta del Muro di Berlino. Era troppo occupato ad aggiustare il cesso). Nessuno qui ha mai spiegato che oltre a ricevere in dotazione il bene, un atto che dona un' indubbia felicità a chi lo riceve, bisogna occuparsi della sua manutenzione, che è molto più noioso. Nel quartiere della mia amica si rimedia con los cartuchios, le cartucce. Che naturalmente devono essere subito sgombrate una volta eseguita diciamo così l' operazione, nei bidoni della spazzatura che si trovano per strada. Certi castigliani frettolosi hanno preso l' abitudine di gettare los cartuchios dalla finestra, nel tentativo di centrare i bidoni. Quelli del primo piano e i giocatori di pallacanestro riescono quasi sempre nell' impresa. Per gli altri del terzo o quarto piano, in particolare gli anziani, che non hanno più i riflessi pronti, il lancio risulta più difficile. I marciapiedi della strada - non vorrei che si generalizzasse - risultano variamente maculati dai cartuchios. Le più belle e le più numerose jineteras sono nere. Questione di vocazione o di mercato? In apparenza a Cuba è stata creata una perfetta società multirazziale, con nessun confronto con il razzismo che c' era prima. In realtà quasi tutto il potere è in mano ai bianchi, solo quattro o cinque generali sono neri su novantacinque, e generalmente i neri appartengono alle fasce più povere. Nelle famiglie bianche scoppiano tragedie quando la figlioletta di pelle eburnea se la fa con un colorado. E se uno dichiara, così, incidentalmente, di essere un bianco, c' è sempre qualcuno che sfottendo gli chiede: "Presentami tua nonna". Il recupero della ' cubanità' , nel senso del riconoscimento dell' apporto africano - musica, pittura, letteratura, folklore, religione - va molto bene nei saggi scritti e durante le feste. Meno nella vita pratica. Le tre costanti del sistema cubano, quelle irriducibili, che non sono mai cambiate, sono il colore della pelle, l' appartenenza alla élite del potere, e Fidel. Eppure i neri sono in crescita, come conseguenza della rivoluzione. I 400 mila cubani andati in esilio negli Stati Uniti, funzionari e membri delle professioni liberali, erano bianchi al 95 per cento. Quando Martha Gellhorn, la terza moglie di Hemingway, è tornata a Cuba qualche anno fa per scrivere un articolo su Granta è rimasta stupefatta dal numero dei neri. Molte jineteras si propongono come gentili, dolci accompagnatrici di brevi vacanze. E siccome il motto degli italiani all' estero è ' se non scopo non mi diverto' , succede che i loro più affezionati clienti, i più generosi, i più volgari e i più ingenui, sono gli italiani. Dal prototipo da spiaggia riminese al ciuffolone romanesco con catene d' oro, all' anziano leghista che ha lasciato moglie e figli a casa e adesso agita le trippe nelle discoteche, con gli occhi di fuori perché ' quelle robe lì' non le ha mai viste. Né se le sarebbe mai sognate. E parecchi si sposano. Mi hanno portato ad un matrimonio di un milanese con una jinetera, la cerimonia che si è svolta alla Maison, una villetta dove si svolgono sfilate di moda, è costata, con un modesto rinfresco (bicchieri di carta, qualche bibita, qualche tramezzino) 2500 dollari perché bisognava far venire il notaio da fuori. La sposa è arrivata su una Buick verde lucertola scoperta che marciava a salti. Indossava jeans sfilacciati all' altezza del pube, una maglietta trasparente, un caschetto di merletto bianco di traverso con il velo che le copriva la faccia. All' arrivo è saltata sul sedile, si è rivoltata e si piegata in due, salutando gli amici con la mossa. Il maestro di cerimonia le ha chiesto che musica di accompagnamento volesse, qualcosa di classico, magari Schubert. Lei ha spalancato la bocca, mostrando denti da barracuda: "Mettete A la batalla, una salsa che rispecchia il titolo". C' era un ex impiegato della provincia di Varese che si teneva stretto una bella mulatta. Quando ha capito che ero italiano, si è avvicinato per chiacchierare. "Ma perché starà con me?" ha detto indicando la sua bella. "Mi ripete che sono simpatico. Ma sarà innamorata?". Le delusioni cominciano più tardi. Le ragazze cubane oltre a essere magnifiche, sono sensibili, piene di grazia. Ma si attendono un corteggiamento continuo dagli uomini. Mi cielo, mi vida, mi carino non bastano, dalla mattina alla sera uno deve essere pronto con i piropos, la galanteria inventiva a rococò, i paragoni più lusinghieri. Qui nessuno dice ad un altro che è brutto o meno che bello, figurarsi tra fidanzati o tra sposi. Quando una donna chiede a un uomo ' fammi l' amore' , questo non significa solo l' atto sessuale, ma tutto un insieme di zuccherosi complimenti. Da nessun' altra parte si trovano sane mescolanze di romanticismo e di fornicazioni. Una fatica. Con il matrimonio la moglie cubana pretende la continuazione del corteggiamento. E nello stesso tempo diventa la serva del marito, dipendente da lui per qualsiasi attività che non sia la cucina e l' allevamento di figli. Il maschio si fa servire a tavola senza ringraziare, ma è addetto a trattare con tutti, dall' idraulico al postino. La rivoluzione ha portato dignità al popolo cubano, ma ha lasciato intatto i vecchi rapporti uomo-donna di antico retaggio spagnolesco. Quando la bella mulatta, dopo i festeggiamenti e l' euforia provocata dal primo contatto con il consumismo, si ritrova in Italia nella Bassa, guardata come un animale strano, con le comari intorno che comprano il detersivo consigliato dal Mike, il tracollo avviene con le prime giornate di nebbia. L' italiano che all' Avana sembrava un principe orientale, qui la sera se ne sta seduto rimbambito davanti alla televisione a vedere Carramba. E la bella mulatta rabbrividisce di freddo e di orrori, aspettando il momento buono per filarsela.
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Messaggio Da giumiro Mar 11 Dic 2012 - 23:31

