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il prezzo pagato da Cuba per effetto dell'embargo statunitense

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Messaggio Da albertico Mar 28 Ott 2014 - 20:20


il prezzo pagato da Cuba per effetto dell'embargo statunitense 1410320057_306016_1410321971_noticia_normal

Centosedici miliardi di dollari persi, di cui quasi quattro solo nell'ultimo anno: eccolo, il prezzo pagato da Cuba per effetto dell'embargo statunitense, reso noto in questi giorni dal vice ministro degli Esteri Abelardo Moreno, che ha ricordato come lo scorso sei settembre l'amministrazione Obama abbia rinnovato di un altro anno quel Proclama 3447 con cui John Fitzgerald Kennedy ampliò le restrizioni commerciali già varate da Eisenhower nel 1960 (poco dopo la rivoluzione castrista) e impose la fine di ogni scambio commerciale, economico e finanziario. Era il 7 febbraio 1962. Obama aveva appena compiuto sette mesi, come ricordava poco tempo fa l'Economist, chiedendo di abolire quella misura ormai appartenente al passato neanche più tanto prossimo di un'America "minacciata dal comunismo".

Niente da fare, "el bloqueo" - come lo chiamano i cubani - continua, e Moreno ha elencato le cifre. Solo fra aprile 2013 e giugno 2014, Cuba ha avuto mancate entrate per 3,9 miliardi in dollari, mentre il conto globale è arrivato esattamente a 116.880 milioni di dollari. Quanto poi al deprezzamento del dollaro dall’ inizio dell'embargo a oggi, secondo i cubani fa sì che quella cifra arrivi a 1,11 trilioni. Come ogni anno dal 1982, Cuba ha preparato l'informativa per accompagnare l'ennesima richiesta di fine dell'embargo alla prossima assemblea generale dell'Onu. Assemblea che per 22 anni consecutivi ha regolarmente approvato, con il voto contrario degli Stati Uniti e sempre meno altri Paesi al loro fianco.
L'anno scorso i sì sono stati 188 e i no due: Usa e Israele.

Come si componga quella cifra, il viceministro Moreno l'ha spiegato ricordando che "el bloqueo" ha dimensioni internazionali, dato che colpisce anche il commercio cubano con Paesi terzi e la possibilità di investimenti esteri nell'isola. Per non dire del fatto che Cuba valuta in 205,8 milioni di dollari le mancate entrate da rum e sigari che non può vendere proprio negli Stati Uniti - e che là arrivano comunque, di contrabbando. Se poi gli statunitensi potessero andare liberamente sull'isola, il turismo guadagnerebbe 2.000 milioni in dollari. L'isola, in più, non può fare alcuna transazione in moneta Usa nel mondo, né stabilire relazioni con aziende in Paesi terzi che hanno capitale statunitense.

Nel riportare la conferenza stampa di Moreno all'Avana, El País spiega come in realtà una parte crescente dei cubani d'America abbia cambiato idea sull'embargo. Come la comunità internazionale, dal crollo dell'Unione Sovietica in poi, ha criticato sempre di più quel blocco. Nel frattempo, però, ha ricordato Moreno, fra 2009 e 2014 l'amministrazione Obama ha multato 37 aziende statunitensi e straniere per averlo violato. E dal 2004 a oggi il totale delle multe, calcolato anche quello, è stato di 11.500 milioni di dollari. Il grosso è fatto degli 8.970 milioni di dollari pagati dalla francese BNP Paribas per Cuba (in una multa che includeva comunque anche rapporti con l'Iran e soprattutto con il Sudan).

Intanto, il mondo va avanti. Il castrismo si orienta pian piano verso il capitalismo, cerca investimenti esteri e li sta anche cominciando a trovare. E se non è certo più da lungo tempo una minaccia per gli Stati Uniti, sta diventando attraente per altri, come Singapore o il Brasile, o l'Unione europea, mentre ci sono uomini d'affari come il magnate dello zucchero Alfonso Fanjul, personalità preminente dei cubani fuggiti in Florida mezzo secolo fa, che da fiero oppositore si è ora trasformato nell'uomo che chiede di investire nell'isola. Come osservava l'Economist in aprile, se anche il Congresso continuasse a non approvare, Obama potrebbe comunque usare la sua autorità diminuendo le restrizioni di viaggio e togliendo Cuba dalla lista degli Stati sponsor del terrorismo. Titolo dell'articolo: "Se non ora, quando?".
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Messaggio Da mosquito Mer 29 Ott 2014 - 2:52

http://internacional.elpais.com/internacional/2014/09/10/actualidad/1410320057_306016.html


