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Gema,la figlia del disgelo
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Gema,la figlia del disgelo
Il primo risultato del disgelo tra Washington e l’Avana sarà una bambina di nome Gema che nascerà a Cuba tra due settimane. Nell’ambito dei lungi negoziati segreti infatti gli Stati Uniti infatti hanno permesso a Gerardo Hernandez, una delle spie cubane liberate, di diventare padre dal carcere, inviando un campione di sperma a Cuba per l’inseminazione artificiale della moglie, apparsa alle ultime settimane di gravidanza nelle foto al fianco del marito subito dopo il suo ritorno all’Avana. È stato lo stesso Hernandez a rivelare per primo il curioso accordo, forse per rispondere alle voci e alle domande che l’apparizione pubblica della moglie incinta avevano sollevato all’Avana. «Non possiamo dare molti dettagli perché non vogliamo danneggiare persone che hanno fatto del bene» ha detto l’ex capo della rete di spionaggio di Castro in America, chiamata Wasp Network, parlando ai giornalisti dopo aver partecipato sabato alla riunione dell’Assemblea Nazionale, mostrandosi divertito per il fatto che «tutti si stanno facendo domande e speculazioni».
«L’ho dovuto fare con il telecomando, ma tutto è andato bene», ha poi aggiunto con una battuta. «Il primo risultato di questo processo sarà questo», ha poi concluso accarezzando la pancia della moglie Adriana Perez, che ha 42 anni e che non aveva mai potuto recarsi a visitare il marito in prigione negli Stati Uniti dal 1998 con una condanna a due ergastoli. La storia è stata confermata dal dipartimento di Giustizia: «possiamo confermare che gli Stati Uniti hanno aiutato la richiesta della signora Hernandez di avere un figlio dal marito», ha detto il portavoce Brian Fallon, senza fornire ulteriori dettagli. Ma fonti diplomatiche hanno detto alla Cnn che effettivamente è stato inviato lo sperma del marito a Cuba per l’inseminazione artificiale.
Fallon ha anche precisato che la richiesta della signora Hernandez era stata «comunicata al senatore Patrick Leahy» durante i suoi colloqui per migliorare le condizioni di detenzione di Alan Gross, l’americano in carcere a Cuba che è stato liberato nell’ambito dell’accordo. Ed un collaboratore del senatore democratico, Tim Reiser, ha spiegato che le concessioni fatte alla famiglia Hernandez hanno effettivamente fatto ottenere un trattamento migliore per il contractor americano imprigionato e sono state un passo importante verso l’accordo finale, che forse all’inizio non prevedeva il rilascio di Hernandez. «Si credeva che il marito sarebbe morto in prigione, questa doveva essere per la signora Hernandez l’unica possibilità di avere un figlio», ha detto Rieser alla Cnn.
albertico- Messaggi : 3204
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Re: Gema,la figlia del disgelo
albertico ha scritto:Il primo risultato del disgelo tra Washington e l’Avana sarà una bambina di nome Gema che nascerà a Cuba tra due settimane. Nell’ambito dei lungi negoziati segreti infatti gli Stati Uniti infatti hanno permesso a Gerardo Hernandez, una delle spie cubane liberate, di diventare padre dal carcere, inviando un campione di sperma a Cuba per l’inseminazione artificiale della moglie, apparsa alle ultime settimane di gravidanza nelle foto al fianco del marito subito dopo il suo ritorno all’Avana. È stato lo stesso Hernandez a rivelare per primo il curioso accordo, forse per rispondere alle voci e alle domande che l’apparizione pubblica della moglie incinta avevano sollevato all’Avana. «Non possiamo dare molti dettagli perché non vogliamo danneggiare persone che hanno fatto del bene» ha detto l’ex capo della rete di spionaggio di Castro in America, chiamata Wasp Network, parlando ai giornalisti dopo aver partecipato sabato alla riunione dell’Assemblea Nazionale, mostrandosi divertito per il fatto che «tutti si stanno facendo domande e speculazioni».
