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Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
http://www.ilpost.it/2016/03/22/obama-ha-fatto-un-brutto-scherzo-a-raul-castro/
Obama ha fatto un brutto scherzo a Raul Castro
Durante la conferenza stampa congiunta, lo ha di fatto costretto a rispondere su prigionieri politici e diritti umani:
c'è stato molto imbarazzo
Lunedì 21 marzo Barack Obama è diventato il primo presidente degli Stati Uniti a visitare Cuba dopo 88 anni di relazioni diplomatiche difficili e tese (l’embargo commerciale imposto dagli Stati Uniti a Cuba è per la maggior parte ancora in vigore). Il viaggio di Obama, che finirà oggi, aveva come obbiettivo principale rendere “irreversibile” il processo di normalizzazione dei rapporti politici ed economici tra i due paesi, iniziato dal 2014. È stato quindi un viaggio cordiale e un-messaggio-di-amicizia, ma come ha spiegato Politico Obama ne ha approfittato per tendere una piccola trappola a Raul Castro durante una conferenza stampa tenuta nel Palazzo della Rivoluzione: di fatto Obama ha costretto Castro a rispondere pubblicamente – probabilmente per la prima volta – a domande sulle violazioni dei diritti umani a Cuba e sui suoi prigionieri politici.
Obama ha viaggiato accompagnato dalla sua famiglia e da una delegazione di senatori e membri del Congresso, ha incontrato diversi rappresentanti delle istituzioni cubane e ha avuto un incontro privato con Raul Castro, fratello di Fidel e attuale presidente di Cuba. Dopo l’incontro, come da consuetudine in questo genere di situazioni, Obama e Castro hanno tenuto una conferenza stampa davanti a giornalisti statunitensi e cubani; sembra su richiesta della delegazione statunitense, i due hanno risposto ad alcune domande dei giornalisti presenti. La prima domanda è stata fatta dal giornalista di CNN Jim Acosta, figlio di emigrati cubani negli Stati Uniti. Acosta ha fatto due domande, una in inglese per Obama e una in spagnolo per Castro: «Perché ha prigionieri politici? E perché non li libera?».
Racconta Politico che durante la risposta di Obama, Castro, apparentemente innervosito, ha cominciato a parlare sul palco con un suo assistente e ha continuato a farlo anche quando Obama aveva finito la sua risposta e gli stava cedendo la parola. A questo punto c’è stato il primo momento di imbarazzo della conferenza stampa. Obama si è sporto verso Castro, che continuava a parlare con il suo assistente, e gli ha detto «Prego» e poi, in modo più severo e per richiamarlo, «Scusa!», girandosi poi verso i giornalisti e facendo l’occhiolino prendendo in giro l’atteggiamento di Castro.
Castro a quel punto ha fatto un po’ il finto tonto, farfugliando qualcosa e dicendo confusamente che non aveva capito se la domanda era per lui o per Obama. Obama gli ha spiegato che la seconda domanda di Acosta era diretta a lui e Castro ha chiesto al giornalista di ripeterla, toccando le cuffie del traduttore in modo da suggerire che non stessero funzionando a dovere (anche se Acosta parlava in spagnolo). Poi Castro ha finalmente risposto, dicendo in tono brusco che se Acosta gli avesse dato una lista coi nomi dei prigionieri politici a Cuba sarebbero stati liberati entro sera: Cuba non ha mai ammesso di avere prigionieri politici e Castro ha insistito su questa cosa. Obama sorrideva, ha raccontato Politico.
Poi è stato il turno di un giornalista di Cuba, che ha fatto a Castro una generica domanda sulle relazioni tra Cuba e Stati Uniti. Castro ha abbozzato una vaga risposta di circostanza prima di interrompersi e dicendo che c’erano troppe domande per lui e che le domande avrebbero dovuto essere per Obama, che ha ripreso sorridente la parola e ha risposto alla domanda. A quel punto Obama ha detto che avrebbe preso un’ultima domanda e ha dato la parola ad Andrea Mitchell, giornalista di NBC. Mitchell ha chiesto a Obama quando sarà eliminato l’embargo a Cuba e ha poi fatto una domanda a Castro sulle violazioni dei diritti umani a Cuba. Obama ha risposto brevemente alla sua domanda e poi ha chiesto a Castro di rispondere alla domanda di «una delle più importanti giornaliste statunitensi», anche se inizialmente aveva accettato di rispondere a una sola domanda durante la conferenza stampa.
