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Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
3 partecipanti
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
ahinamà ha scritto:mosquito ha scritto:ahinamà ha scritto:
e c'è cmq da comprendere anche ahinama'..
ai primi viaggi..con tutti ste kubane/i che ti vogliono
credo que necesita vivir la vacacione in maniera un po' piu'..relajada..
magari gia' sapendo..lo riesgos (cmq limitati ..via!) de kuba..
Tu ne sai qualcosa, vero...? non mi sembravi tanto relajado quella sera che ci siam sentiti a kuba, eri abbastanza empingado che la tua amiguita holguinera se n'era andata via (come si dice.. pegar los tarros?)...con un'altro (altro che mecanica..), con vacacione già pagata,ecc e ti toccava $o$tituirla con un'altra...
Cose che capitano...a Kuva, anche dopo molti viaggi
eggia'..
e cmq come dicono a kuba..magari un po' ..fatalisticamente...
lo que sucede..conviene..[/quote]
Però che ingrata, dopo tutto quello che hai fatto per lei $$$....
neanche un minimo di rispetto, almeno un po' di riconoscenza...
Questo succede quando si instaurano i rapporti di convenienza ..
Ma non è che non le davi la giusta razione di pinguita y necesitava mas..? [/quote]
beh.."rapporti di convenienza" credo che(con le dovute differenze) lo siano un po' tutti quelli che si instaurano con le kubanitas..
casomai uno cercherebbe ,assieme alla giusta dose di carigno..casomai un poco di respecto..
e comunque si lamentava in effetti un poquito di come la tratta$$i ..poi mica ci ho speso un capital non credere..
relativamente alla falta de pinga..mah..pure puo' essere ..e poi le empezaron las mestruaciones asi' que a maggior ragione necesitabo una ..otra via..
cmq una eXperiencia mas..
y lo que sucede conviene..
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
arcoiris ha scritto:ahinamà ha scritto:
però riesco a distinguere le ragazze di cui provare a fidarsi (con tutte le differenze culturali e di abitudini) da quelle solo interessate al dinerito..
Ahinamá no te imaginas la cantidad de veces que escuché esta frase....
ps
vabbuo'..per la proxima vez que paso' per Holguin
..ti chiedero' qualche numero..nama'..
Ultima modifica di mosquito il Ven 21 Set 2012 - 0:24 - modificato 1 volta.
mosquito- Admin
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
Y tu porque te ríes tanto?
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
arcoiris ha scritto:Y tu porque te ríes tanto?
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
in uscita nel weekend il primo singolo,"Guantanamera(guajira)"..
il disco completo("Sesion cubana") il proximo mes...
http://www.zucchero.it/da-venerdi-in-tutte-le-radio-italiane-e-tutti-i-digital-store-il-nuovo-singolo-di-zucchero-guantanamera-guajira/
il disco completo("Sesion cubana") il proximo mes...
http://www.zucchero.it/da-venerdi-in-tutte-le-radio-italiane-e-tutti-i-digital-store-il-nuovo-singolo-di-zucchero-guantanamera-guajira/
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
L’album “La Sesión Cubana”,
che Zucchero ha interamente registrato a l’Havana, insieme ai più importanti musicisti cubani,
verrà pubblicato il 20 novembre in tutto il mondo.
Il disco, prodotto da Zucchero e Don Was, mixato da Michael Brauer, contiene sette canzoni inedite, ma anche sei successi completamente riarrangiati (“Baila”, “Un Kilo”, “Così Celeste”, “Cuba Libre”, ”Indaco dagli occhi del cielo” e “L’Urlo”). Oltre al primo singolo “Guantanamera (Guajira)”, adattato da Zucchero nella versione italiana, nell’album sono presenti gli inediti “Love is all around” e “Sabor a ti”, la cover “Never is a moment”, due cover in spagnolo, “Nena” e “Pana”, in duetto con Bebe, e “Ave Maria no morro”, in lingua portoghese, cantato insieme a Djavan, uno tra i più prestigiosi esponenti della musica brasiliana contemporanea.