«L’ho dovuto fare con il telecomando, ma tutto è andato bene», ha poi aggiunto con una battuta. «Il primo risultato di questo processo sarà questo», ha poi concluso accarezzando la pancia della moglie Adriana Perez, che ha 42 anni e che non aveva mai potuto recarsi a visitare il marito in prigione negli Stati Uniti dal 1998 con una condanna a due ergastoli. La storia è stata confermata dal dipartimento di Giustizia: «possiamo confermare che gli Stati Uniti hanno aiutato la richiesta della signora Hernandez di avere un figlio dal marito», ha detto il portavoce Brian Fallon, senza fornire ulteriori dettagli. Ma fonti diplomatiche hanno detto alla Cnn che effettivamente è stato inviato lo sperma del marito a Cuba per l’inseminazione artificiale.
Fallon ha anche precisato che la richiesta della signora Hernandez era stata «comunicata al senatore Patrick Leahy» durante i suoi colloqui per migliorare le condizioni di detenzione di Alan Gross, l’americano in carcere a Cuba che è stato liberato nell’ambito dell’accordo. Ed un collaboratore del senatore democratico, Tim Reiser, ha spiegato che le concessioni fatte alla famiglia Hernandez hanno effettivamente fatto ottenere un trattamento migliore per il contractor americano imprigionato e sono state un passo importante verso l’accordo finale, che forse all’inizio non prevedeva il rilascio di Hernandez. «Si credeva che il marito sarebbe morto in prigione, questa doveva essere per la signora Hernandez l’unica possibilità di avere un figlio», ha detto Rieser alla Cnn.
be complimenti agli states......un bel gesto di generosità.....
giumiro- Messaggi : 2903
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Re: Gema,la figlia del disgelo
Nell’ambito dei lungi negoziati segreti infatti gli Stati Uniti infatti hanno permesso a Gerardo Hernandez, una delle spie cubane liberate, di diventare padre dal carcere, inviando un campione di sperma a Cuba per l’inseminazione artificiale della moglie, apparsa alle ultime settimane di gravidanza nelle foto al fianco del marito subito dopo il suo ritorno all’Avana
...parece che el nuestro Agente no confiava mucho..en la tratativa...
per cui..adelanto' su trabajo..
mosquito- Admin
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Re: Gema,la figlia del disgelo
http://cafefuerte.com/cuba/20374-esposa-de-espia-devuelto-a-cuba-muestra-embarazo-avanzado/
Esposa de espía devuelto a Cuba muestra embarazo avanzado
Para el jefe de la red Avispa, Gerardo Hernández, su regreso a Cuba no pudo ocurrir en un mejor momento: su esposa, Adriana Pérez O’ Connor, espera el primer hijo de la pareja.
El embarazo de Pérez, de 44 años y casada con Hernández desde 1989, es evidente en las imágenes mostradas en los medios cubanos a raíz del recibimiento a los tres espías cubanos este miércoles en La Habana, pero ninguno de los reportes mencionó que la mujer está esperando un hijo.
Sin embargo, el hecho fue evidente para las audiencias tanto en Cuba como en Miami, tras apreciar las fotos de Estudios Revolución y el reportaje especial de la Televisión Cubana, realizado por la periodista Talía González. En ambos casos las imágenes fueron cuidadas para disimular el estado de gestación.
Enigma y silencio
“No se ha dicho nada, pero es la comidilla en la calle”, dijo una fuente vinculada a los medios oficiales.
De acuerdo con la fuente, se comenta que el embarazo habría ocurrido por inseminación artificial, pero esta información no pudo ser confirmada con otros testimonios independientes.
EmbarazoAdriana000-display
A los prisioneros que cumplen condenas en cárceles federales se les impiden visitas conyugales, según el reglamento establecido. No obstante, pueden existir excepciones en algunos casos, debido a consideraciones de fuerza mayor.
Los medios oficiales cubanos habían hecho reiteradas alusiones a la imposibilidad de Pérez de ser madre, debido a la separación forzosa de Hernández, quien permanecía en una cárcel de Victorville, California, cumpliendo una sentencia de dos cadenas perpetuas además de 15 años.
Pérez había mostrado preocupación de quedarse sin hijos a causa del arresto de su marido.
“Ahora bien, para nosotros la ausencia de los hijos no será nunca una frustración. Cuando Gera viajó la primera vez, pensé que sería por un tiempo corto. Con el tiempo, su ausencia me ayudó a percatarme de que sería un egoísmo mío no dejar que él participara de la crianza y educación de su hijo. Acordamos esperar hasta su regreso definitivo. Sin embargo, el tiempo comienza a marcar límites, los años ya son decisivos y representan un problema para el embarazo. Por supuesto, entre esas fronteras está el reloj biológico que también da avisos impostergables”, confesó Pérez en una entrevista para la revista Bohemia en el 2009.