Castro ha reagito buffamente: si è strofinato le mani come un personaggio di un cartone animato, poi ha ripetuto alcune volte il nome della giornalista (“Andrea, Andrea”), poi ha spiegato che erano in ritardo rispetto al programma della giornata, ha detto qualcosa riguardo al fatto che i giornalisti se non li fermi continuano a fare domande e infine, dopo aver parlato con qualcuno nel pubblico, ha spiegato che le violazioni dei diritti umani esistono in tutti i paesi del mondo e, facendo chiaramente riferimento agli Stati Uniti, ha spiegato che a Cuba sono considerati diritti umani la sanità, l’istruzione e l’equiparazione degli stipendi tra uomini e donne. Poi, dopo aver detto che la conferenza stampa era finita, è tornato con tono piuttosto acceso a rispondere alla domanda sui prigionieri politici, dicendo che era stata scorretta e ripetendo la storia della lista di nomi che avrebbe voluto ricevere.
Finita la conferenza stampa, i due presidenti si sono incontrati in mezzo al palco per stringersi la mano. Castro ha provato ad alzare in aria il braccio di Obama in un segno di vittoria, ma Obama non ha lasciato che lo facesse e ne è uscito un nuovo momento di imbarazzo: Obama con il braccio a mezz’aria e Castro che cerca di spingerlo verso l’alto.
Obama ha fatto un brutto scherzo a Raul Castro
Durante la conferenza stampa congiunta, lo ha di fatto costretto a rispondere su prigionieri politici e diritti umani:
c'è stato molto imbarazzo
Lunedì 21 marzo Barack Obama è diventato il primo presidente degli Stati Uniti a visitare Cuba dopo 88 anni di relazioni diplomatiche difficili e tese (l’embargo commerciale imposto dagli Stati Uniti a Cuba è per la maggior parte ancora in vigore). Il viaggio di Obama, che finirà oggi, aveva come obbiettivo principale rendere “irreversibile” il processo di normalizzazione dei rapporti politici ed economici tra i due paesi, iniziato dal 2014. È stato quindi un viaggio cordiale e un-messaggio-di-amicizia, ma come ha spiegato Politico Obama ne ha approfittato per tendere una piccola trappola a Raul Castro durante una conferenza stampa tenuta nel Palazzo della Rivoluzione: di fatto Obama ha costretto Castro a rispondere pubblicamente – probabilmente per la prima volta – a domande sulle violazioni dei diritti umani a Cuba e sui suoi prigionieri politici.
Obama ha viaggiato accompagnato dalla sua famiglia e da una delegazione di senatori e membri del Congresso, ha incontrato diversi rappresentanti delle istituzioni cubane e ha avuto un incontro privato con Raul Castro, fratello di Fidel e attuale presidente di Cuba. Dopo l’incontro, come da consuetudine in questo genere di situazioni, Obama e Castro hanno tenuto una conferenza stampa davanti a giornalisti statunitensi e cubani; sembra su richiesta della delegazione statunitense, i due hanno risposto ad alcune domande dei giornalisti presenti. La prima domanda è stata fatta dal giornalista di CNN Jim Acosta, figlio di emigrati cubani negli Stati Uniti. Acosta ha fatto due domande, una in inglese per Obama e una in spagnolo per Castro: «Perché ha prigionieri politici? E perché non li libera?».
Racconta Politico che durante la risposta di Obama, Castro, apparentemente innervosito, ha cominciato a parlare sul palco con un suo assistente e ha continuato a farlo anche quando Obama aveva finito la sua risposta e gli stava cedendo la parola. A questo punto c’è stato il primo momento di imbarazzo della conferenza stampa. Obama si è sporto verso Castro, che continuava a parlare con il suo assistente, e gli ha detto «Prego» e poi, in modo più severo e per richiamarlo, «Scusa!», girandosi poi verso i giornalisti e facendo l’occhiolino prendendo in giro l’atteggiamento di Castro.
