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90 AÑITOS de Fidel
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90 AÑITOS de Fidel
http://www.repubblica.it/esteri/2016/08/12/news/90_anni_fidel_castro-145828829/#gallery-slider=145823728
Fidel Castro compie 90 anni:
il Lìder Maximo icona della rivoluzione comunista
Il 31 agosto 1986, dopo un interminabile viaggio di 17 ore dall'Avana, con scalo a Ilha do Sal, di fronte a Capo Verde, Fidel Castro arrivò a Harare, la capitale dello Zimbabwe, per prendere parte alla conferenza dei Paesi non allineati. Si insediò nel villino alla periferia della città che gli esperti del ministero dell'Interno avevano comprato e preparato per lui, e che successivamente sarebbe servito come residenza permanente dell'ambasciatore cubano. C'era un giardinetto con un muro intorno accanto alla porta principale, e il villino era isolato e il mezzogiorno tranquillo quando Fidel uscì dalla casa nel piccolo cortile, infagottato in una vestaglia viola che gli scendeva fino alle caviglie e con le pantofole.
Fece qualche passo con le mani infilate nelle tasche della vestaglia quando si accorse della presenza di una dozzina di suoi collaboratori accalcati nel parcheggio adiacente alla recinzione, e rientrò in casa. A quel punto a uscire fu il colonnello Joseíto (José Delgado), il capo della sua scorta, che andò dal gruppetto e disse, in tono di vera e propria supplica: "Signori, cazzo, vi prego di uscire da quell'ingresso e non guardare più da questa parte, così lui potrà credere di essere solo". In tutto il tempo che ho trascorso vicino o insieme a Fidel, questo è il momento più patetico che conservo nella memoria. Troppo intelligente per non sapere che la sua solitudine era impossibile, sembrava accontentarsi di credere in un'illusione. Eppure - e questo si dava per scontato - era una solitudine che veniva garantita con il dispiegamento di una compagnia rafforzata dei ranger delle Truppe speciali, portata dall'Avana per l'occasione e armata addirittura di missili antiaereo portatili.
Implicito nella scena, quel vago patetismo (termine che non uso in senso peggiorativo), è debitamente rivelatore di una personalità in lotta permanente per assicurarsi un perimetro di intimità e renderlo inviolabile. Questo veniva espresso, o per meglio dire giustificato ideologicamente, in molti modi, e tra l'altro garantiva alcuni vantaggi inaspettati. L'idea, per usare le parole dello stesso Fidel, era che la sua vita personale non doveva mischiarsi con la sua vita politica. In quel caso, per decantazione, niente di meglio che la sua guardia pretoriana per tracciare e difendere la frontiera. Era qui che faceva atto di presenza la sua vera preoccupazione: disporre del miglior servizio di scorta del mondo. Idea e scorta che più tardi gli sarebbero servite (com'era logico) per darsi alla pazza gioia in festini organizzati sfruttando le sue misteriose case di sicurezza o, come successe in un periodo, per eludere la costante persecuzione che Celia Sánchez, sua compagna di guerriglia sulla Sierra Maestra, gli scatenò contro per tutta Cuba quando seppe dei suoi amoreggiamenti con Dalia Soto del Valle
Per quanto riguarda la sua famiglia, vale la pena di dire, questo concetto di roccaforte protetta fu difeso con un accanimento ancora più forte. Sto parlando della famiglia vera, di questa signora, sua moglie, Dalia, e dei cinque figli che ha avuto con lei, in ordine decrescente: Alex, Alexis, Alejandro, Antonio e Ángel. Occasionalmente, negli ultimi tempi, uscivano fuori alcune foto dell'intimità familiare e venivano pubblicate fuori da Cuba, ma la spiegazione delle autorità su queste indiscrezioni era di rassegnazione: normale che succedesse, perché ognuno dei ragazzi era cresciuto e aveva preso la sua strada. In realtà, a guardar bene, nonostante le rare foto pubblicate su riviste scandalistiche fuori da Cuba, si è trattato di un trionfo del servizio di sicurezza personale, perché fino alla maggiore età nessuno aveva mai potuto vedere neanche una foto dei ragazzini.
Tutto nasceva, originariamente, da un criterio elaborato da Fidel, che era politico (anche se lui voleva riconvertirlo in una questione di sicurezza): secondo le sue stesse parole, pronunciate molte volte nella cerchia dei suoi amici più stretti, il criterio era non contaminare la sua famiglia con il resto dei suoi subordinati.