La agente Bonsai
Hernández, jefe de la desmantelada Red Avispa, fue condenado en el 2001 bajo acusaciones de conspirar para cometer asesinato, por el derribo de dos avionetas de Hermanos al Rescate el 24 de febrero de 1996. Su situación era la más comprometida legalmente de los cinco espías presos en cárceles estadounidenses.
La intensa campaña propagandística del gobierno cubano para reclamar la libertad de los espías insistió en el drama de Pérez, quien se preparó en Cuba como la agente Bonsai para infiltrarse en Estados Unidos. Sin embargo, el desmantelamiento de la red en septiembre de 1998 impidió que pudiera sumarse a la misión de inteligencia junto a su esposo.
Sus antecedentes como agente de inteligencia impedían el otorgamiento de una visa a Pérez para visitar a su esposo, lo que era fustigado por la propaganda oficial cubana.
Sin embargo, en octubre del 2010 funcionarios estadounidenses y fuentes congresionales confirmaron a CaféFuerte que Pérez viajó a Estados Unidos para una corta visita a su esposo en la prisión de Victorville. El permiso especial otorgado a Pérez para venir a Estados Unidos en septiembre de ese año marcó un viraje en el tratamiento dado por Washington a las solicitudes de visado de ella y de Olga Salanueva, esposa de René González, otro de los cinco agentes condenados en el 2001.
Visitas furtivas
Salanueva fue capturada junto a su esposo René González y deportada a Cuba en el 2000, poco antes de iniciarse el juicio contra los cinco agentes de la red que rechazaron cooperar con la fiscalía federal. Por esa razón se le impedía visitar a González en la cárcel.
Pero en un documento judicial presentado ante un tribunal federal de Miami en el 2012, Salanueva admitió que las autoridades estadounidenses le permitieron visitar a su esposo en la prisión de Marianna, Florida, “solo una sola vez, por tres días en 10 años”, a fines del 2010.
Las furtivas visitas de Pérez y Salanueva coincidieron con los viajes autorizados por el gobierno cubano para que Judy Gross, esposa del contratista Alan Gross, lo visitara en La Habana.
Es posible que Pérez haya hecho varias visitas a Estados Unidos. Graduada de ingeniería, trabaja actualmente como especialista del Instituto de Investigaciones para la Industria Alimentaria.
Esposa de espía devuelto a Cuba muestra embarazo avanzado
Para el jefe de la red Avispa, Gerardo Hernández, su regreso a Cuba no pudo ocurrir en un mejor momento: su esposa, Adriana Pérez O’ Connor, espera el primer hijo de la pareja.
El embarazo de Pérez, de 44 años y casada con Hernández desde 1989, es evidente en las imágenes mostradas en los medios cubanos a raíz del recibimiento a los tres espías cubanos este miércoles en La Habana, pero ninguno de los reportes mencionó que la mujer está esperando un hijo.
Sin embargo, el hecho fue evidente para las audiencias tanto en Cuba como en Miami, tras apreciar las fotos de Estudios Revolución y el reportaje especial de la Televisión Cubana, realizado por la periodista Talía González. En ambos casos las imágenes fueron cuidadas para disimular el estado de gestación.
Enigma y silencio
“No se ha dicho nada, pero es la comidilla en la calle”, dijo una fuente vinculada a los medios oficiales.
De acuerdo con la fuente, se comenta que el embarazo habría ocurrido por inseminación artificial, pero esta información no pudo ser confirmada con otros testimonios independientes.
EmbarazoAdriana000-display
A los prisioneros que cumplen condenas en cárceles federales se les impiden visitas conyugales, según el reglamento establecido. No obstante, pueden existir excepciones en algunos casos, debido a consideraciones de fuerza mayor.
Los medios oficiales cubanos habían hecho reiteradas alusiones a la imposibilidad de Pérez de ser madre, debido a la separación forzosa de Hernández, quien permanecía en una cárcel de Victorville, California, cumpliendo una sentencia de dos cadenas perpetuas además de 15 años.
Pérez había mostrado preocupación de quedarse sin hijos a causa del arresto de su marido.