Castro a quel punto ha fatto un po’ il finto tonto, farfugliando qualcosa e dicendo confusamente che non aveva capito se la domanda era per lui o per Obama. Obama gli ha spiegato che la seconda domanda di Acosta era diretta a lui e Castro ha chiesto al giornalista di ripeterla, toccando le cuffie del traduttore in modo da suggerire che non stessero funzionando a dovere (anche se Acosta parlava in spagnolo). Poi Castro ha finalmente risposto, dicendo in tono brusco che se Acosta gli avesse dato una lista coi nomi dei prigionieri politici a Cuba sarebbero stati liberati entro sera: Cuba non ha mai ammesso di avere prigionieri politici e Castro ha insistito su questa cosa. Obama sorrideva, ha raccontato Politico.
Poi è stato il turno di un giornalista di Cuba, che ha fatto a Castro una generica domanda sulle relazioni tra Cuba e Stati Uniti. Castro ha abbozzato una vaga risposta di circostanza prima di interrompersi e dicendo che c’erano troppe domande per lui e che le domande avrebbero dovuto essere per Obama, che ha ripreso sorridente la parola e ha risposto alla domanda. A quel punto Obama ha detto che avrebbe preso un’ultima domanda e ha dato la parola ad Andrea Mitchell, giornalista di NBC. Mitchell ha chiesto a Obama quando sarà eliminato l’embargo a Cuba e ha poi fatto una domanda a Castro sulle violazioni dei diritti umani a Cuba. Obama ha risposto brevemente alla sua domanda e poi ha chiesto a Castro di rispondere alla domanda di «una delle più importanti giornaliste statunitensi», anche se inizialmente aveva accettato di rispondere a una sola domanda durante la conferenza stampa.
Castro ha reagito buffamente: si è strofinato le mani come un personaggio di un cartone animato, poi ha ripetuto alcune volte il nome della giornalista (“Andrea, Andrea”), poi ha spiegato che erano in ritardo rispetto al programma della giornata, ha detto qualcosa riguardo al fatto che i giornalisti se non li fermi continuano a fare domande e infine, dopo aver parlato con qualcuno nel pubblico, ha spiegato che le violazioni dei diritti umani esistono in tutti i paesi del mondo e, facendo chiaramente riferimento agli Stati Uniti, ha spiegato che a Cuba sono considerati diritti umani la sanità, l’istruzione e l’equiparazione degli stipendi tra uomini e donne. Poi, dopo aver detto che la conferenza stampa era finita, è tornato con tono piuttosto acceso a rispondere alla domanda sui prigionieri politici, dicendo che era stata scorretta e ripetendo la storia della lista di nomi che avrebbe voluto ricevere.
Finita la conferenza stampa, i due presidenti si sono incontrati in mezzo al palco per stringersi la mano. Castro ha provato ad alzare in aria il braccio di Obama in un segno di vittoria, ma Obama non ha lasciato che lo facesse e ne è uscito un nuovo momento di imbarazzo: Obama con il braccio a mezz’aria e Castro che cerca di spingerlo verso l’alto.
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
discurso di Obama al Gran Teatro de la HABANA
Ultima modifica di mosquito il Mer 23 Mar 2016 - 3:07 - modificato 1 volta.
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
y reunion con 13 "dissidenti " presso l'ambasciata americana
http://www.martinoticias.com/content/cuba-eeuu-obama-sociedaad-civil/117979.html
El presidente Barack Obama se reunió este martes con 13 disidentes cubanos en la embajada norteamericana en La Habana.
"Aquí hay personas que han sido detenidas. Algunos en el pasado, algunos muy recientemente. Y, como he dicho varias veces, este encuentro forma parte de nuestra política con respecto al compromiso con Cuba. No es sólo el encuentro con el presidente Castro o las relaciones de Gobierno a Gobierno lo que vinimos a hacer", dijo Obama.
"Es una cuestión de que seamos capaces de escuchar directamente a la población cubana y asegurarnos de que tienen una voz y de que sus preocupaciones y sus ideas están ayudando a dar forma a la política de Estados Unidos, comentó el Presidente y escuchó a cada uno de los asistentes.
