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Colera
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Colera
chiaramente non è una enfermedad tipica: ..al contrario nei caraibi erano piu' di 100 anni che non si registravano brotes..ma dopo il terremoto ad haiti molti soldati nepalesi(zona endemica)probabilmente lo hanno importato a livello intestinale in zona..
e da haiti..probabilmente tramite medicos/infermieri cubani che aiutavano i locali..l'enfermedad si 'è trasmessa prima a Manzanillo...per poi diffondersi specialmente a Santiago e Guantanamo la scorsa estate e pure dopo il ciclon Sandy que desbarato' la capital de oriente...e ahora si registrano muertos pure in quel dell'habana..
e da haiti..probabilmente tramite medicos/infermieri cubani che aiutavano i locali..l'enfermedad si 'è trasmessa prima a Manzanillo...per poi diffondersi specialmente a Santiago e Guantanamo la scorsa estate e pure dopo il ciclon Sandy que desbarato' la capital de oriente...e ahora si registrano muertos pure in quel dell'habana..
mosquito- Admin
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Re: Colera
http://spazioinwind.libero.it/gastroepato/colera.htm
Eziopatogenesi.
Il colera è una malattia infettiva acuta, contagiosa, che ha il suo principale centro di diffusione nella penisola Indiana, specie nell'estuario del Gange, dove è endemica, ma che si può osservare in tutte le parti del mondo per lo più sotto forma di focolai epidemici più o meno estesi o di casi sporadici; essa è caratterizzata sul piano clinico da innumerevoli e profuse scariche alvine, vomito incoercibile, stato di marcata disidratazione e conseguenti turbe elettrolitiche e renali, e grave, rapido e progressivo scadimento dello stato di nutrizione generale. Il colera è provocato da batteri appartenenti al genere dei vibrioni: all'osservazione microscopica si presentano come bastoncelli con una caratteristica incurvatura che conferisce loro l'aspetto di una virgola (Vibrio comma). Oltre ai vibrioni classici ed al vibrione Eltor, così chiamato dalla stazione di quarantena araba in cui per la prima volta è stato identificato, manifestazioni cliniche indistinguibili da quelle del colera classico sono provocate da vibrioni appartenenti a sottogruppi fino a non molto tempo ritenuti incapaci di produrre malattia nell'uomo. Uno di questi è il Vibrio cholerae non O1 O139. Si conoscono, comunque, oltre 155 sierotipi di vibrione del colera ma di essi solamente il sierotipo O1 ed O139 (quest'ultimo scoperto nel 1992 per un'epidemia avvenuta nel Bangladesh) sono responsabili di epidemie. E’ produttore di una tossina del tutto simile alla quella prodotta dal V. cholerae classico ed Eltor, ma nei confronti del quale la vaccinazione è del tutto inefficace. Dopo avere provocato epidemie in Bangla Desh, India e Pakistan, il V. Cholerae non O1 O139 sembra avere esaurito il suo potenziale epidemico.
Altri sierotipi di Vibrio cholerae sono stati comunque associati a casi sporadici di colera.
Gli effetti patogeni del vibrione colerico sono determinati da una tossina che lede elettivamente la parete dei piccoli vasi intestinali, di cui altera profondamente la permeabilità, favorendo così la immissione nel cavo intestinale di abbondanti quantità di liquido a carattere trasudatizio, a scarso contenuto proteico, ma ad elevato tenore di elettroliti, che non potendo essere drenato dall'apparato linfatico insufficiente alla bisogna, viene espulso sotto forma di scariche alvine impropriamente definite come diarroiche, ma che diarroiche non possono essere considerate essendo costituite solo da acqua e piccoli grumi risiformi (vedi avanti). La perdita continuata di sì abbondanti quantità di liquidi sia con le scariche acquose sia con il vomito porta fatalmente ad una contrazione del volume plasmatico e del liquido interstiziale, donde una inspissatio sanguinis ed una riduzione della volemia che, ove marcata, può sfociare nello shock ipovolemico anche irreversibile. D'altra parte, l'intensa deplezione potassica, non compensata da un adeguato apporto esogeno, conduce alla ipokaliemia oltre i limiti compatibili con il corretto svolgimento delle principali funzioni vitali, con tutte le conseguenze che una simile condizione comporta.
Modalità di infezione.
