¿Podrá John Kerry cambiar la política con Cuba?

Anche se nominato il nuovo segretario di Stato Usa. UU. è stato un critico della politica con Cuba, hanno superato ostacoli significativi per variare esso, secondo il quotidiano Global Post online.


Il senatore John Kerry, che probabilmente sarà confermato come il nuovo segretario di Stato Usa. UU., E 'stato un critico frequente di 50 anni di sforzi da parte di Washington per forzare un cambiamento di regime a L'Avana, ha detto Mercoledì il GlobalPost giornale digitale.

Negli ultimi anni, precisa, Kerry è stato lo scettico più importante al Senato degli USA-finanziati a favore della democrazia sforzi a sostenere i gruppi dissidenti a Cuba e trasmettere "anti-Castro di programmazione per l'isola per mezzo di programmi radiofonici e televisivi origine a Miami."

Il senatore ha anche aiutato, dice, sollevando il divieto di viaggio degli americani al turismo dell'isola e l'apertura "l'unico paese al mondo che il governo degli Stati Uniti limita la visita dei cittadini ".

Ma indipendentemente da record di Senato Kerry, quando si tratta di Cuba la politica, la citazione al giorno, dicono gli analisti, si troveranno ad affrontare diversi ostacoli per fare grandi cambiamenti.

Il più giovane di loro, dice, nessuno probabilmente lo sostituirà in qualità di presidente del Comitato Relazioni Estere del Senato, il cubano Bob Menendez, democratico del New Jersey.

L'altro comitato legislativo fa riferimento il messaggio è quello degli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti, che ha portato negli ultimi due anni, la congressista repubblicana Ileana Ros-Lehtinen, che guida ora la presidenza al repubblicano Ed Royce, ma rimangono parte di esso.

Sia Menendez e Ros-Lehtinen sono cubani-americani che vogliono stringere e allentare la pressione su L'Avana, come la carta sottolinea.

"Così, mentre Kerry può avere una certa libertà di impostare la politica con Cuba all'interno della Casa Bianca, egli osserva, latino-americani esperti non si aspettano cambiamenti drastici come la fine dell'embargo, che richiede un intervento del Congresso."