Se requiere a menudo un gran valor para ser activos en la vida cívica en Cuba.
"Todas las personas alrededor de esta mesa
han demostrado un valor extraordinario. Ellos se han pronunciado a favor de los temas que preocupan profundamente. Algunos representan grupos específicos dentro de Cuba. Algunos tienen preocupaciones más amplias con respecto a la democracia, la capacidad de hablar con libertad, el culto libremente, o están abogando a favor de las prácticas democráticas aquí en Cuba", precisó.
"Quiero dar las gracias a todos por estar aquí. Se requiere a menudo un gran valor para ser activos en la vida cívica en Cuba. Esta es un área en la que seguimos teniendo profundas diferencias con el Gobierno cubano. Mi esperanza es que al escucharlos podemos seguir perfeccionando nuestra política de tal manera que al final el pueblo cubano sea capaz de vivir con libertad y prosperidad".
Los 13 activistas pro Derechos Humanos que se reunieron este martes con Obama pudieron expresarle al Presidente lo que piensan sobre la realidad de su país.
Así lo narró a Martí Noticias vía telefónica Berta Soler al término de la conversación privada que tuvo lugar en la embajada norteamericana en La Habana.
"Para nosotros fue muy importante poder decirle a Obama, de primera mano, lo que sentíamos y nuestras preocupaciones", dijo Soler, quien logró asistir porque un vehículo de la legación diplomática la recogió poco antes en su vivienda.
"Obama fue muy receptivo. Escuchó a cada uno de nosotros, 13 en total. Tuvimos entre dos y cuatro minutos cada uno para hablar. Y, luego, el Presidente nos respondió individualmente", dijo Soler y aseguró que durante el encuentro se tocó el tema de la fuerte represión ocurrida durante la visita presidencial.
"Principalmente yo se lo dije, que estuve detenida", cerró la conversación la activista que encabeza cada domingo la campaña #TodosMarchamos.
Guillermo Fariñas: “Fue un diálogo entre demócratas”
El disidente cubano y Premio Sájarov 2010 Guillermo Fariñas conversó con TV Martí sobre la reunión de Obama con la disidencia en la embajada norteamericana de La Habana. Fariñas se confesó opuesto a la estrategia del presidente norteamericano para un cambio efectivo y rápido hacia la democracia en la isla. Aun así, dijo haberse sentido muy bien y resumió ese momento como “un diálogo entre demócratas”.
“Tenemos diferencia en cuanto a las tácticas, pero al final queremos lo mismo, y es que este sea un país democrático”, dijo Fariñas.
El opositor de Santa Clara explicó que Obama les aseguró que, si a fin de cuentas, estaba equivocado en su estrategia, lo iba a reconocer, y que también los disidentes cubanos podían contar con él cuando dejara de ser presidente.
Preguntado por si alguien retomó el tema de la lista de presos políticos que Raúl Castro negó conocer, Fariñas dijo que sí, que Elizardo Sánchez Santa Cruz le extendió la lista a Obama para que se la hiciera llegar al periodista de CNN que preguntó al gobernante cubano.
Sobre un cambio pronto en Cuba Obama no tiene esperanzas, pero si a mediano o largo plazo, reseñó Fariñas que dijo el presidente. “Él plantea que no es lo mismo negociar con las personas mayores que están en el gobierno que con los hijos o nietos de éstos. Él no está pensando en la muerte, sino en el 2018, que es el año en que Raúl Castro dijo dejaría el poder”.
Fariñas expuso que Obama les transmitió su decisión de decantarse por una estrategia de diálogo para que el cambio en Cuba fuera pacífico, aunque tarde un poco.
Dagoberto Valdés: “El daño antropológico es muy grande”
El laico Dagoberto Valdés, director de la revista Convivencia, ingeniero agrónomo y periodista, también asistió al encuentro, que contó con 13 disidentes escogidos personalmente por el presidente Obama, según se pudo conocer.
Valdés le indicó al presidente que él era el único pinareño en esa lista, y le explicó en tono de broma que sobre los pinareños pesan muchos chistes en Cuba. La reunión, dijo, duró 1 hora y 45 minutos, mucho más de lo que estaba pactado. Incluso, fue alguien de la seguridad personal de Obama quien le recordó que debía asistir al juego de béisbol programado.