E non valeva solo per il volgo. Nemmeno Raúl Castro per molto tempo ebbe accesso a quella famiglia e a quelle case. Raúl era pazzo di felicità il giorno in cui suo figlio Alejandro, che aveva già più di vent'anni, conobbe finalmente per caso, a una festa, due dei suoi cugini, figli di Fidel. Fu un momento di esaltazione per il generale dell'esercito e capo delle forze armate (e attuale presidente della Repubblica) quando ne fu informato, e chiamò i subordinati che stavano lì in quel momento e li mandò a cercare della vodka per brindare all'incontro. E non era solo il contatto con qualche cugino. L'accesso di Raúl e dei suoi familiari, come di qualsiasi altro cittadino, alla piscina termica coperta della famosa clinica Cimeq era proibito quando doveva usarla Dalia. Le spiegazioni per la condotta di Fidel e per il manto di protezione in cui faceva vivere la sua famiglia potevano essere molteplici, ma l'argomento di fondo andava sempre a parere, inesorabilmente, sulla Cia. È chiaro che si trattava anche di una spiegazione per l'esterno. Io direi che le ragioni possono essere intime come rivelò il colonnello Joseíto quella mattina a Harare: sentirsi solo.
Cosicché, finora, quello che abbiamo avuto è un uomo che emette segnali di distrazione in maniera costante, metodica. Insomma, un uomo rivestito di una corazza di enigmi e che poteva contare sull'apparato repressivo di uno Stato per conseguire il suo obbiettivo. Un obiettivo che ora, con il passare del tempo e nel momento in cui compie novant'anni, domani, ci appare indistinto, rarefatto. In che direzione andava? O peggio ancora, in che direzione ci portava? Novant'anni, per Dio. Se togliamo dal conto i primi, investiti nella bucolica infanzia del figlio di un latifondista, e nella sua necessaria istruzione, e nella sua attività di campione di pallacanestro sotto l'egida dei gesuiti, il resto, settant'anni e più, da quando cominciò il suo addestramento di politico e pistolero all'Università dell'Avana fino a quando si è guadagnato il posto di ultimo leader del movimento comunista internazionale, quello che ci si para davanti è un gigante, che ci sfugge dietro cortine di fumo, imbrogli, manovre di occultamento e circoli ristretti.
È curioso che quest'uomo, che tutti noi che siamo stati suoi contemporanei in qualche momento abbiamo venerato, e perfino amato, rimanga ancora un enigma, e che alla fine l'unica cosa che ci lascerà di se stesso sarà un'astrazione.
Norberto Fuentes
Fidel Castro compie 90 anni:
il Lìder Maximo icona della rivoluzione comunista
Il 31 agosto 1986, dopo un interminabile viaggio di 17 ore dall'Avana, con scalo a Ilha do Sal, di fronte a Capo Verde, Fidel Castro arrivò a Harare, la capitale dello Zimbabwe, per prendere parte alla conferenza dei Paesi non allineati. Si insediò nel villino alla periferia della città che gli esperti del ministero dell'Interno avevano comprato e preparato per lui, e che successivamente sarebbe servito come residenza permanente dell'ambasciatore cubano. C'era un giardinetto con un muro intorno accanto alla porta principale, e il villino era isolato e il mezzogiorno tranquillo quando Fidel uscì dalla casa nel piccolo cortile, infagottato in una vestaglia viola che gli scendeva fino alle caviglie e con le pantofole.
Fece qualche passo con le mani infilate nelle tasche della vestaglia quando si accorse della presenza di una dozzina di suoi collaboratori accalcati nel parcheggio adiacente alla recinzione, e rientrò in casa. A quel punto a uscire fu il colonnello Joseíto (José Delgado), il capo della sua scorta, che andò dal gruppetto e disse, in tono di vera e propria supplica: "Signori, cazzo, vi prego di uscire da quell'ingresso e non guardare più da questa parte, così lui potrà credere di essere solo". In tutto il tempo che ho trascorso vicino o insieme a Fidel, questo è il momento più patetico che conservo nella memoria. Troppo intelligente per non sapere che la sua solitudine era impossibile, sembrava accontentarsi di credere in un'illusione. Eppure - e questo si dava per scontato - era una solitudine che veniva garantita con il dispiegamento di una compagnia rafforzata dei ranger delle Truppe speciali, portata dall'Avana per l'occasione e armata addirittura di missili antiaereo portatili.