Il colera è una tipica malattia a trasmissione fecale-orale. Dopo un periodo di incubazione che va da poche ore a 5 giorni, il paziente manifesta i sintomi. L’infezione è contratta in seguito all'ingestione di acqua o di alimenti contaminati da materiale fecale di individui infetti (malati o portatori sani o convalescenti); i vibrioni sono dotati di notevole resistenza nell'ambiente esterno, soprattutto in ambiente liquido e possono sopravvivere anche in ambiente moderatamente salino come l'acqua di mare. Per questo motivo il pesce, se consumato crudo, ed altri prodotti ittici abitualmente consumati quali molluschi e crostacei, sono particolarmente pericolosi ai fini della trasmissione del colera. Pericolosa, in aree endemico-epidemiche, anche la verdura consumata cruda per la possibilità che liquami vengano usati a scopo irriguo e/o fertilizzante.
Profilassi.
Come per tutte le malattie a trasmissione fecale, lo scrupoloso rispetto di elementari norme igieniche è fondamentale, a livello individuale, per la prevenzione del colera:
• bere soltanto acqua sicura, ovvero acqua che sia stata bollita
• evitare il ghiaccio nelle bibite
• consumare soltanto cibo cotto
• proteggere gli alimenti dagli insetti molesti per mezzo di reticelle, o in appositi contenitori;
• evitare frutti di mare e pesce crudi
• evitare di consumare verdure e frutta cruda
• evitare gelati e dolci alla crema che potrebbero essere stati confezionati con latte non pastorizzato o avere subito ricontaminazione
• lavare sempre accuratamente le mani dopo essere stati al gabinetto e prima di mangiare
· Sterilizzare le posate usando la varechina, un cucchiaio di candeggina in un litro di acqua.
I contatti ed i conviventi.
Le persone che sono state in contatto con un caso di colera (conviventi, persone che hanno condiviso alimenti e bevande con il paziente) debbono essere sottoposte a sorveglianza sanitaria per 5 giorni dalla ultima esposizione e per altrettanti giorni dovrebbero astenersi da tutte quelle attività che comportino direttamente o indirettamente la manipolazione di alimenti.
I conviventi ed i contatti debbono essere istruiti sulla necessità dell'accurato lavaggio delle mani dopo l'uso dei servizi igienici e prima della manipolazione di alimenti o della cura di malati e bambini. Eventuali portatori possono essere individuati mediante coprocoltura. In caso di elevata probabilità di trasmissione del colera in ambito domestico, i conviventi ed i contatti di un caso di
colera possono essere sottoposti a chemioprofilassi preventiva con tetraciclina o doxiciclina ai seguenti dosaggi:
Clinica.
La malattia può iniziare in modo brusco e repentino o preannunciarsi con l'emissione di feci poltacee o semiliquide (diarrea premonitoria) cui, in ogni caso, fanno seguito nel volgere di brevissimo tempo (12-48 ore) scariche alvine liquide, acquose, imperiose, a getto o a spruzzo, che aumentano rapidamente sino a raggiungere frequenze di 30-50 e anche più nelle 24 ore e comportano perdite di liquidi che possono superare anche i 10-12 litri al giorno. Per l'aspetto particolare che le deiezioni presentano (acquose, con piccoli grumi biancastri in esse sospesi) sono state paragonate all'acqua della ebollizione del riso (scariche risiformi). Caratteristico è talora l’odore che esse emanano, che ricorda quello dello sperma. Ad aggravare gli effetti di sì abbondante dispersione di liquidi con le scariche alvine, si aggiunge il vomito incoercibile a carattere acquoso, anch'esso contenente piccoli grumi risiformi.