nn l'ho letto propriotutto...ma da quel poco sembra anche attuale....
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Messaggio Da mosquito Mer 12 Dic 2012 - 1:58

giumiro ha scritto:nn l'ho letto propriotutto...ma da quel poco sembra anche attuale....



eh si!...articolo del 1996 1775707552

bell'articulo..ma donde l'hai trovaro albert?articolo del 1996 227329314
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Messaggio Da mosquito Mer 12 Dic 2012 - 1:59

Qualche anno fa il presidente dell' Assemblea nazionale ha dichiarato che la prostituzione cubana è ' vocazionale' per spiegare che le ragazze esercitano la loro attività per piacere e non perché costrette. Fidel ha poi corretto la definizione in ' prostituzione volontaria'



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Messaggio Da mosquito Mer 12 Dic 2012 - 2:02

una storia dell' Avana di oggi, che si potrebbe chiamare los cartuchios de la mierda. Credo che l' abbia fatto come provocazione perché c' ero io, lo straniero. Nel quartiere, dunque, non arriva l' acqua corrente. Ma per il water non si può rimediare con i secchi d' acqua perché la maggior parte delle tazze sono crepate, o rotte, o con le tubature intasate (nel racconto il Mondo Dorato di Francisco Lòpez Sacha, pubblicato in Labbra nude, una raccolta di giovani scrittori cubani, ben curata da Danilo Manera, il protagonista viene a sapere con ritardo della caduta del Muro di Berlino. Era troppo occupato ad aggiustare il cesso). Nessuno qui ha mai spiegato che oltre a ricevere in dotazione il bene, un atto che dona un' indubbia felicità a chi lo riceve, bisogna occuparsi della sua manutenzione, che è molto più noioso. Nel quartiere della mia amica si rimedia con los cartuchios, le cartucce. Che naturalmente devono essere subito sgombrate una volta eseguita diciamo così l' operazione, nei bidoni della spazzatura che si trovano per strada. Certi castigliani frettolosi hanno preso l' abitudine di gettare los cartuchios dalla finestra, nel tentativo di centrare i bidoni. Quelli del primo piano e i giocatori di pallacanestro riescono quasi sempre nell' impresa. Per gli altri del terzo o quarto piano, in particolare gli anziani, che non hanno più i riflessi pronti, il lancio risulta più difficile. I marciapiedi della strada - non vorrei che si generalizzasse - risultano variamente maculati dai cartuchios.

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esta non la sapevo:shock:..ma sti cartuchos.?.cosa sarebbero materialmente?..dei contenitori cartacei a mo' di scatoletta?No
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Messaggio Da mosquito Mer 12 Dic 2012 - 2:03

Le più belle e le più numerose jineteras sono nere. Questione di vocazione o di mercato? In apparenza a Cuba è stata creata una perfetta società multirazziale, con nessun confronto con il razzismo che c' era prima. In realtà quasi tutto il potere è in mano ai bianchi, solo quattro o cinque generali sono neri su novantacinque, e generalmente i neri appartengono alle fasce più povere. Nelle famiglie bianche scoppiano tragedie quando la figlioletta di pelle eburnea se la fa con un colorado. E se uno dichiara, così, incidentalmente, di essere un bianco, c' è sempre qualcuno che sfottendo gli chiede: "Presentami tua nonna". Il recupero della ' cubanità' , nel senso del riconoscimento dell' apporto africano - musica, pittura, letteratura, folklore, religione - va molto bene nei saggi scritti e durante le feste. Meno nella vita pratica. Le tre costanti del sistema cubano, quelle irriducibili, che non sono mai cambiate, sono il colore della pelle, l' appartenenza alla élite del potere, e Fidel. Eppure i neri sono in crescita, come conseguenza della rivoluzione. I 400 mila cubani andati in esilio negli Stati Uniti, funzionari e membri delle professioni liberali, erano bianchi al 95 per cento. Quando Martha Gellhorn, la terza moglie di Hemingway, è tornata a Cuba qualche anno fa per scrivere un articolo su Granta è rimasta stupefatta dal numero dei neri