Zucchero descrive così il suo nuovo lavoro: La mia musica, come tutti sanno, viene dal blues, dal soul, dal gospel. Questo progetto e’ un viaggio che va da New Orleans a Mexicali fino a Cuba. Suoni e ritmi latini , cubani, tex -mex si fondono insieme ballando.
“Hasta l’asta siempre
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Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
di Monica Ricci Sargentini
Dopo Ramazzotti in Uzbekistan e Ornella Muti in Cecenia, ecco un’altra star italiana che non sa resistere alla tentazione di esibirsi in una terra dove i diritti umani vengono calpestati. Zucchero è arrivato la settimana scorsa all’Avana dove l’8 dicembre terrà un concerto all’aperto nel parco all’interno dell’Istituto Superiore dell’Arte. “Per me è un piacere ed un onore essere qui a Cuba, per la sua gente, la sua storia e la sua cultura”, ha assicurato il cantante in un’intervista mandata in onda dal telegiornale. Zucchero, alias Adelmo Fornaciari, 57 anni, un innamorato dell’isola, coglierà anche l’occasione per presentare il suo ultimo album, “La sesion cubana”, che comprende una serie di classici della sua carriera, nonchè sette brani nuovi registrati insieme a musicisti cubani, tra cui due inediti ed alcune cover. Il concerto dell’8 dicembre sarà trasmesso in tv anche in Italia. Con buona pace dei dissidenti che giacciono in prigione e della libertà di espressione che viene calpestata quotidianamente dal regime castrista. Ma a Sugar tutto ciò non sembra importare. Qualche giorno fa ha detto al mio collega Andrea Laffranchi che l’ha intervistato sul Corriere: ”Pensai per la prima volta a questo concerto 22 anni fa, subito dopo lo show con cui, primo occidentale della storia, suonai al Cremlino ma me lo hanno sconsigliato perché avrei compromesso la mia carriera americana. Ho deciso di sbattermene i cosiddetti perché a 57 anni sono appagato”. Insomma se Zucchero non ha suonato prima a Cuba è stato solo per una mera ragione di interessi economici. Gli affari sono affari. E poi lui è un romantico: “Volevo fare questo spettacolo prima che Cuba diventasse un’altra cosa. Ci sarà per forza un’apertura. È un popolo allo stremo”. Anche se assicura che non andrà nell’isola per “sostenere Fidel Castro”.
Chissà cosa ne pensa la blogger Yoani Sánchez che l’otto novembre è stata fermata all’Avana assieme ad altri militanti perché voleva avere informazioni sugli oppositori anti-castristi, circa una ventina, arrestati qualche giorno prima. A lei e agli altri dissidenti Zucchero ovviamente non dedica nemmeno una parola perché sa benissimo che metterebbe a rischio il suo concerto. Eh sì. Gli affari sono affari. E allora quanto è bello Che Guevara: “Quando ero all’istituto chimico di Carrara, anni di lotte e scioperi, sentivo il mito di Che Guevara: era uno con le palle, condividevo allora i suoi principi e li condivido ancora”. Evviva.
A Zucchero chiediamo: “Perché non spende una parola per gli intellettuali e per i dissidenti che lottano per la libertà a Cuba? Sono loro il vero mito oggi”. Un lettore ci ha scritto: “Vorrei attirare la vostra attenzione su quello che secondo a mio modesto parere non’è altro che un vero conflitto etico di Zucchero con il suo concerto all’Avana. Seguo con attenzione da giorni la vicenda vergognosa di Antonio Rodiles e tutto il movimento intellettuale che si è creato intorno a Estado de Sats e la Demanda por otra Cuba”. Rodiles è stato arrestato qualche settimana fa a L’Avana e Amnesty International ha chiesto un’azione urgente per la sua liberazione. In suo favore è stata anche lanciata una petizione che ha raccolto più di quattromila firme.
Zucchero che ne dice di firmarla anche lei?