Implicito nella scena, quel vago patetismo (termine che non uso in senso peggiorativo), è debitamente rivelatore di una personalità in lotta permanente per assicurarsi un perimetro di intimità e renderlo inviolabile. Questo veniva espresso, o per meglio dire giustificato ideologicamente, in molti modi, e tra l'altro garantiva alcuni vantaggi inaspettati. L'idea, per usare le parole dello stesso Fidel, era che la sua vita personale non doveva mischiarsi con la sua vita politica. In quel caso, per decantazione, niente di meglio che la sua guardia pretoriana per tracciare e difendere la frontiera. Era qui che faceva atto di presenza la sua vera preoccupazione: disporre del miglior servizio di scorta del mondo. Idea e scorta che più tardi gli sarebbero servite (com'era logico) per darsi alla pazza gioia in festini organizzati sfruttando le sue misteriose case di sicurezza o, come successe in un periodo, per eludere la costante persecuzione che Celia Sánchez, sua compagna di guerriglia sulla Sierra Maestra, gli scatenò contro per tutta Cuba quando seppe dei suoi amoreggiamenti con Dalia Soto del Valle
Per quanto riguarda la sua famiglia, vale la pena di dire, questo concetto di roccaforte protetta fu difeso con un accanimento ancora più forte. Sto parlando della famiglia vera, di questa signora, sua moglie, Dalia, e dei cinque figli che ha avuto con lei, in ordine decrescente: Alex, Alexis, Alejandro, Antonio e Ángel. Occasionalmente, negli ultimi tempi, uscivano fuori alcune foto dell'intimità familiare e venivano pubblicate fuori da Cuba, ma la spiegazione delle autorità su queste indiscrezioni era di rassegnazione: normale che succedesse, perché ognuno dei ragazzi era cresciuto e aveva preso la sua strada. In realtà, a guardar bene, nonostante le rare foto pubblicate su riviste scandalistiche fuori da Cuba, si è trattato di un trionfo del servizio di sicurezza personale, perché fino alla maggiore età nessuno aveva mai potuto vedere neanche una foto dei ragazzini.
Tutto nasceva, originariamente, da un criterio elaborato da Fidel, che era politico (anche se lui voleva riconvertirlo in una questione di sicurezza): secondo le sue stesse parole, pronunciate molte volte nella cerchia dei suoi amici più stretti, il criterio era non contaminare la sua famiglia con il resto dei suoi subordinati.
E non valeva solo per il volgo. Nemmeno Raúl Castro per molto tempo ebbe accesso a quella famiglia e a quelle case. Raúl era pazzo di felicità il giorno in cui suo figlio Alejandro, che aveva già più di vent'anni, conobbe finalmente per caso, a una festa, due dei suoi cugini, figli di Fidel. Fu un momento di esaltazione per il generale dell'esercito e capo delle forze armate (e attuale presidente della Repubblica) quando ne fu informato, e chiamò i subordinati che stavano lì in quel momento e li mandò a cercare della vodka per brindare all'incontro. E non era solo il contatto con qualche cugino. L'accesso di Raúl e dei suoi familiari, come di qualsiasi altro cittadino, alla piscina termica coperta della famosa clinica Cimeq era proibito quando doveva usarla Dalia. Le spiegazioni per la condotta di Fidel e per il manto di protezione in cui faceva vivere la sua famiglia potevano essere molteplici, ma l'argomento di fondo andava sempre a parere, inesorabilmente, sulla Cia. È chiaro che si trattava anche di una spiegazione per l'esterno. Io direi che le ragioni possono essere intime come rivelò il colonnello Joseíto quella mattina a Harare: sentirsi solo.
Cosicché, finora, quello che abbiamo avuto è un uomo che emette segnali di distrazione in maniera costante, metodica. Insomma, un uomo rivestito di una corazza di enigmi e che poteva contare sull'apparato repressivo di uno Stato per conseguire il suo obbiettivo. Un obiettivo che ora, con il passare del tempo e nel momento in cui compie novant'anni, domani, ci appare indistinto, rarefatto. In che direzione andava? O peggio ancora, in che direzione ci portava? Novant'anni, per Dio. Se togliamo dal conto i primi, investiti nella bucolica infanzia del figlio di un latifondista, e nella sua necessaria istruzione, e nella sua attività di campione di pallacanestro sotto l'egida dei gesuiti, il resto, settant'anni e più, da quando cominciò il suo addestramento di politico e pistolero all'Università dell'Avana fino a quando si è guadagnato il posto di ultimo leader del movimento comunista internazionale, quello che ci si para davanti è un gigante, che ci sfugge dietro cortine di fumo, imbrogli, manovre di occultamento e circoli ristretti.
