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I nuovi “bagliori” sociali nella Cuba odierna
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I nuovi “bagliori” sociali nella Cuba odierna
Cuba è cambiata. L’ignoranza della gente invece no. Approfondisco con un esempio.
Nonostante il cambiamento in atto sia tangibile, proprio oggi sentivo alla radio, in un programma pomeridiano condotto da Federico l’olandese volante, argomentare su Cuba con la solita leggerezza condensata in una battuta sterile e anacronistica. L’ottimo DJ che seguo da tempo e che apprezzo moltissimo, riportava il commento di un ascoltatore, in merito alla dichiarazione rilasciata da Zucchero, il quale nei preparativi per il suo imminente concerto avrebbe avuto delle enormi difficoltà nel reperire il materiale elettrico, e non solo, addirittura il giusto voltaggio, per “addobbare” ad arte il suo palcoscenico. Non stento a credere che quanto affermato da Zucchero sia vero. Anzi mi meraviglierei del contrario. I motivi di tale difficoltà riscontrata dal cantante emiliano, sono tanti e non voglio affrontarli in questo articolo.
La persona che ha mandato il messaggio alla trasmissione radiofonica , ha schernito Fidel Castro (probabilmente ignora il fatto che Fidel Castro non è più il presidente in carica) asserendo che la mancanza del voltaggio adeguato, sarebbe da imputare al fatto che verrebbe usata nella tortura dei prigionieri politici. Lo so benissimo che l’effetto mediatico di tale cazzata, anche se “sparata” dalle frequenze di un canale radiofonico molto seguito, sarà alla fine irrilevante. È anche indubbio che mediamente, la gente in Italia superi di netto la soglia dell’ignoranza dimostrata dall’autore del messaggio.
La cosa che mi ha fatto riflettere è che purtroppo vi sia ancora chi, come questo ascoltatore, brancoli nel buio della disinformazione, svelando con queste cazzate, come la cecità informativa, la disinformazione, colpisca ancora Cuba. E non solo, mi ha meravigliato anche il fatto che la sciocchezza in questione sia stata pronunciata candidamente ad una radio nazionale, senza che sia stato colto minimamente, l’entità della scempiaggine proposta attraverso un sms.
I cambiamenti nell’isola seppur lenti sono irreversibili. Lo torno a ribadire.
Noi tutti sappiamo cosa è successo e gli enormi disagi sopportati dalla popolazione nella vecchia Unione Sovietica, grazie ad una politica mal gestita e non prudente, la quale in pochissimo tempo ha cancellato anni di storia, per una modernizzazione, fondamentalmente economica, a favore di pochi.
La povertà non conosce colore politico ne i cambiamenti legati ad esso. La povertà conosce solamente il buco nello stomaco quando i morsi della fame aggrediscono.
Cuba per fortuna sembrerebbe aver preso una strada differente. Una piccola dimostrazione forse è palesata da questo parrucchiere havanero, Gilberto Valladares.
Questo brillante artista del capello, con la giusta corrente soffiata dalle riforme approvate dal governo di Raul Castro, il quale ha autorizzato da poco tempo il lavoro privato, ha pensato bene di dare vita ad una via, ubicata vicino al Malecon, dedicata completamente all’arte del parrucchiere. L’artista che oltre a questo progetto gestisce anche una scuola per parrucchieri completamente gratuita, trasmettendo a molti giovani senza lavoro l’arte dell’acconciatura, ha anche in previsione di costruire nella medesima via, un luogo dove inserire dei tavoli per il gioco del dominò, lo “sport nazionale” dell’ Isla. L’intento è di ricreare un luogo gioviale e di incontro.
La cosa che trasale da questa “nuova” Cuba, e da piccole esperienze come questa, è il fatto che se anche il punto di partenza non è l’abituale, l’unico permesso fino a poco tempo fa, ossia quello del lavoro statale, Gilberto Valladares, abbia saputo nel suo piccolo pensare e contribuire al sociale nonostante il suo sia a tutti gli effetti un lavoro privato.
Non rimango esterrefatto dal comportamento di questa nobile persona, dopotutto so di che pasta sono fatti fondamentalmente i cubani. Tuttavia mi da un enorme piacere raccontare queste piccole cose, se vogliamo anche banali, in un contesto come quello italiano, dove per molte persone, compreso l’autore del’sms che sopra citavo, è troppo difficile pensare con la propria testa ed analizzare oggettivamente i fatti, lasciandosi trasportare dall’impetuosa corrente disinformativa che scorre, ahimè, nel nostro bel paese.