FONTE
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
ma di che cosa siamo in cerca
26.11 | 10:01 Miccad
scusatemi ma di cosa stiamo parlando ? del fatto che un canzonettaro dovrebbe boicottare e cambiae un paese che il mondo non riesce a cambiare …. ma se per vincere una Coppetta del tennis ce ne siamo altamente sbattuti dei morti e della dittatura e siamo andati in Cile ed ancora oggi la nostra nomenclatura sportiva ce la presenta come un grande trofeo dello sport italiano …. di che cosa stiamo parlando ? ad ognuno il suo ruolo a chi canta le canzoni e a chi dovrebbe governare il mondo la responsabilità delle porcate che tutti i giorni a Cuba, in Italia e nel resto del mondo accadono.
Ragionando così
26.11 | 09:59 purpleheart26
Gl’artisti dovrebbero esibirsi solo sulla tazza del cesso di casa propria senza utilizzare carta igenica perchè non è politically-ecologically correct. Il segretariato di Amnesty è a Londra, in UK, paese che tiene recluso il mitico difensore della libertà Assange, eppure nessuno protesta. Se Ramazzotti suona in Cina qualcuno protesta ? No. Molto facile protestare su Cuba, molto facile sparare a zero su un cantante conosciuto per le sue idee libertarie. AI é la Stasi dei diritti umani.
è un chiacchierone fa ridere
26.11 | 09:42 rinos1
Dico come non si vergogna… ha scritto e cantato delle canzoni bellissime,
ma ormai basta…
va a Cuba e neanche sa la storia di Cuba…..
che schifo
Secondo questo discorso....
26.11 | 09:40 Luca Di Martino
I Queen non dovevano esibirsi in Sud Africa, Paul McCartney in Unione sovietica, altri artisti in Russia. La musica e la cultura dovrebbero sollevarsi da queste beghe politiche (posto che in qualunque paese c’è qualcuno di dissidente che a torto o ragione sta in prigione). A livello commerciale sarebbe convenuto a Zucchero ossequiare il mercato americano. Questa storia di Cuba ha rotto nella misura in cui ha un paese povero. Articoli simili non vengono pubblicati per chi, ad esempio, si fa partner economico dei ben più potenti cinesi. E se dobbiamo essere poi fiscali….anche in America c’è la pena di morte…bisogna tacere? E allora….
L'etica di Zucchero
26.11 | 09:16 pira-canta
Evidentemente ci si scorda che Zucchero vanta anche un fulgido passato di grande evasore fiscale.
proletario chic
26.11 | 09:06 Lettore-1235758
idee di sinistra, portafoglio a destra.
unos cuantos comentarios desde Internet
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
Zucchero a Cuba. L'anticonformista cade nella trappola dei luoghi comuni!?
Non c'è mai limite al peggio, il crollo di un mito direbbe qualcuno. Tutto ad un tratto, in una di quelle poche volte che mi capita di guardare la TV, mi vedo lo Zucchero national rock in camicia militare con il sigaro in bocca che in arrangiamento musicale provava a cantare Guantanamera. Se non fosse perché sono in Italia, mi sembrava proprio uno di quegli spot turistici che passano negli hotel all’Avana, proprio quelli che usa il regime per vendere il paese ai turisti: cubani sempre sorridenti e felici che ballano e fumano sigari della mattina alla sera. Roba da non credere. Così la domanda sorge spontanea, come fa uno come Zucchero, anticonformista di natura da sempre, uno come lui che da sempre lotta per togliere i luoghi comuni che gli altri vedono nella cultura di un paese, ad accettarli a sua volta in questa circostanza?
Se poi penso che sono in Italia da diciotto anni e ancora, ogni volta che mi viene presentato qualcuno, mi si chiede sempre: sei proprio cubano cubano? (vedendo il colore della mia pelle, sono bianco) o le altre solite domande: balli bene? come sta Fidel?...