È curioso che quest'uomo, che tutti noi che siamo stati suoi contemporanei in qualche momento abbiamo venerato, e perfino amato, rimanga ancora un enigma, e che alla fine l'unica cosa che ci lascerà di se stesso sarà un'astrazione.
Norberto Fuentes
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Re: 90 AÑITOS de Fidel
http://www.diariodecuba.com/cuba/1471164113_24585.html
Fidel Castro asiste a una función de La Colmenita en su honor
Fidel Castro reapareció este sábado en público para asistir a una función en su honor de la compañía infantil La Colmenita en el Teatro Karl Marx, de La Habana. Lo acompañaron Raúl Castro, el presidente de Venezuela, Nicolás Maduro, y su esposa, Cilia Flores.
El dictador, que cumplió este sábado 90 años, entró en el teatro entre aplausos y gritos de "Fidel, Fidel, Fidel" y "Felicidades padre", vestido con su ya clásico mono deportivo.
En la obra de La Colmenita, dedicada a José Martí y a Castro, intervinieron como invitados especiales la cantante Omara Portuondo, el historiador de La Habana, Eusebio Leal, y el tresero Pancho Amat.
Según la prensa oficial, la obra es "una clase imaginaria" que entreteje pensamientos de José Martí y el "mejor de sus discípulos", y que incluye momentos en los que "los niños cantan, bailan y recrean la Historia de Cuba" que ha establecido el régimen.
Carlos Alberto Cremata, director de La Colmenita, incorpora fragmentos del documental Mi hermano Fidel (1977), del realizador Santiago Álvarez, en el que un anciano que conoció a Martí dialoga con el dictador.
La gala, de una hora, tuvo como telón de fondo imágenes "antológicas y otras inéditas" de Castro, indicó la web oficial Cubadebate. Los niños escenificaron fragmento de la obra Abdala, de José Martí, y Omara Portuondo, presentada como la abuela de una de las niñas de la clase, cantó a capella "La era", de Silvio Rodríguez.
La intervención de Leal fue un relato en el que presentó a Castro como "un amigo bueno y un maestro siempre", con "infinita paciencia y enorme capacidad de escuchar".
A la gala fueron invitados los cinco espías, expedicionarios del yate Granma, "Héroes de la República y el Trabajo", altos funcionarios del Gobierno, dirigentes de organizaciones políticas y militares.
Castro, a quien el régimen llama "líder histórico de la Revolución", aseguró durante décadas estar en contra del culto a la personalidad. Sin embargo, en sus últimos años ha terminado en medio de un trato que recuerda el de los norcoreanos a sus líderes.
Chavistas celebran el cumpleaños de Castro en Caracas
Mientras Maduro acompañaba a Castro a la gala, en Caracas decenas de chavistas acudieron a la Plaza Bolívar, ubicada en el centro de la ciudad, para celebrar el cumpleaños 90 del dictador.
La actividad estuvo encabezada por la coordinadora nacional de Juventud del gobernante Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), Andreina Tarazón, y distintos movimientos juveniles chavistas, reportó EFE.
"Nuestro gran reto es ser tan buenos hijos de Chávez y de Fidel en su compromiso, en su lealtad al pueblo como estos dos hombres fueron leales y buenos hijos tanto de (José) Martí como de (Simón) Bolívar", dijo Tarazón al canal estatal VTV.
Miembros del oficialismo publicaron en Twitter mensajes de felicitación a Castro.
El diputado Diosdado Cabello escribió: "Comandante Fidel, son 90 años cargados de fuerza revolucionaria, de dignidad, de lealtad a los principios y a los amigos. Un abrazo grande".
"Crecimos con el ejemplo y las enseñanzas del Comandante de la Dignidad. Imbatible combatiente antiimperialista", dijo por su parte la canciller venezolana, Delcy Rodríguez.
Fidel Castro asiste a una función de La Colmenita en su honor
Fidel Castro reapareció este sábado en público para asistir a una función en su honor de la compañía infantil La Colmenita en el Teatro Karl Marx, de La Habana. Lo acompañaron Raúl Castro, el presidente de Venezuela, Nicolás Maduro, y su esposa, Cilia Flores.