Accanto alla diarrea ed al vomito, con i caratteri testé ricordati, compare per effetto della grave disidratazione che prontamente si instaura, sete ardente, inestinguibile, singhiozzo tormentoso; mentre si va facendo sempre più pronunciata, in rapporto alla essiccosi ematica e tessutale, la contrazione della diuresi sino all'anuria totale. Il quadro clinico, ove ve ne fosse bisogno, è completato dal rapido e progressivo peggioramento delle condizioni dell'apparato cardiocircolatorio con tachicardia ed ipotensione, e dalla algidità per abbassamento della temperatura corporea al di sotto dei livelli normali. In questa fase si assiste altresì alla comparsa di spasmi muscolari dolorosissimi, mentre la cute diventa livida e gelida e si copre di sudore freddo e vischioso. La voce si fa sempre più flebile sino a diventare impercettibile; il peso corporeo subisce un rapido ed impressionante tracollo; il volto appare affilato, gli occhi infossati nelle orbite, le gote incavate, gli zigomi sporgenti. Ad onta di tutto questo il sensorio rimane inspiegabilmente integro. Se non si adottano gli opportuni provvedimenti terapeutici, il paziente muore nello spazio di 2-3 giorni con il quadro dello shock ipovolemico o dell'uremia extrarenale. Nei casi ad esito letale, l'evoluzione della malattia è così drammatica da non lasciar spazio e tempo alla insorgenza di complicazioni, complicazione non potendo essere considerata l'insufficienza renale rapportabile alla marcata emoconcentrazione. Nei casi che evolvono favorevolmente la sintomatologia prima descritta gradatamente si attenua sino a regredire completamente: torna verso i valori normali la temperatura corporea, si innalza la pressione arteriosa, migliorano le condizioni cardiache e del circolo periferico, si ripristina gradatamente la funzione renale, mentre si riduce sensibilmente il numero delle scariche alvine.
Diagnosi.
La diagnosi differenziale si impone in prima istanza con tutte le sindromi dissenteriche, dalla dissenteria amebica a quella bacillare, dalle tossinfezioni alimentari alle enterocoliti stafilococciche, anche se è difficile che in alcuna delle forme morbose testé ricordate le scariche alvine siano così numerose e soprattutto presentino i caratteri semeiologici propri di quelle del colera. La diagnosi di certezza si basa sulla dimostrazione del vibrione colerico nelle deiezioni (vomito, scariche alvine) coltivate in opportuni terreni. I pazienti affetti da colera dovrebbero essere ricoverati in ambiente ospedaliero, in cui sia possibile l'isolamento enterico fino alla negatività di 3 coprocolture eseguite a giorni alterni dopo la guarigione clinica, di cui la prima eseguita almeno 3 giorni dopo la sospensione della terapia antimicrobica. Nel caso non sia possibile l'ospedalizzazione, i pazienti affetti da colera dovrebbero almeno essere accolti in stanze separate, in cui abbiano accesso soltanto le persone che prestano assistenza. Vanno comunque sempre osservate regole di isolamento enterico (uso di guanti nel caso di possibile manipolazione o contatto con materiali contaminati e uso di grembiuli in caso di possibilità di insudiciamento, per prevenire la trasmissione di infezioni trasmesse per mezzo del contatto diretto o indiretto con le feci). Le feci e gli oggetti da esse contaminati debbono essere disinfettati.
Terapia
La prognosi nei casi non tempestivamente diagnosticati ed opportunamente curati è sempre molto severa, la mortalità potendo arrivare sino all'80%. Nei casi invece in cui si adottano in tempo utile gli adeguati provvedimenti, essa scende al di sotto del 10%. La terapia si avvale di mezzi specifici (tetracicline, sulfamidici) e di misure generiche, sintomatiche (terapia idratante e correttiva degli squilibri elettrolitici mediante generose infusioni di liquidi debitamente mineralizzati, arricchiti soprattutto di potassio). Fondamentale è la quantità di liquidi da infondere che deve superare almeno di un terzo le perdite verificatesi in un determinato arco di tempo (6-12 ore), valutabili attraverso le variazioni del peso corporeo. L'efficacia della terapia tetraciclinica è subordinata alla cessazione del vomito ed all'avvenuta reidratazione del paziente. In tali condizioni sono sufficienti pochi giorni di trattamento (3-4) per migliorare la sintomatologia intestinale e ridurre sensibilmente il numero delle scariche, con dosaggi giornalieri di 2 g, in 4 somministrazioni.