Questo è, in fondo, quello che il regime ha voluto che il mondo credesse che siamo noi cubani, non riescono a capire che i cubani non sono bianchi o neri: sono semplicemente cubani. Non riescono a capire che Cuba non è il governo cubano e, soprattutto, non riescono a imparare quanto può essere vasta e diversa la cultura di un popolo sparso per il mondo grazie al suo regime, ininterrottamente al potere da 55 anni.
Ma si sa, la nostalgia di certe ideologie ancora oggi ha un certo successo. Da Zucchero, però, questo non me lo aspettavo proprio! Così ho saputo che il video non veniva da solo, ma che era in programma un concerto all’Avana e allora un’altra domanda sorge spontanea: almeno avrà sentito il suo amico Bono degli U2, rappresentante per Amnesty International, che l’anno scorso in suo concerto – il video si trova in rete SaveFrom.net – pubblicamente chiese la libertà per Cuba esigendo al governo cubano di rispettare i diritti umani? L'avrà fatto? Non so. Quel che so è che ora Zucchero si trova all’Avana, fra qualche giorno darà un concerto e avrà quindi un po’ di giorni per farsi vivo con quelli, anticonformisti come lui, che vivono a Cuba. La domanda è: li incontrerà, quelli come lui, o si farà fregare della nostalgia dei barbuti, come fecero anche altri prima di lui accettando le stanze del regime e guardando dall’altra parte? Tanto il concerto a Cuba è una figata da paura, e poi si torna in occidente alzando la voce dell’anticonformismo, dove tutto e permesso...
Con amarezza, mi crolla un mito! Quando si dice che non c'è mai limite al peggio...
Roberto Pereira
FONTE
Non c'è mai limite al peggio, il crollo di un mito direbbe qualcuno. Tutto ad un tratto, in una di quelle poche volte che mi capita di guardare la TV, mi vedo lo Zucchero national rock in camicia militare con il sigaro in bocca che in arrangiamento musicale provava a cantare Guantanamera. Se non fosse perché sono in Italia, mi sembrava proprio uno di quegli spot turistici che passano negli hotel all’Avana, proprio quelli che usa il regime per vendere il paese ai turisti: cubani sempre sorridenti e felici che ballano e fumano sigari della mattina alla sera. Roba da non credere. Così la domanda sorge spontanea, come fa uno come Zucchero, anticonformista di natura da sempre, uno come lui che da sempre lotta per togliere i luoghi comuni che gli altri vedono nella cultura di un paese, ad accettarli a sua volta in questa circostanza?
Se poi penso che sono in Italia da diciotto anni e ancora, ogni volta che mi viene presentato qualcuno, mi si chiede sempre: sei proprio cubano cubano? (vedendo il colore della mia pelle, sono bianco) o le altre solite domande: balli bene? come sta Fidel?...
Questo è, in fondo, quello che il regime ha voluto che il mondo credesse che siamo noi cubani, non riescono a capire che i cubani non sono bianchi o neri: sono semplicemente cubani. Non riescono a capire che Cuba non è il governo cubano e, soprattutto, non riescono a imparare quanto può essere vasta e diversa la cultura di un popolo sparso per il mondo grazie al suo regime, ininterrottamente al potere da 55 anni.
Ma si sa, la nostalgia di certe ideologie ancora oggi ha un certo successo. Da Zucchero, però, questo non me lo aspettavo proprio! Così ho saputo che il video non veniva da solo, ma che era in programma un concerto all’Avana e allora un’altra domanda sorge spontanea: almeno avrà sentito il suo amico Bono degli U2, rappresentante per Amnesty International, che l’anno scorso in suo concerto – il video si trova in rete SaveFrom.net – pubblicamente chiese la libertà per Cuba esigendo al governo cubano di rispettare i diritti umani? L'avrà fatto? Non so. Quel che so è che ora Zucchero si trova all’Avana, fra qualche giorno darà un concerto e avrà quindi un po’ di giorni per farsi vivo con quelli, anticonformisti come lui, che vivono a Cuba. La domanda è: li incontrerà, quelli come lui, o si farà fregare della nostalgia dei barbuti, come fecero anche altri prima di lui accettando le stanze del regime e guardando dall’altra parte? Tanto il concerto a Cuba è una figata da paura, e poi si torna in occidente alzando la voce dell’anticonformismo, dove tutto e permesso...