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Messaggio Da mosquito Mer 12 Dic 2012 - 2:04

Molte jineteras si propongono come gentili, dolci accompagnatrici di brevi vacanze. E siccome il motto degli italiani all' estero è ' se non scopo non mi diverto' , succede che i loro più affezionati clienti, i più generosi, i più volgari e i più ingenui, sono gli italiani. Dal prototipo da spiaggia riminese al ciuffolone romanesco con catene d' oro, all' anziano leghista che ha lasciato moglie e figli a casa e adesso agita le trippe nelle discoteche, con gli occhi di fuori perché ' quelle robe lì' non le ha mai viste. Né se le sarebbe mai sognate. E parecchi si sposano. Mi hanno portato ad un matrimonio di un milanese con una jinetera, la cerimonia che si è svolta alla Maison, una villetta dove si svolgono sfilate di moda, è costata, con un modesto rinfresco (bicchieri di carta, qualche bibita, qualche tramezzino) 2500 dollari perché bisognava far venire il notaio da fuori. La sposa è arrivata su una Buick verde lucertola scoperta che marciava a salti. Indossava jeans sfilacciati all' altezza del pube, una maglietta trasparente, un caschetto di merletto bianco di traverso con il velo che le copriva la faccia. All' arrivo è saltata sul sedile, si è rivoltata e si piegata in due, salutando gli amici con la mossa. Il maestro di cerimonia le ha chiesto che musica di accompagnamento volesse, qualcosa di classico, magari Schubert. Lei ha spalancato la bocca, mostrando denti da barracuda: "Mettete A la batalla, una salsa che rispecchia il titolo". C' era un ex impiegato della provincia di Varese che si teneva stretto una bella mulatta. Quando ha capito che ero italiano, si è avvicinato per chiacchierare. "Ma perché starà con me?" ha detto indicando la sua bella. "Mi ripete che sono simpatico. Ma sarà innamorata?".

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Messaggio Da mosquito Mer 12 Dic 2012 - 2:05

Le delusioni cominciano più tardi. Le ragazze cubane oltre a essere magnifiche, sono sensibili, piene di grazia. Ma si attendono un corteggiamento continuo dagli uomini. Mi cielo, mi vida, mi carino non bastano, dalla mattina alla sera uno deve essere pronto con i piropos, la galanteria inventiva a rococò, i paragoni più lusinghieri. Qui nessuno dice ad un altro che è brutto o meno che bello, figurarsi tra fidanzati o tra sposi. Quando una donna chiede a un uomo ' fammi l' amore' , questo non significa solo l' atto sessuale, ma tutto un insieme di zuccherosi complimenti. Da nessun' altra parte si trovano sane mescolanze di romanticismo e di fornicazioni. Una fatica. Con il matrimonio la moglie cubana pretende la continuazione del corteggiamento. E nello stesso tempo diventa la serva del marito, dipendente da lui per qualsiasi attività che non sia la cucina e l' allevamento di figli. Il maschio si fa servire a tavola senza ringraziare, ma è addetto a trattare con tutti, dall' idraulico al postino. La rivoluzione ha portato dignità al popolo cubano, ma ha lasciato intatto i vecchi rapporti uomo-donna di antico retaggio spagnolesco. Quando la bella mulatta, dopo i festeggiamenti e l' euforia provocata dal primo contatto con il consumismo, si ritrova in Italia nella Bassa, guardata come un animale strano, con le comari intorno che comprano il detersivo consigliato dal Mike, il tracollo avviene con le prime giornate di nebbia. L' italiano che all' Avana sembrava un principe orientale, qui la sera se ne sta seduto rimbambito davanti alla televisione a vedere Carramba. E la bella mulatta rabbrividisce di freddo e di orrori, aspettando il momento buono per filarsela.

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Messaggio Da albertico Mer 12 Dic 2012 - 21:25

mosquito ha scritto:



eh si!...articolo del 1996 1775707552

bell'articulo..ma donde l'hai trovaro albert?articolo del 1996 227329314

E' un articolo pubblicato su repubblica nel 96, ci sono arrivato per caso scrivendo su google qualcosa che adesso non ricordo e come prima scelta ho trovato questo
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Messaggio Da albertico Ven 14 Dic 2012 - 0:07

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le famose...........?
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Messaggio Da arcoiris Ven 14 Dic 2012 - 0:18

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