E' una malattia batterica acuta dell'intestino, con esordio improvviso caratterizzato da diarrea acquosa profusa, vomito, rapida disidratazione, ipotermia (temperatura corporea inferiore a 37°C). L'agente responsabile della malattia è il vibrione colerico (Vibrio cholerae) gram-negativo, detto anche, per la sua forma, bacillo a virgola, che elabora una endotossina e una esotossina. È soprattutto quest'ultima che esplica i suoi effetti deleteri, in quanto responsabile della drammatica deplezione idroelettrolitica. Il contagio avviene per via orale o attraverso le mani sporche. Giunto nel lume intestinale il vibrione colerico si moltiplica rigogliosamente senza peraltro mai penetrare nel torrente circolatorio, senza mai invadere la mucosa intestinale, senza aderire alle cellule dell'epitelio e restando sempre strettamente localizzato e "sospeso" nel lume intestinale. Dopo le prime scariche diarroiche le feci presentano un aspetto ad "acqua di riso" e un odore caratteristico. La perdita di grandi quantità di liquidi con il vomito e la diarrea può provocare stato di shock e decesso. Nei casi gravi non trattati la letalità può arrivare al 50%, mentre con adeguata terapia, consistente principalmente nella somministrazione di soluzioni reidratanti la letalità del colera è inferiore all'1% | . |
Eziopatogenesi.
Il colera è una malattia infettiva acuta, contagiosa, che ha il suo principale centro di diffusione nella penisola Indiana, specie nell'estuario del Gange, dove è endemica, ma che si può osservare in tutte le parti del mondo per lo più sotto forma di focolai epidemici più o meno estesi o di casi sporadici; essa è caratterizzata sul piano clinico da innumerevoli e profuse scariche alvine, vomito incoercibile, stato di marcata disidratazione e conseguenti turbe elettrolitiche e renali, e grave, rapido e progressivo scadimento dello stato di nutrizione generale. Il colera è provocato da batteri appartenenti al genere dei vibrioni: all'osservazione microscopica si presentano come bastoncelli con una caratteristica incurvatura che conferisce loro l'aspetto di una virgola (Vibrio comma). Oltre ai vibrioni classici ed al vibrione Eltor, così chiamato dalla stazione di quarantena araba in cui per la prima volta è stato identificato, manifestazioni cliniche indistinguibili da quelle del colera classico sono provocate da vibrioni appartenenti a sottogruppi fino a non molto tempo ritenuti incapaci di produrre malattia nell'uomo. Uno di questi è il Vibrio cholerae non O1 O139. Si conoscono, comunque, oltre 155 sierotipi di vibrione del colera ma di essi solamente il sierotipo O1 ed O139 (quest'ultimo scoperto nel 1992 per un'epidemia avvenuta nel Bangladesh) sono responsabili di epidemie. E’ produttore di una tossina del tutto simile alla quella prodotta dal V. cholerae classico ed Eltor, ma nei confronti del quale la vaccinazione è del tutto inefficace. Dopo avere provocato epidemie in Bangla Desh, India e Pakistan, il V. Cholerae non O1 O139 sembra avere esaurito il suo potenziale epidemico.
Altri sierotipi di Vibrio cholerae sono stati comunque associati a casi sporadici di colera.
Gli effetti patogeni del vibrione colerico sono determinati da una tossina che lede elettivamente la parete dei piccoli vasi intestinali, di cui altera profondamente la permeabilità, favorendo così la immissione nel cavo intestinale di abbondanti quantità di liquido a carattere trasudatizio, a scarso contenuto proteico, ma ad elevato tenore di elettroliti, che non potendo essere drenato dall'apparato linfatico insufficiente alla bisogna, viene espulso sotto forma di scariche alvine impropriamente definite come diarroiche, ma che diarroiche non possono essere considerate essendo costituite solo da acqua e piccoli grumi risiformi (vedi avanti). La perdita continuata di sì abbondanti quantità di liquidi sia con le scariche acquose sia con il vomito porta fatalmente ad una contrazione del volume plasmatico e del liquido interstiziale, donde una inspissatio sanguinis ed una riduzione della volemia che, ove marcata, può sfociare nello shock ipovolemico anche irreversibile. D'altra parte, l'intensa deplezione potassica, non compensata da un adeguato apporto esogeno, conduce alla ipokaliemia oltre i limiti compatibili con il corretto svolgimento delle principali funzioni vitali, con tutte le conseguenze che una simile condizione comporta.
Modalità di infezione.