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
arcoiris ha scritto:Zucchero a Cuba. L'anticonformista cade nella trappola dei luoghi comuni!?
Non c'è mai limite al peggio, il crollo di un mito direbbe qualcuno. Tutto ad un tratto, in una di quelle poche volte che mi capita di guardare la TV, mi vedo lo Zucchero national rock in camicia militare con il sigaro in bocca che in arrangiamento musicale provava a cantare Guantanamera. Se non fosse perché sono in Italia, mi sembrava proprio uno di quegli spot turistici che passano negli hotel all’Avana, proprio quelli che usa il regime per vendere il paese ai turisti: cubani sempre sorridenti e felici che ballano e fumano sigari della mattina alla sera. Roba da non credere. Così la domanda sorge spontanea, come fa uno come Zucchero, anticonformista di natura da sempre, uno come lui che da sempre lotta per togliere i luoghi comuni che gli altri vedono nella cultura di un paese, ad accettarli a sua volta in questa circostanza?
Se poi penso che sono in Italia da diciotto anni e ancora, ogni volta che mi viene presentato qualcuno, mi si chiede sempre: sei proprio cubano cubano? (vedendo il colore della mia pelle, sono bianco) o le altre solite domande: balli bene? come sta Fidel?...
Questo è, in fondo, quello che il regime ha voluto che il mondo credesse che siamo noi cubani, non riescono a capire che i cubani non sono bianchi o neri: sono semplicemente cubani. Non riescono a capire che Cuba non è il governo cubano e, soprattutto, non riescono a imparare quanto può essere vasta e diversa la cultura di un popolo sparso per il mondo grazie al suo regime, ininterrottamente al potere da 55 anni.
Ma si sa, la nostalgia di certe ideologie ancora oggi ha un certo successo. Da Zucchero, però, questo non me lo aspettavo proprio! Così ho saputo che il video non veniva da solo, ma che era in programma un concerto all’Avana e allora un’altra domanda sorge spontanea: almeno avrà sentito il suo amico Bono degli U2, rappresentante per Amnesty International, che l’anno scorso in suo concerto – il video si trova in rete SaveFrom.net – pubblicamente chiese la libertà per Cuba esigendo al governo cubano di rispettare i diritti umani? L'avrà fatto? Non so. Quel che so è che ora Zucchero si trova all’Avana, fra qualche giorno darà un concerto e avrà quindi un po’ di giorni per farsi vivo con quelli, anticonformisti come lui, che vivono a Cuba. La domanda è: li incontrerà, quelli come lui, o si farà fregare della nostalgia dei barbuti, come fecero anche altri prima di lui accettando le stanze del regime e guardando dall’altra parte? Tanto il concerto a Cuba è una figata da paura, e poi si torna in occidente alzando la voce dell’anticonformismo, dove tutto e permesso...
Con amarezza, mi crolla un mito! Quando si dice che non c'è mai limite al peggio...
Roberto Pereira
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pero quien lo conoce a ese Roberto Pereira?
Come vede seguo con attenzione i suoi articoli, si ricorda di me?ho commentato qualche volta i suoi scritti.Sono un cubano che vive in Italia da 17 anni.Ho letto con attenzione questo articolo e posso dire che in Lei sta avvenendo un bel cambiamento,lo rilega Lei stesso, piu volte e se ne renderà conto da solo.In questo articolo Lei ha fatto parlare i cubani che ogni giorno esperano esperando un cambiamento per loro e il loro paese.A quelli che finiscono le loro giornate seduti sul malecon ò sul tetto di casa vedendo – e sognando- svolazare gli aerei quando deccollano dal aeroporto jose marti mentre aspettano che torni la luce per poter accendere il ventilatore comprato con i soldi dei parenti di Miami e poter alleviare il caldo.Ora anche Lei a guardato dentro le persone che ha incontrato a letto a fondo le loro vite, ora inizia il vero viaggio verso quella Cuba di moltepleci faccie colori e verità.questa volta a centrato in pieno
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
e cmq ,vabbe' i preparativi per l'evento ma per fare un concierto l'8 ...è arrivato il 22 novembre a Cuba..
