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Cuba e Mosca, c'eravamo tanto amati
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Cuba e Mosca, c'eravamo tanto amati
Nella visita di Raul Castro a Putin schegge di un percorso comune e il "consiglio" di Mosca a non tentare di imbalsamare la storia.
Da 88 anni Vladimir Ilic Lenin giace nel mausoleo sulla Piazza Rossa. Più di 20 milioni di visitatori, tanti soldi spesi per conservare il corpo imbalsamato del padre della rivoluzione bolshevica. Un'equipe di scienziati al servizio della salma, un intero attrezzatissimo laboratorio segreto che si trova proprio all'interno della struttura di granito. Ma non è facile la vita post mortem di Lenin. Si racconta di una nonnina di Leningrado che, dopo aver trascorso tante ore in fila per salutare Vladimir Ilic, quando finalmente lo ha visto e si è messa a piangere: "Tutta questa gente, ma lui è tanto solo, accanto ha solo medici e tecnici che lo vengono a disturbare. E la sua mamma sua e la sorella lo aspettano a Leningrado...". Ragionava col cuore, la nonnina, e negli anni '90 molti la pensavano come la babushka. Ma ha prevalso la ragion di Stato, e il Mausoleo è rimasto lì dove é.
Lasciamo le lacrime della nonnina, e veniamo ad oggi. Raul Castro vuole assolutamente visitare Vladimir Lenin a Mosca. La Granma, il giornale della rivoluzione cubana, annuncia questa visita come una delle mete principali della visita di Raul in Russia. Il fratello di Fedel si commuove, chiede agli imbalsamatori i segreti e le tecniche di mantenimento della salma del grande leader. Pare che la stessa sorte potrebbe toccare, dopo la dipartita, anche al leader maximo, Fidel. Tutti in Russia ne parlano e ci9 sono opinioni contrapposte. Durante questa storica visita a Mosca il misurato e riservato Raul non riesce a nascondere le emozioni. Se ne infischia del rigido protocollo imposto dai russi anche per i cosiddetti "incontri informali". Raul arriva nella dacia di Ogarevo in anticipo. Qualcuno grida "Viva Cuba!", e Raul non trattiene le lacrime, piange.
Da 23 anni Cuba e l'Impero non si incontrano. L'impero, dissolvendosi, non ha più aiutato l'isola sorella. Tutto è cambiato in questi 23 anni. Putin si fa attendere, Raul gira per la dacia, cerca di abbracciare il rigido ministro degli Esteri, Lavrov che si ritrae. Poi arriva Putin, gelido e contratto. Si limita a mandare "affettuosi saluti al caro amico Fidel". Nessuna altra concessione che non rientri nel freddo protocollo. Ad Ogarevo fa caldo. "Mi sembra di trovarmi nella mia Havana",dice Raul". "Abbiamo spento i condizionatori per non rovinare l'audio delle riprese televisive", rispondono gli ospiti russi ai cubani. Insomma, Raul appare al Cremlino inutilmente sentimentale e nostalgico.
E per quanto riguarda la salma del capo del proletariato "potrebbe pure riprendersela", si legge oggi nel commento sarcastico del prestigioso quotidiano russo il "Kommersant". In Italia, su Repubblica - che racconta i retroscena della visita di Castro a Lenin - come, dicevamo, si ipotizza l'intenzione di Raul imbalsamare il celeberrimo fratello Fidel al momento della inevitabile morte. Intenzione smentita dai russi.
Dal Paese che aveva fatto, per decenni, dell'interminabile fila al mausoleo un perno della propria ritualità meccanica e svuotata di significati, ora arriva a Raul un invito a non farlo, a non provare la via dell'imbalsamazione. La storia ha insegnato che è impossibile imbalsamare la storia. Bella, brutta, contraddittoria, tragica, che sia, o che sia stata. E le lacrime di Raul, tanto criticate a Mosca, fanno sperare che l'esperienza di Vladimir Ilic alla fine non sarà ripetuta a Cuba.