Il colera è una tipica malattia a trasmissione fecale-orale. Dopo un periodo di incubazione che va da poche ore a 5 giorni, il paziente manifesta i sintomi. L’infezione è contratta in seguito all'ingestione di acqua o di alimenti contaminati da materiale fecale di individui infetti (malati o portatori sani o convalescenti); i vibrioni sono dotati di notevole resistenza nell'ambiente esterno, soprattutto in ambiente liquido e possono sopravvivere anche in ambiente moderatamente salino come l'acqua di mare. Per questo motivo il pesce, se consumato crudo, ed altri prodotti ittici abitualmente consumati quali molluschi e crostacei, sono particolarmente pericolosi ai fini della trasmissione del colera. Pericolosa, in aree endemico-epidemiche, anche la verdura consumata cruda per la possibilità che liquami vengano usati a scopo irriguo e/o fertilizzante.
Profilassi.
Come per tutte le malattie a trasmissione fecale, lo scrupoloso rispetto di elementari norme igieniche è fondamentale, a livello individuale, per la prevenzione del colera:
• bere soltanto acqua sicura, ovvero acqua che sia stata bollita
• evitare il ghiaccio nelle bibite
• consumare soltanto cibo cotto
• proteggere gli alimenti dagli insetti molesti per mezzo di reticelle, o in appositi contenitori;
• evitare frutti di mare e pesce crudi
• evitare di consumare verdure e frutta cruda
• evitare gelati e dolci alla crema che potrebbero essere stati confezionati con latte non pastorizzato o avere subito ricontaminazione
• lavare sempre accuratamente le mani dopo essere stati al gabinetto e prima di mangiare
· Sterilizzare le posate usando la varechina, un cucchiaio di candeggina in un litro di acqua.
I contatti ed i conviventi.
Le persone che sono state in contatto con un caso di colera (conviventi, persone che hanno condiviso alimenti e bevande con il paziente) debbono essere sottoposte a sorveglianza sanitaria per 5 giorni dalla ultima esposizione e per altrettanti giorni dovrebbero astenersi da tutte quelle attività che comportino direttamente o indirettamente la manipolazione di alimenti.
I conviventi ed i contatti debbono essere istruiti sulla necessità dell'accurato lavaggio delle mani dopo l'uso dei servizi igienici e prima della manipolazione di alimenti o della cura di malati e bambini. Eventuali portatori possono essere individuati mediante coprocoltura. In caso di elevata probabilità di trasmissione del colera in ambito domestico, i conviventi ed i contatti di un caso di
colera possono essere sottoposti a chemioprofilassi preventiva con tetraciclina o doxiciclina ai seguenti dosaggi:
adulti: 500 mg di tetraciclina per 4 volte al giorno per tre giorni, oppure 300 mg di doxiciclina in dose singola per tre giorni
bambini: 6mg/kg di doxiciclina in dose singola per tre giorni, oppure 50mg/kg/die di tetraciclina divisi in 4 somministrazioni giornaliere per tre giorni
In caso di ceppi di V. cholerae resistenti alla tetraciclina, i farmaci alternativi sono rappresentati dal furazolidone e dal co-trimossazolo ai seguenti dosaggi:
adulti: 100 mg di furazolidone 4 volte al dì per un giorno, oppure 2gr 2 volte al dì di co-trimossazolo per un giorno
bambini: 1,25 mg di furazolidone 4 volte al dì per un giorno, oppure 50 mg/Kg di co-trimossazolo in due assunzioni giornaliere per un giorno
Clinica.
La malattia può iniziare in modo brusco e repentino o preannunciarsi con l'emissione di feci poltacee o semiliquide (diarrea premonitoria) cui, in ogni caso, fanno seguito nel volgere di brevissimo tempo (12-48 ore) scariche alvine liquide, acquose, imperiose, a getto o a spruzzo, che aumentano rapidamente sino a raggiungere frequenze di 30-50 e anche più nelle 24 ore e comportano perdite di liquidi che possono superare anche i 10-12 litri al giorno. Per l'aspetto particolare che le deiezioni presentano (acquose, con piccoli grumi biancastri in esse sospesi) sono state paragonate all'acqua della ebollizione del riso (scariche risiformi). Caratteristico è talora l’odore che esse emanano, che ricorda quello dello sperma. Ad aggravare gli effetti di sì abbondante dispersione di liquidi con le scariche alvine, si aggiunge il vomito incoercibile a carattere acquoso, anch'esso contenente piccoli grumi risiformi.