“Ahora bien, para nosotros la ausencia de los hijos no será nunca una frustración. Cuando Gera viajó la primera vez, pensé que sería por un tiempo corto. Con el tiempo, su ausencia me ayudó a percatarme de que sería un egoísmo mío no dejar que él participara de la crianza y educación de su hijo. Acordamos esperar hasta su regreso definitivo. Sin embargo, el tiempo comienza a marcar límites, los años ya son decisivos y representan un problema para el embarazo. Por supuesto, entre esas fronteras está el reloj biológico que también da avisos impostergables”, confesó Pérez en una entrevista para la revista Bohemia en el 2009.
La agente Bonsai
Hernández, jefe de la desmantelada Red Avispa, fue condenado en el 2001 bajo acusaciones de conspirar para cometer asesinato, por el derribo de dos avionetas de Hermanos al Rescate el 24 de febrero de 1996. Su situación era la más comprometida legalmente de los cinco espías presos en cárceles estadounidenses.
La intensa campaña propagandística del gobierno cubano para reclamar la libertad de los espías insistió en el drama de Pérez, quien se preparó en Cuba como la agente Bonsai para infiltrarse en Estados Unidos. Sin embargo, el desmantelamiento de la red en septiembre de 1998 impidió que pudiera sumarse a la misión de inteligencia junto a su esposo.
Sus antecedentes como agente de inteligencia impedían el otorgamiento de una visa a Pérez para visitar a su esposo, lo que era fustigado por la propaganda oficial cubana.
Sin embargo, en octubre del 2010 funcionarios estadounidenses y fuentes congresionales confirmaron a CaféFuerte que Pérez viajó a Estados Unidos para una corta visita a su esposo en la prisión de Victorville. El permiso especial otorgado a Pérez para venir a Estados Unidos en septiembre de ese año marcó un viraje en el tratamiento dado por Washington a las solicitudes de visado de ella y de Olga Salanueva, esposa de René González, otro de los cinco agentes condenados en el 2001.
Visitas furtivas
Salanueva fue capturada junto a su esposo René González y deportada a Cuba en el 2000, poco antes de iniciarse el juicio contra los cinco agentes de la red que rechazaron cooperar con la fiscalía federal. Por esa razón se le impedía visitar a González en la cárcel.
Pero en un documento judicial presentado ante un tribunal federal de Miami en el 2012, Salanueva admitió que las autoridades estadounidenses le permitieron visitar a su esposo en la prisión de Marianna, Florida, “solo una sola vez, por tres días en 10 años”, a fines del 2010.
Las furtivas visitas de Pérez y Salanueva coincidieron con los viajes autorizados por el gobierno cubano para que Judy Gross, esposa del contratista Alan Gross, lo visitara en La Habana.
Es posible que Pérez haya hecho varias visitas a Estados Unidos. Graduada de ingeniería, trabaja actualmente como especialista del Instituto de Investigaciones para la Industria Alimentaria.
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Re: Gema,la figlia del disgelo
http://www.lastampa.it/2014/12/23/esteri/la-bimba-che-nascer-grazie-al-disgelo-tra-usa-e-cuba-pBcOwQEwWueLdSlyRkBa0J/pagina.html
Gli Stati Uniti hanno permesso a una spia cubana di diventare papà dal carcere. Un campione del suo sperma è stato inviato all’Avana per l’inseminazione artificiale della moglie
Il primo risultato del disgelo tra Washington e l’Avana sarà una bambina di nome Gema che nascerà a Cuba tra due settimane. Nell’ambito dei lungi negoziati segreti infatti gli Stati Uniti infatti hanno permesso a Gerardo Hernandez, una delle spie cubane liberate, di diventare padre dal carcere, inviando un campione di sperma a Cuba per l’inseminazione artificiale della moglie, apparsa alle ultime settimane di gravidanza nelle foto al fianco del marito subito dopo il suo ritorno all’Avana. È stato lo stesso Hernandez a rivelare per primo il curioso accordo, forse per rispondere alle voci e alle domande che l’apparizione pubblica della moglie incinta avevano sollevato all’Avana. «Non possiamo dare molti dettagli perché non vogliamo danneggiare persone che hanno fatto del bene» ha detto l’ex capo della rete di spionaggio di Castro in America, chiamata Wasp Network, parlando ai giornalisti dopo aver partecipato sabato alla riunione dell’Assemblea Nazionale, mostrandosi divertito per il fatto che «tutti si stanno facendo domande e speculazioni».