Valdés, que nació el mismo día que Obama pero cuatro años antes, le elogió al mandatario estadounidense el hecho de que se hubiera presentado en Cuba con su familia, algo para él fundamental en las sociedades. El laico es un luchador por los derechos civiles y dijo estar muy preocupado por el daño antropológico que ha hecho el gobierno cubano a lo largo de los años. Así se lo hizo saber a Obama, como algo fundamental en esta historia.
El presidente norteamericano escuchó a todos atentamente, mirando a los ojos de cada uno, apuntó Valdés.
Los 13 invitados a la reunión con Obama son los siguientes activistas, periodistas y juristas independientes:
Ángel Yunier Remón; Antonio Rodiles; Juana Mora Cedeño; José Daniel Ferrer; Laritza Diversent; Berta Soler; Dagoberto Valdés; Guillermo Fariñas; Nelson Álvarez Matute; Miriam Celaya González; Manuel Cuesta Morúa; Miriam Leiva Viamonte y Elizardo Sánchez.
http://www.martinoticias.com/content/cuba-eeuu-obama-sociedaad-civil/117979.html
El presidente Barack Obama se reunió este martes con 13 disidentes cubanos en la embajada norteamericana en La Habana.
"Aquí hay personas que han sido detenidas. Algunos en el pasado, algunos muy recientemente. Y, como he dicho varias veces, este encuentro forma parte de nuestra política con respecto al compromiso con Cuba. No es sólo el encuentro con el presidente Castro o las relaciones de Gobierno a Gobierno lo que vinimos a hacer", dijo Obama.
"Es una cuestión de que seamos capaces de escuchar directamente a la población cubana y asegurarnos de que tienen una voz y de que sus preocupaciones y sus ideas están ayudando a dar forma a la política de Estados Unidos, comentó el Presidente y escuchó a cada uno de los asistentes.
Se requiere a menudo un gran valor para ser activos en la vida cívica en Cuba.
"Todas las personas alrededor de esta mesa
han demostrado un valor extraordinario. Ellos se han pronunciado a favor de los temas que preocupan profundamente. Algunos representan grupos específicos dentro de Cuba. Algunos tienen preocupaciones más amplias con respecto a la democracia, la capacidad de hablar con libertad, el culto libremente, o están abogando a favor de las prácticas democráticas aquí en Cuba", precisó.
"Quiero dar las gracias a todos por estar aquí. Se requiere a menudo un gran valor para ser activos en la vida cívica en Cuba. Esta es un área en la que seguimos teniendo profundas diferencias con el Gobierno cubano. Mi esperanza es que al escucharlos podemos seguir perfeccionando nuestra política de tal manera que al final el pueblo cubano sea capaz de vivir con libertad y prosperidad".
Los 13 activistas pro Derechos Humanos que se reunieron este martes con Obama pudieron expresarle al Presidente lo que piensan sobre la realidad de su país.
Así lo narró a Martí Noticias vía telefónica Berta Soler al término de la conversación privada que tuvo lugar en la embajada norteamericana en La Habana.
"Para nosotros fue muy importante poder decirle a Obama, de primera mano, lo que sentíamos y nuestras preocupaciones", dijo Soler, quien logró asistir porque un vehículo de la legación diplomática la recogió poco antes en su vivienda.
"Obama fue muy receptivo. Escuchó a cada uno de nosotros, 13 en total. Tuvimos entre dos y cuatro minutos cada uno para hablar. Y, luego, el Presidente nos respondió individualmente", dijo Soler y aseguró que durante el encuentro se tocó el tema de la fuerte represión ocurrida durante la visita presidencial.
"Principalmente yo se lo dije, que estuve detenida", cerró la conversación la activista que encabeza cada domingo la campaña #TodosMarchamos.