se la prenda larga lo Sugar..
che sia "enamorado" de la Isla come il CristiAno?
se la prenda larga lo Sugar..
che sia "enamorado" de la Isla come il CristiAno?
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Re: Zucchero canta a Cuba e “dimentica” i dissidenti in carcere
Pensai per la prima volta a questo concerto 22 anni fa, subito dopo lo show con cui, primo occidentale della storia, suonai al Cremlino ma me lo hanno sconsigliato perché avrei compromesso la mia carriera americana. Ho deciso di sbattermene i cosiddetti perché a 57 anni sono appagato”
. Insomma se Zucchero non ha suonato prima a Cuba è stato solo per una mera ragione di interessi economici. Gli affari sono affari.
E poi lui è un romantico: “Volevo fare questo spettacolo prima che Cuba diventasse un’altra cosa. Ci sarà per forza un’apertura. È un popolo allo stremo”.
Anche se assicura che non andrà nell’isola per “sostenere Fidel Castro”.
. Insomma se Zucchero non ha suonato prima a Cuba è stato solo per una mera ragione di interessi economici. Gli affari sono affari.
E poi lui è un romantico: “Volevo fare questo spettacolo prima che Cuba diventasse un’altra cosa. Ci sarà per forza un’apertura. È un popolo allo stremo”.
Anche se assicura che non andrà nell’isola per “sostenere Fidel Castro”.
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Zucchero fa ballare tutta Cuba “Un sogno che si avvera”
Il bluesman con un applaudito concerto per 40 mila persone
celebra l’album “Sesion cubana” registrato all’Avana
Non capita a tutti di potersi togliere uno sfizio gigante, o di realizzare un sogno di tale portata. Zucchero ha pure sborsato per farlo, importando dall’Italia tutto ciò che serviva. I cubani mai avevano visto una produzione così spettacolare, riempire il parco di palme dell’Istituto Superiore delle Arti nell’elegante quartiere di Miramar, fra i pochi scampati al degrado degli stupendi edifici coloniali. Quartiere di ambasciate e di residenze affondato nel verde, fuori mano e popolato l’altra sera di varia umanità, soprattutto giovanile: le cifre dell’affluenza sono incerte come spesso capita di fronte a folle imponenti, chi dice 40, mentre fonti ufficiali sostengono 70 mila. Ingresso libero, naturalmente. Luci fumi amplificatori super, due maxischermi. Diavolerie strabilianti da musicbusiness per un mondo depresso e poco frequentato dai divi perché in tanti temono un successivo embargo americano.
Il palco era adornato di due enormi drappi rossi con stella dorata, come a incarnare appunto un’idea astratta, un’icona più che una ideologia. Distinzione imprescindibile: «Io non sono nato in Vaticano - ha precisato lui nella notte - ma nell’Emilia rossa, da una famiglia di contadini comunisti ma tutt’altro che mangiapreti. Porto in me l’anima di Don Camillo e di Peppone. E dal concerto che ho tenuto nel 1992 al Cremlino, suonare a Cuba rappresentava il completamento di questa visione del mondo». La «Revolucion» spogliata di ogni detrito deprecabile, con anche una citazione in scena del Che: «Dobbiamo diventare duri, ma senza perdere tenerezza».