El dictador, que cumplió este sábado 90 años, entró en el teatro entre aplausos y gritos de "Fidel, Fidel, Fidel" y "Felicidades padre", vestido con su ya clásico mono deportivo.
En la obra de La Colmenita, dedicada a José Martí y a Castro, intervinieron como invitados especiales la cantante Omara Portuondo, el historiador de La Habana, Eusebio Leal, y el tresero Pancho Amat.
Según la prensa oficial, la obra es "una clase imaginaria" que entreteje pensamientos de José Martí y el "mejor de sus discípulos", y que incluye momentos en los que "los niños cantan, bailan y recrean la Historia de Cuba" que ha establecido el régimen.
Carlos Alberto Cremata, director de La Colmenita, incorpora fragmentos del documental Mi hermano Fidel (1977), del realizador Santiago Álvarez, en el que un anciano que conoció a Martí dialoga con el dictador.
La gala, de una hora, tuvo como telón de fondo imágenes "antológicas y otras inéditas" de Castro, indicó la web oficial Cubadebate. Los niños escenificaron fragmento de la obra Abdala, de José Martí, y Omara Portuondo, presentada como la abuela de una de las niñas de la clase, cantó a capella "La era", de Silvio Rodríguez.
La intervención de Leal fue un relato en el que presentó a Castro como "un amigo bueno y un maestro siempre", con "infinita paciencia y enorme capacidad de escuchar".
A la gala fueron invitados los cinco espías, expedicionarios del yate Granma, "Héroes de la República y el Trabajo", altos funcionarios del Gobierno, dirigentes de organizaciones políticas y militares.
Castro, a quien el régimen llama "líder histórico de la Revolución", aseguró durante décadas estar en contra del culto a la personalidad. Sin embargo, en sus últimos años ha terminado en medio de un trato que recuerda el de los norcoreanos a sus líderes.
Chavistas celebran el cumpleaños de Castro en Caracas
Mientras Maduro acompañaba a Castro a la gala, en Caracas decenas de chavistas acudieron a la Plaza Bolívar, ubicada en el centro de la ciudad, para celebrar el cumpleaños 90 del dictador.
La actividad estuvo encabezada por la coordinadora nacional de Juventud del gobernante Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), Andreina Tarazón, y distintos movimientos juveniles chavistas, reportó EFE.
"Nuestro gran reto es ser tan buenos hijos de Chávez y de Fidel en su compromiso, en su lealtad al pueblo como estos dos hombres fueron leales y buenos hijos tanto de (José) Martí como de (Simón) Bolívar", dijo Tarazón al canal estatal VTV.
Miembros del oficialismo publicaron en Twitter mensajes de felicitación a Castro.
El diputado Diosdado Cabello escribió: "Comandante Fidel, son 90 años cargados de fuerza revolucionaria, de dignidad, de lealtad a los principios y a los amigos. Un abrazo grande".
"Crecimos con el ejemplo y las enseñanzas del Comandante de la Dignidad. Imbatible combatiente antiimperialista", dijo por su parte la canciller venezolana, Delcy Rodríguez.
mosquito- Admin
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Re: 90 AÑITOS de Fidel
Che mito vivente....pur non essendo favorevole al regime devo dire che considero fidel un mito vero e proprio un personaggio carismatico ....
Ricirdo 2 delle frasi piu famose..
La storia mi assolverà
Lascerò il potete quando ci sarà un presidente americano nero ed un papa latinoamericano
E fú davvero cosí
Ricirdo 2 delle frasi piu famose..
La storia mi assolverà
Lascerò il potete quando ci sarà un presidente americano nero ed un papa latinoamericano
E fú davvero cosí
giumiro- Messaggi : 2903
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Carattere : Caibarien Mon Amour
Re: 90 AÑITOS de Fidel
La Storia mi assolverà...vedremo...
Il potere lo ha lasciato nel 2006 per raggiunti limiti di età...all Epoca il Papa era il Pastore tedesco e il Presidente Usa Giorgio Bush.
Di fesserie be ha fatte e ne ha dette tante,certo gli va riconosciuto un grande carisma e gli indubbi meriti post rivoluzionari.
Purtroppo di lui e della sua gang non vengono spesso ricordati i demeriti..Democrazia,elezioni,diritti umani,diritti civili,frammentazione della società cubana,purghe contro finocchi preti suore intellettuali borghesi,nazionalizzazioni,sostegno alla guerriglia i. America latina e Africa...