THIS IS CUBA
Nonostante il cambiamento in atto sia tangibile, proprio oggi sentivo alla radio, in un programma pomeridiano condotto da Federico l’olandese volante, argomentare su Cuba con la solita leggerezza condensata in una battuta sterile e anacronistica. L’ottimo DJ che seguo da tempo e che apprezzo moltissimo, riportava il commento di un ascoltatore, in merito alla dichiarazione rilasciata da Zucchero, il quale nei preparativi per il suo imminente concerto avrebbe avuto delle enormi difficoltà nel reperire il materiale elettrico, e non solo, addirittura il giusto voltaggio, per “addobbare” ad arte il suo palcoscenico. Non stento a credere che quanto affermato da Zucchero sia vero. Anzi mi meraviglierei del contrario. I motivi di tale difficoltà riscontrata dal cantante emiliano, sono tanti e non voglio affrontarli in questo articolo.
La persona che ha mandato il messaggio alla trasmissione radiofonica , ha schernito Fidel Castro (probabilmente ignora il fatto che Fidel Castro non è più il presidente in carica) asserendo che la mancanza del voltaggio adeguato, sarebbe da imputare al fatto che verrebbe usata nella tortura dei prigionieri politici. Lo so benissimo che l’effetto mediatico di tale cazzata, anche se “sparata” dalle frequenze di un canale radiofonico molto seguito, sarà alla fine irrilevante. È anche indubbio che mediamente, la gente in Italia superi di netto la soglia dell’ignoranza dimostrata dall’autore del messaggio.
La cosa che mi ha fatto riflettere è che purtroppo vi sia ancora chi, come questo ascoltatore, brancoli nel buio della disinformazione, svelando con queste cazzate, come la cecità informativa, la disinformazione, colpisca ancora Cuba. E non solo, mi ha meravigliato anche il fatto che la sciocchezza in questione sia stata pronunciata candidamente ad una radio nazionale, senza che sia stato colto minimamente, l’entità della scempiaggine proposta attraverso un sms.
I cambiamenti nell’isola seppur lenti sono irreversibili. Lo torno a ribadire.
Noi tutti sappiamo cosa è successo e gli enormi disagi sopportati dalla popolazione nella vecchia Unione Sovietica, grazie ad una politica mal gestita e non prudente, la quale in pochissimo tempo ha cancellato anni di storia, per una modernizzazione, fondamentalmente economica, a favore di pochi.
La povertà non conosce colore politico ne i cambiamenti legati ad esso. La povertà conosce solamente il buco nello stomaco quando i morsi della fame aggrediscono.
Cuba per fortuna sembrerebbe aver preso una strada differente. Una piccola dimostrazione forse è palesata da questo parrucchiere havanero, Gilberto Valladares.
Questo brillante artista del capello, con la giusta corrente soffiata dalle riforme approvate dal governo di Raul Castro, il quale ha autorizzato da poco tempo il lavoro privato, ha pensato bene di dare vita ad una via, ubicata vicino al Malecon, dedicata completamente all’arte del parrucchiere. L’artista che oltre a questo progetto gestisce anche una scuola per parrucchieri completamente gratuita, trasmettendo a molti giovani senza lavoro l’arte dell’acconciatura, ha anche in previsione di costruire nella medesima via, un luogo dove inserire dei tavoli per il gioco del dominò, lo “sport nazionale” dell’ Isla. L’intento è di ricreare un luogo gioviale e di incontro.
La cosa che trasale da questa “nuova” Cuba, e da piccole esperienze come questa, è il fatto che se anche il punto di partenza non è l’abituale, l’unico permesso fino a poco tempo fa, ossia quello del lavoro statale, Gilberto Valladares, abbia saputo nel suo piccolo pensare e contribuire al sociale nonostante il suo sia a tutti gli effetti un lavoro privato.
Non rimango esterrefatto dal comportamento di questa nobile persona, dopotutto so di che pasta sono fatti fondamentalmente i cubani. Tuttavia mi da un enorme piacere raccontare queste piccole cose, se vogliamo anche banali, in un contesto come quello italiano, dove per molte persone, compreso l’autore del’sms che sopra citavo, è troppo difficile pensare con la propria testa ed analizzare oggettivamente i fatti, lasciandosi trasportare dall’impetuosa corrente disinformativa che scorre, ahimè, nel nostro bel paese.
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