Prodromo di cotanto progetto è La sesion cubana, l’album recente di propri pezzi noti, inediti e cover rivisitati qui con musicisti locali. Sugar stesso incarnava sul palco, in una metamorfosi non priva di ironia, una figura da barbudo d’antan, tutto in kaki con cappelluccio coordinato. Il concertone che gli italiani vedranno su Raidue il prossimo 8 gennaio, è figlio di una visione sentimental/commerciale: la sua musica senza confini, contaminata dal rispettato suono cubano un po’ in ombra da quando il ricordo di Buena Vista ha cominciato a sfumare nelle memorie. Sul palco, 17 musicisti fissi, italiani e cubani. Cinque percussionisti, due batteristi, quattro fiati. Più, a volte, 4 archi, più tre procaci coriste alla «Tropicana», celebre locale dell’Avana per stranieri. La stessa formazione, un po’ ridotta, girerà il mondo nel tour zuccherino che dopo performances internazionali debutterà in Italia con tre concerti all’Arena di Verona: 30 aprile, primo e due 2 maggio. Bisognerà poi vedere quanti cubani torneranno a casa alla fine, e quanti chiederanno asilo a Miami, ma questa è un’altra storia.
I ragazzi cubani ballavano chiacchieravano e vivevano un momento raro. Hanno applaudito poco Guantanamera e molto Pavarotti, quando nel finale è apparso per l’esecuzione storica, in duetto, di Miserere; applauditissimo il pianista classico Fran Fernandez, che ha introdotto il brano con una variazione sull’Ave Maria di Schubert. In scaletta, oltre che il nuovo album, classici del suo repertorio; ma anche una dedica a Lennon nel giorno del suo assassinio, Spicinfrin Boy, con la citazione di un verso di Instant Karma, e la brasiliana Ave Maria no morro, dedicata alla gente di Santiago e della zona Est di Cuba: «L’uragano Sandy ha investito la meravigliosa città di Santiago. Ci sono stati morti e distruzione, ma s’è parlato solo dei danni negli Usa. Chi li aiuta, i cubani? L’embargo è un’assurdità che deve finire», ha detto Sugar. E chissà se sia vero, come si dice, che la tv yankee PBS è interessata a ospitare il concerto.
«Ho voluto venire qui perché la cultura è ancora un valore. Non c’erano i manifesti ma c’è stato il passaparola, non avrei pensato arrivasse tanta gente», ci ha detto Zucchero nella notte. Ha raccontato di aver incontrato nell’ultima settimana Camillo Guevara, figlio del Che, e la moglie; due figli di Fidel, Alejandro e Toni, il vice di Raoul Castro, Abel Prieto: «Abbiam parlato poco di politica. Mariela Guevara mi ha chiesto di parlare sul palco dei 5 cubani arrestati per spionaggio negli Usa, ma le ho spiegato che non sapevo la storia e non si può sentire una sola campana». A chi ha criticato in Italia la scelta del concerto, come un’iniziativa legata al regime, ha risposto: «L’Italia è un Paese che ama alzare polveroni e cercare polemiche gratuite. Ho cantato per il popolo cubano e basta».
Prossimo sogno di Zucchero, un disco e un grande concerto con Morricone. Se ne parla, è perché si farà.
LA STAMPA
celebra l’album “Sesion cubana” registrato all’Avana
Non capita a tutti di potersi togliere uno sfizio gigante, o di realizzare un sogno di tale portata. Zucchero ha pure sborsato per farlo, importando dall’Italia tutto ciò che serviva. I cubani mai avevano visto una produzione così spettacolare, riempire il parco di palme dell’Istituto Superiore delle Arti nell’elegante quartiere di Miramar, fra i pochi scampati al degrado degli stupendi edifici coloniali. Quartiere di ambasciate e di residenze affondato nel verde, fuori mano e popolato l’altra sera di varia umanità, soprattutto giovanile: le cifre dell’affluenza sono incerte come spesso capita di fronte a folle imponenti, chi dice 40, mentre fonti ufficiali sostengono 70 mila. Ingresso libero, naturalmente. Luci fumi amplificatori super, due maxischermi. Diavolerie strabilianti da musicbusiness per un mondo depresso e poco frequentato dai divi perché in tanti temono un successivo embargo americano.