«L’ho dovuto fare con il telecomando, ma tutto è andato bene», ha poi aggiunto con una battuta. «Il primo risultato di questo processo sarà questo», ha poi concluso accarezzando la pancia della moglie Adriana Perez, che ha 42 anni e che non aveva mai potuto recarsi a visitare il marito in prigione negli Stati Uniti dal 1998 con una condanna a due ergastoli. La storia è stata confermata dal dipartimento di Giustizia: «possiamo confermare che gli Stati Uniti hanno aiutato la richiesta della signora Hernandez di avere un figlio dal marito», ha detto il portavoce Brian Fallon, senza fornire ulteriori dettagli. Ma fonti diplomatiche hanno detto alla Cnn che effettivamente è stato inviato lo sperma del marito a Cuba per l’inseminazione artificiale.
Fallon ha anche precisato che la richiesta della signora Hernandez era stata «comunicata al senatore Patrick Leahy» durante i suoi colloqui per migliorare le condizioni di detenzione di Alan Gross, l’americano in carcere a Cuba che è stato liberato nell’ambito dell’accordo. Ed un collaboratore del senatore democratico, Tim Reiser, ha spiegato che le concessioni fatte alla famiglia Hernandez hanno effettivamente fatto ottenere un trattamento migliore per il contractor americano imprigionato e sono state un passo importante verso l’accordo finale, che forse all’inizio non prevedeva il rilascio di Hernandez. «Si credeva che il marito sarebbe morto in prigione, questa doveva essere per la signora Hernandez l’unica possibilità di avere un figlio», ha detto Rieser alla Cnn.
Gli Stati Uniti hanno permesso a una spia cubana di diventare papà dal carcere. Un campione del suo sperma è stato inviato all’Avana per l’inseminazione artificiale della moglie
Il primo risultato del disgelo tra Washington e l’Avana sarà una bambina di nome Gema che nascerà a Cuba tra due settimane. Nell’ambito dei lungi negoziati segreti infatti gli Stati Uniti infatti hanno permesso a Gerardo Hernandez, una delle spie cubane liberate, di diventare padre dal carcere, inviando un campione di sperma a Cuba per l’inseminazione artificiale della moglie, apparsa alle ultime settimane di gravidanza nelle foto al fianco del marito subito dopo il suo ritorno all’Avana. È stato lo stesso Hernandez a rivelare per primo il curioso accordo, forse per rispondere alle voci e alle domande che l’apparizione pubblica della moglie incinta avevano sollevato all’Avana. «Non possiamo dare molti dettagli perché non vogliamo danneggiare persone che hanno fatto del bene» ha detto l’ex capo della rete di spionaggio di Castro in America, chiamata Wasp Network, parlando ai giornalisti dopo aver partecipato sabato alla riunione dell’Assemblea Nazionale, mostrandosi divertito per il fatto che «tutti si stanno facendo domande e speculazioni».
«L’ho dovuto fare con il telecomando, ma tutto è andato bene», ha poi aggiunto con una battuta. «Il primo risultato di questo processo sarà questo», ha poi concluso accarezzando la pancia della moglie Adriana Perez, che ha 42 anni e che non aveva mai potuto recarsi a visitare il marito in prigione negli Stati Uniti dal 1998 con una condanna a due ergastoli. La storia è stata confermata dal dipartimento di Giustizia: «possiamo confermare che gli Stati Uniti hanno aiutato la richiesta della signora Hernandez di avere un figlio dal marito», ha detto il portavoce Brian Fallon, senza fornire ulteriori dettagli. Ma fonti diplomatiche hanno detto alla Cnn che effettivamente è stato inviato lo sperma del marito a Cuba per l’inseminazione artificiale.
Fallon ha anche precisato che la richiesta della signora Hernandez era stata «comunicata al senatore Patrick Leahy» durante i suoi colloqui per migliorare le condizioni di detenzione di Alan Gross, l’americano in carcere a Cuba che è stato liberato nell’ambito dell’accordo. Ed un collaboratore del senatore democratico, Tim Reiser, ha spiegato che le concessioni fatte alla famiglia Hernandez hanno effettivamente fatto ottenere un trattamento migliore per il contractor americano imprigionato e sono state un passo importante verso l’accordo finale, che forse all’inizio non prevedeva il rilascio di Hernandez. «Si credeva che il marito sarebbe morto in prigione, questa doveva essere per la signora Hernandez l’unica possibilità di avere un figlio», ha detto Rieser alla Cnn.
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