Guillermo Fariñas: “Fue un diálogo entre demócratas”
El disidente cubano y Premio Sájarov 2010 Guillermo Fariñas conversó con TV Martí sobre la reunión de Obama con la disidencia en la embajada norteamericana de La Habana. Fariñas se confesó opuesto a la estrategia del presidente norteamericano para un cambio efectivo y rápido hacia la democracia en la isla. Aun así, dijo haberse sentido muy bien y resumió ese momento como “un diálogo entre demócratas”.
“Tenemos diferencia en cuanto a las tácticas, pero al final queremos lo mismo, y es que este sea un país democrático”, dijo Fariñas.
El opositor de Santa Clara explicó que Obama les aseguró que, si a fin de cuentas, estaba equivocado en su estrategia, lo iba a reconocer, y que también los disidentes cubanos podían contar con él cuando dejara de ser presidente.
Preguntado por si alguien retomó el tema de la lista de presos políticos que Raúl Castro negó conocer, Fariñas dijo que sí, que Elizardo Sánchez Santa Cruz le extendió la lista a Obama para que se la hiciera llegar al periodista de CNN que preguntó al gobernante cubano.
Sobre un cambio pronto en Cuba Obama no tiene esperanzas, pero si a mediano o largo plazo, reseñó Fariñas que dijo el presidente. “Él plantea que no es lo mismo negociar con las personas mayores que están en el gobierno que con los hijos o nietos de éstos. Él no está pensando en la muerte, sino en el 2018, que es el año en que Raúl Castro dijo dejaría el poder”.
Fariñas expuso que Obama les transmitió su decisión de decantarse por una estrategia de diálogo para que el cambio en Cuba fuera pacífico, aunque tarde un poco.
Dagoberto Valdés: “El daño antropológico es muy grande”
El laico Dagoberto Valdés, director de la revista Convivencia, ingeniero agrónomo y periodista, también asistió al encuentro, que contó con 13 disidentes escogidos personalmente por el presidente Obama, según se pudo conocer.
Valdés le indicó al presidente que él era el único pinareño en esa lista, y le explicó en tono de broma que sobre los pinareños pesan muchos chistes en Cuba. La reunión, dijo, duró 1 hora y 45 minutos, mucho más de lo que estaba pactado. Incluso, fue alguien de la seguridad personal de Obama quien le recordó que debía asistir al juego de béisbol programado.
Valdés, que nació el mismo día que Obama pero cuatro años antes, le elogió al mandatario estadounidense el hecho de que se hubiera presentado en Cuba con su familia, algo para él fundamental en las sociedades. El laico es un luchador por los derechos civiles y dijo estar muy preocupado por el daño antropológico que ha hecho el gobierno cubano a lo largo de los años. Así se lo hizo saber a Obama, como algo fundamental en esta historia.
El presidente norteamericano escuchó a todos atentamente, mirando a los ojos de cada uno, apuntó Valdés.
Los 13 invitados a la reunión con Obama son los siguientes activistas, periodistas y juristas independientes:
Ángel Yunier Remón; Antonio Rodiles; Juana Mora Cedeño; José Daniel Ferrer; Laritza Diversent; Berta Soler; Dagoberto Valdés; Guillermo Fariñas; Nelson Álvarez Matute; Miriam Celaya González; Manuel Cuesta Morúa; Miriam Leiva Viamonte y Elizardo Sánchez.
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
este invece rimarra' ..historico
como ...Raulito vs Panfilo
ovvero.."dame la lista"
como ...Raulito vs Panfilo
ovvero.."dame la lista"
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
http://www.cubadebate.cu/especiales/2016/03/28/articulo-de-fidel-el-hermano-obama/#.VvmrGuKLTs0
Manco un poco di dignita quest'uomo........
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
Se penso alla retorica anti americana di questo Signore che ha rimbecillito un popolo di imbecilli e che ora vorrebbe importare il modello Dell idiozia provo un sentimento di disgusto e di curiosità per la Cuba che verrà.