Il palco era adornato di due enormi drappi rossi con stella dorata, come a incarnare appunto un’idea astratta, un’icona più che una ideologia. Distinzione imprescindibile: «Io non sono nato in Vaticano - ha precisato lui nella notte - ma nell’Emilia rossa, da una famiglia di contadini comunisti ma tutt’altro che mangiapreti. Porto in me l’anima di Don Camillo e di Peppone. E dal concerto che ho tenuto nel 1992 al Cremlino, suonare a Cuba rappresentava il completamento di questa visione del mondo». La «Revolucion» spogliata di ogni detrito deprecabile, con anche una citazione in scena del Che: «Dobbiamo diventare duri, ma senza perdere tenerezza».
Prodromo di cotanto progetto è La sesion cubana, l’album recente di propri pezzi noti, inediti e cover rivisitati qui con musicisti locali. Sugar stesso incarnava sul palco, in una metamorfosi non priva di ironia, una figura da barbudo d’antan, tutto in kaki con cappelluccio coordinato. Il concertone che gli italiani vedranno su Raidue il prossimo 8 gennaio, è figlio di una visione sentimental/commerciale: la sua musica senza confini, contaminata dal rispettato suono cubano un po’ in ombra da quando il ricordo di Buena Vista ha cominciato a sfumare nelle memorie. Sul palco, 17 musicisti fissi, italiani e cubani. Cinque percussionisti, due batteristi, quattro fiati. Più, a volte, 4 archi, più tre procaci coriste alla «Tropicana», celebre locale dell’Avana per stranieri. La stessa formazione, un po’ ridotta, girerà il mondo nel tour zuccherino che dopo performances internazionali debutterà in Italia con tre concerti all’Arena di Verona: 30 aprile, primo e due 2 maggio. Bisognerà poi vedere quanti cubani torneranno a casa alla fine, e quanti chiederanno asilo a Miami, ma questa è un’altra storia.
I ragazzi cubani ballavano chiacchieravano e vivevano un momento raro. Hanno applaudito poco Guantanamera e molto Pavarotti, quando nel finale è apparso per l’esecuzione storica, in duetto, di Miserere; applauditissimo il pianista classico Fran Fernandez, che ha introdotto il brano con una variazione sull’Ave Maria di Schubert. In scaletta, oltre che il nuovo album, classici del suo repertorio; ma anche una dedica a Lennon nel giorno del suo assassinio, Spicinfrin Boy, con la citazione di un verso di Instant Karma, e la brasiliana Ave Maria no morro, dedicata alla gente di Santiago e della zona Est di Cuba: «L’uragano Sandy ha investito la meravigliosa città di Santiago. Ci sono stati morti e distruzione, ma s’è parlato solo dei danni negli Usa. Chi li aiuta, i cubani? L’embargo è un’assurdità che deve finire», ha detto Sugar. E chissà se sia vero, come si dice, che la tv yankee PBS è interessata a ospitare il concerto.
«Ho voluto venire qui perché la cultura è ancora un valore. Non c’erano i manifesti ma c’è stato il passaparola, non avrei pensato arrivasse tanta gente», ci ha detto Zucchero nella notte. Ha raccontato di aver incontrato nell’ultima settimana Camillo Guevara, figlio del Che, e la moglie; due figli di Fidel, Alejandro e Toni, il vice di Raoul Castro, Abel Prieto: «Abbiam parlato poco di politica. Mariela Guevara mi ha chiesto di parlare sul palco dei 5 cubani arrestati per spionaggio negli Usa, ma le ho spiegato che non sapevo la storia e non si può sentire una sola campana». A chi ha criticato in Italia la scelta del concerto, come un’iniziativa legata al regime, ha risposto: «L’Italia è un Paese che ama alzare polveroni e cercare polemiche gratuite. Ho cantato per il popolo cubano e basta».
Prossimo sogno di Zucchero, un disco e un grande concerto con Morricone. Se ne parla, è perché si farà.
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