Cuba acusa a EE UU de provocarle pérdidas multimillonarias con el embargo


Cuba calcula el saldo negativo del bloqueo, iniciado en la década de los sesenta, en más de 100.000 millones de dólares



El Gobierno de La Habana ha acusado al de Washington de causarle pérdidas multimillonarias a su economía a través de las leyes del embargo comercial económico aprobadas por Estados Unidos a partir de la década de 1960 y extendidas ahora un año más por la administración del presidente Barack Obama. Por esta causa, Cuba estima que ha dejado de percibir unos 116.880 millones de dólares desde 1962. Los datos fueron citados el martes en la isla por el viceministro de Relaciones Exteriores, Abelardo Moreno, como parte del informe que acompaña el proyecto de resolución que será llevado por la delegación cubana a la próxima Asamblea General de Naciones Unidas para pedir, una vez más, el levantamiento de estas sanciones.

“El bloqueo se ha convertido en una guerra y una persecución financiera contra Cuba”, ha dicho el viceministro Moreno durante una conferencia de prensa en la capital cubana, donde calificó el bloqueo como “un acto genocida y vil” que ha cobrado dimensiones extraterritoriales, que han afectado sin remedio el comercio exterior cubano con terceros países y la promoción de inversiones foráneas dentro de la isla. “No hay un solo ámbito en la vida diaria de los cubanos que esté exento de la acción destructora y desestabilizadora del bloqueo”, ha agregado,

Según los datos aportados por el viceministro de Relaciones Exteriores, el veto de las exportaciones cubanas a Estados Unidos le ha costado a Cuba 3.900 millones de dólares en ingresos no percibidos. Cuba estima que si le fuese permitido colocar en territorio estadounidenses su café y tabaco, el presupuesto nacional dispondría de más de 205 millones de dólares adicionales; y si los ciudadanos estadounidenses pudiesen viajar libremente a la isla, los ingresos del sector turismo sumarían otros 2.000 millones de dólares más. Además de no poder enviar allí sus productos, Moreno recordó que la isla no puede establecer operaciones en dólares, ni acceder a ciertos créditos, ni entablar relaciones con empresas aún establecidas en terceros países que tengan capital estadounidense.

La comunidad cubano-americana pide también el fin del bloqueo

Moreno también recordó que entre 2009 y 2014, la administración del presidente Barack Obama ha castigado con severas multas a 37 empresas estadounidenses y extranjeras acusadas de violar las leyes del embargo. “Desde 2004, las multas impuestas por Estados Unidos a entidades que operan con Cuba ascienden a 11.500 millones de dólares, cantidad que supera el PIB de muchos países”, señaló el funcionario. Entre ellas, mencionó la sanción por 8.970 millones de dólares impuesta por Washington contra el banco francés BNP Paribas.

La propuesta de resolución presentada por Moreno y que será debatida el próximo 28 de octubre en Naciones Unidas, toma en cuenta también las consecuencias económicas del embargo sobre la prestación de servicios básicos gratuitos en las áreas de salud, educación y comunicaciones dentro de la isla. Cada año, desde 1982, Cuba ha llevado informes similares para pedir el fin del embargo, que han sido aprobados cada vez por la asamblea general de la ONU con el voto en contra de Estados Unidos.

Pese a la tímida cooperación que han establecido Washington y La Habana durante los últimos años en áreas concretas como la emigración, el viceministro Moreno ha criticado durante su intervención al presidente Barack Obama por “recrudecer el embargo”, al renovar el pasado 6 de septiembre los efectos sobre Cuba de la Ley contra el Comercio con el Enemigo. Esta norma, vigente en Estados Unidos desde 1917, le prohíbe a las empresas estadounidenses establecer vínculos comerciales con “países hostiles” y forma parte del conjunto de leyes que comprende el embargo. En paralelo, un creciente sector de la comunidad cubano-americana pide el levantamiento de este conjunto de leyes, por considerar que durante los últimos cincuenta años han fortalecido políticamente al castrismo lejos de debilitarlo.

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Messaggio Da mosquito Mer 29 Ott 2014 - 3:27

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