In quel timido "Viva Cuba!", gridato da qualche volenteroso e nostalgico russo, c'é tutto quello che appartiene alla storia comune: il giovane Fidel, accanto a Crishev, le ragazze di allora con fazzoletti bianchi in visibilio per il leader dei "barbuto," e sempre Fidel in pelliccia e colbacco in giro per l'Unione Sovietica"; e la raccolta della canna da zucchero per aiutare il popolo-amico; e i lunghi baci con Brezhnev e gli interminabili discorsi di entrambi; e poi, la dolorosa persecuzione dei dissidenti, e i morti sulla rotta di Miami, o negli ospedali psichiatrici sovietici. E' per questo che in Russia in molti chiedono a Raul di ascoltare la saggezza di quella famosa nonnina di Leningrado.
Da 88 anni Vladimir Ilic Lenin giace nel mausoleo sulla Piazza Rossa. Più di 20 milioni di visitatori, tanti soldi spesi per conservare il corpo imbalsamato del padre della rivoluzione bolshevica. Un'equipe di scienziati al servizio della salma, un intero attrezzatissimo laboratorio segreto che si trova proprio all'interno della struttura di granito. Ma non è facile la vita post mortem di Lenin. Si racconta di una nonnina di Leningrado che, dopo aver trascorso tante ore in fila per salutare Vladimir Ilic, quando finalmente lo ha visto e si è messa a piangere: "Tutta questa gente, ma lui è tanto solo, accanto ha solo medici e tecnici che lo vengono a disturbare. E la sua mamma sua e la sorella lo aspettano a Leningrado...". Ragionava col cuore, la nonnina, e negli anni '90 molti la pensavano come la babushka. Ma ha prevalso la ragion di Stato, e il Mausoleo è rimasto lì dove é.
Lasciamo le lacrime della nonnina, e veniamo ad oggi. Raul Castro vuole assolutamente visitare Vladimir Lenin a Mosca. La Granma, il giornale della rivoluzione cubana, annuncia questa visita come una delle mete principali della visita di Raul in Russia. Il fratello di Fedel si commuove, chiede agli imbalsamatori i segreti e le tecniche di mantenimento della salma del grande leader. Pare che la stessa sorte potrebbe toccare, dopo la dipartita, anche al leader maximo, Fidel. Tutti in Russia ne parlano e ci9 sono opinioni contrapposte. Durante questa storica visita a Mosca il misurato e riservato Raul non riesce a nascondere le emozioni. Se ne infischia del rigido protocollo imposto dai russi anche per i cosiddetti "incontri informali". Raul arriva nella dacia di Ogarevo in anticipo. Qualcuno grida "Viva Cuba!", e Raul non trattiene le lacrime, piange.
Da 23 anni Cuba e l'Impero non si incontrano. L'impero, dissolvendosi, non ha più aiutato l'isola sorella. Tutto è cambiato in questi 23 anni. Putin si fa attendere, Raul gira per la dacia, cerca di abbracciare il rigido ministro degli Esteri, Lavrov che si ritrae. Poi arriva Putin, gelido e contratto. Si limita a mandare "affettuosi saluti al caro amico Fidel". Nessuna altra concessione che non rientri nel freddo protocollo. Ad Ogarevo fa caldo. "Mi sembra di trovarmi nella mia Havana",dice Raul". "Abbiamo spento i condizionatori per non rovinare l'audio delle riprese televisive", rispondono gli ospiti russi ai cubani. Insomma, Raul appare al Cremlino inutilmente sentimentale e nostalgico.
E per quanto riguarda la salma del capo del proletariato "potrebbe pure riprendersela", si legge oggi nel commento sarcastico del prestigioso quotidiano russo il "Kommersant". In Italia, su Repubblica - che racconta i retroscena della visita di Castro a Lenin - come, dicevamo, si ipotizza l'intenzione di Raul imbalsamare il celeberrimo fratello Fidel al momento della inevitabile morte. Intenzione smentita dai russi.
Dal Paese che aveva fatto, per decenni, dell'interminabile fila al mausoleo un perno della propria ritualità meccanica e svuotata di significati, ora arriva a Raul un invito a non farlo, a non provare la via dell'imbalsamazione. La storia ha insegnato che è impossibile imbalsamare la storia. Bella, brutta, contraddittoria, tragica, che sia, o che sia stata. E le lacrime di Raul, tanto criticate a Mosca, fanno sperare che l'esperienza di Vladimir Ilic alla fine non sarà ripetuta a Cuba.
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