Non so quanto l embargo sia stato alleggerito o flessibilizzato dal 17 dicembre del 2014 de facto bisognerà osservare l esito delle elezioni americane e il passaggio di consegne dopo 60 anni di reame Castrista.Shame on you Mr.Obama shame on you Mr Jagger e shame on you Mr.Mosquito e' il popolo che ti chiede thread su troiacce
Non so quanto l embargo sia stato alleggerito o flessibilizzato dal 17 dicembre del 2014 de facto bisognerà osservare l esito delle elezioni americane e il passaggio di consegne dopo 60 anni di reame Castrista.Shame on you Mr.Obama shame on you Mr Jagger e shame on you Mr.Mosquito e' il popolo che ti chiede thread su troiacce
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
albertico ha scritto:Se penso alla retorica anti americana di questo Signore che ha rimbecillito un popolo di imbecilli e che ora vorrebbe importare il modello Dell idiozia provo un sentimento di disgusto e di curiosità per la Cuba che verrà.
Non so quanto l embargo sia stato alleggerito o flessibilizzato dal 17 dicembre del 2014 de facto bisognerà osservare l esito delle elezioni americane e il passaggio di consegne dopo 60 anni di reame Castrista.Shame on you Mr.Obama shame on you Mr Jagger e shame on you Mr.Mosquito e' il popolo che ti chiede thread su troiacce
beh Titi..se mi metti sullo stesso piano di Obama o Mick Jagger..
ci sta il riesgo che mi prenda troppo sul serio..
riguardo alle direi che ancora per un po' ,almeno nel Campo orientale che conosciamo..
la situacion dovrebbe tener bastante.. botta..
e nostra mission come ben sai ,è tenerne monitorata l'evoluzione..
in ogni caso..per le habaneras..ci pensa poi Descarao....
mientras per la religion..ci sta nuestro Babalawo mayor
(a proposito...come sta?..y cuando vuelve? )
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
Descarao ha scritto:http://www.cubadebate.cu/especiales/2016/03/28/articulo-de-fidel-el-hermano-obama/#.VvmrGuKLTs0
Manco un poco di dignita quest'uomo........
beh..me lo sono letto..
il titulo è poi volutamente sparato...
ricalca lo stesso Obama che pubblicamente ha in effetti pronunciato la parola hermanos
riferendosi ai due pueblos..tanto a lungo in guerra fria fra di loro..
a parte le divagazioni sulle guerre in Africa non lo trovo manco improponibile..cita la baia dei Porci e vari accadimenti di storia cubana e yamkee contrapposte..
direi il solito Fidel
che si mostra favorevolmente stupito del cambio..
dato il clima creatosi..non avrebbe avuto molto senso il contrario..
strano a sto punto che Obama non abbia fatto un salto pure a Punto Cero per una foto recuerdo con el Fifo in
tuta..stavolta ojala..norteamericana..
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
Mi sento spesso con il Flaco per motivi calcistici.
Mi ha mandato gli auguri di Pasqua.
I primi tre mesi li ha rinnovati con il viaggio a Panama.Se non ricordo male ad Aprile o Maggio dovrebbe tornare in Italia
.Mi diceva che una sorta di coprifuoco con negozi chiusi ha preceduto la visita di Obama.
Mi ha mandato gli auguri di Pasqua.
I primi tre mesi li ha rinnovati con il viaggio a Panama.Se non ricordo male ad Aprile o Maggio dovrebbe tornare in Italia
.Mi diceva che una sorta di coprifuoco con negozi chiusi ha preceduto la visita di Obama.
albertico- Messaggi : 3204
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Re: Obama a Cuba dal 20 al 22 de marzo
albertico ha scritto:Mi sento spesso con il Flaco per motivi calcistici.
Mi ha mandato gli auguri di Pasqua.
I primi tre mesi li ha rinnovati con il viaggio a Panama.Se non ricordo male ad Aprile o Maggio dovrebbe tornare in Italia
.Mi diceva che una sorta di coprifuoco con negozi chiusi ha preceduto la visita di Obama.
E lo ribadsco...una settimana da incubo...
Una settimana prima dell arrivo dello yankee nella zona melia habana nn si poteva parcheggiare ne sostare,indi anche gli almendron di cui giornalmente mi servo nisba...
Dalla domenica del suo arrivo al martedi' della sua partenza quasi tutto chiuso,cadeca e bancos compresi,traffico trancado per viabilita' modifcata,circa 150 strade chiuse...
Insomma,in quei 3 gg ho rinunciato,come molti a muovermi....
el flaquito- Messaggi : 502
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