Gli e andata bene,morirà nel suo letto ne fucilato ne con una corda al collo
Il potere lo ha lasciato nel 2006 per raggiunti limiti di età...all Epoca il Papa era il Pastore tedesco e il Presidente Usa Giorgio Bush.
Di fesserie be ha fatte e ne ha dette tante,certo gli va riconosciuto un grande carisma e gli indubbi meriti post rivoluzionari.
Purtroppo di lui e della sua gang non vengono spesso ricordati i demeriti..Democrazia,elezioni,diritti umani,diritti civili,frammentazione della società cubana,purghe contro finocchi preti suore intellettuali borghesi,nazionalizzazioni,sostegno alla guerriglia i. America latina e Africa...
Gli e andata bene,morirà nel suo letto ne fucilato ne con una corda al collo
albertico- Messaggi : 3204
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Re: 90 AÑITOS de Fidel
Hola Albert que bolà..
..se non ricordo male lascia la carica nel 2008 da wiki: 18 febbraio 2008, dopo quasi mezzo secolo di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri, a causa di problemi di salute.
Si ha molte pecche non lo nego pero non puoi negare che é un personaggio
..se non ricordo male lascia la carica nel 2008 da wiki: 18 febbraio 2008, dopo quasi mezzo secolo di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri, a causa di problemi di salute.
Si ha molte pecche non lo nego pero non puoi negare che é un personaggio
giumiro- Messaggi : 2903
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Re: 90 AÑITOS de Fidel
Todo bien Asere...
mi sembrava di ricordare 2006...
di certo non gli dobbiamo anche il ruolo di moderno Nostradamus Tropicale.
E' stato indubbiamente un grande manipolatore ed indubbiamente un grandissimo personaggio di spessore mondiale.
Ci ha tra l altro consegnato un Paese alla fame una ventina di anni fa e una generazione di chiquitas con cui ci siamo divertiti alla grandissima
Grazie Mi Comandante
mi sembrava di ricordare 2006...
di certo non gli dobbiamo anche il ruolo di moderno Nostradamus Tropicale.
E' stato indubbiamente un grande manipolatore ed indubbiamente un grandissimo personaggio di spessore mondiale.
Ci ha tra l altro consegnato un Paese alla fame una ventina di anni fa e una generazione di chiquitas con cui ci siamo divertiti alla grandissima
Grazie Mi Comandante
albertico- Messaggi : 3204
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Re: 90 AÑITOS de Fidel
albertico ha scritto:Todo bien Asere...mi sembrava di ricordare 2006...di certo non gli dobbiamo anche il ruolo di moderno Nostradamus Tropicale.
E' stato indubbiamente un grande manipolatore ed indubbiamente un grandissimo personaggio di spessore mondiale.
Ci ha tra l altro consegnato un Paese alla fame una ventina di anni fa e una generazione di chiquitas con cui ci siamo divertiti alla grandissimaGrazie Mi Comandante
titi..ficcante como siempre..
bueno..
claro che FIDEL..es siempre fidel..
e come ben sappiamo kuba..e FIDEL ...sono legate da un largo destino..
e trattasi tutt'ora di bandiera politica..con tutte le manipolazioni conseguenti....
del resto nella historia Fidel c'è gia' da un bel pezzo...e con un ruolo di primo piano per quanto riguarda il latino america..
ma oramai sono un 10 anitos che governa l'hermano...
ps
ricordiamo che cumplio' los anitos la nuestra viejita M.onja tmb...
80 ...
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Re: 90 AÑITOS de Fidel
albertico ha scritto:Todo bien Asere...
mi sembrava di ricordare 2006...
di certo non gli dobbiamo anche il ruolo di moderno Nostradamus Tropicale.
E' stato indubbiamente un grande manipolatore ed indubbiamente un grandissimo personaggio di spessore mondiale.
Ci ha tra l altro consegnato un Paese alla fame una ventina di anni fa e una generazione di chiquitas con cui ci siamo divertiti alla grandissima
Grazie Mi Comandante
si
l'annuncio della malattia di Fidel
(e forzata rinuncia al governo..)
è del 31 luglio 2006....
ya pasaron en un rato 10 anitos...
stavo all'habana ..recuerdo la preocupacion de la gente...
mosquito- Admin
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