Accanto alla diarrea ed al vomito, con i caratteri testé ricordati, compare per effetto della grave disidratazione che prontamente si instaura, sete ardente, inestinguibile, singhiozzo tormentoso; mentre si va facendo sempre più pronunciata, in rapporto alla essiccosi ematica e tessutale, la contrazione della diuresi sino all'anuria totale. Il quadro clinico, ove ve ne fosse bisogno, è completato dal rapido e progressivo peggioramento delle condizioni dell'apparato cardiocircolatorio con tachicardia ed ipotensione, e dalla algidità per abbassamento della temperatura corporea al di sotto dei livelli normali. In questa fase si assiste altresì alla comparsa di spasmi muscolari dolorosissimi, mentre la cute diventa livida e gelida e si copre di sudore freddo e vischioso. La voce si fa sempre più flebile sino a diventare impercettibile; il peso corporeo subisce un rapido ed impressionante tracollo; il volto appare affilato, gli occhi infossati nelle orbite, le gote incavate, gli zigomi sporgenti. Ad onta di tutto questo il sensorio rimane inspiegabilmente integro. Se non si adottano gli opportuni provvedimenti terapeutici, il paziente muore nello spazio di 2-3 giorni con il quadro dello shock ipovolemico o dell'uremia extrarenale. Nei casi ad esito letale, l'evoluzione della malattia è così drammatica da non lasciar spazio e tempo alla insorgenza di complicazioni, complicazione non potendo essere considerata l'insufficienza renale rapportabile alla marcata emoconcentrazione. Nei casi che evolvono favorevolmente la sintomatologia prima descritta gradatamente si attenua sino a regredire completamente: torna verso i valori normali la temperatura corporea, si innalza la pressione arteriosa, migliorano le condizioni cardiache e del circolo periferico, si ripristina gradatamente la funzione renale, mentre si riduce sensibilmente il numero delle scariche alvine.
Diagnosi.
La diagnosi differenziale si impone in prima istanza con tutte le sindromi dissenteriche, dalla dissenteria amebica a quella bacillare, dalle tossinfezioni alimentari alle enterocoliti stafilococciche, anche se è difficile che in alcuna delle forme morbose testé ricordate le scariche alvine siano così numerose e soprattutto presentino i caratteri semeiologici propri di quelle del colera. La diagnosi di certezza si basa sulla dimostrazione del vibrione colerico nelle deiezioni (vomito, scariche alvine) coltivate in opportuni terreni. I pazienti affetti da colera dovrebbero essere ricoverati in ambiente ospedaliero, in cui sia possibile l'isolamento enterico fino alla negatività di 3 coprocolture eseguite a giorni alterni dopo la guarigione clinica, di cui la prima eseguita almeno 3 giorni dopo la sospensione della terapia antimicrobica. Nel caso non sia possibile l'ospedalizzazione, i pazienti affetti da colera dovrebbero almeno essere accolti in stanze separate, in cui abbiano accesso soltanto le persone che prestano assistenza. Vanno comunque sempre osservate regole di isolamento enterico (uso di guanti nel caso di possibile manipolazione o contatto con materiali contaminati e uso di grembiuli in caso di possibilità di insudiciamento, per prevenire la trasmissione di infezioni trasmesse per mezzo del contatto diretto o indiretto con le feci). Le feci e gli oggetti da esse contaminati debbono essere disinfettati.
Terapia
La prognosi nei casi non tempestivamente diagnosticati ed opportunamente curati è sempre molto severa, la mortalità potendo arrivare sino all'80%. Nei casi invece in cui si adottano in tempo utile gli adeguati provvedimenti, essa scende al di sotto del 10%. La terapia si avvale di mezzi specifici (tetracicline, sulfamidici) e di misure generiche, sintomatiche (terapia idratante e correttiva degli squilibri elettrolitici mediante generose infusioni di liquidi debitamente mineralizzati, arricchiti soprattutto di potassio). Fondamentale è la quantità di liquidi da infondere che deve superare almeno di un terzo le perdite verificatesi in un determinato arco di tempo (6-12 ore), valutabili attraverso le variazioni del peso corporeo. L'efficacia della terapia tetraciclinica è subordinata alla cessazione del vomito ed all'avvenuta reidratazione del paziente. In tali condizioni sono sufficienti pochi giorni di trattamento (3-4) per migliorare la sintomatologia intestinale e ridurre sensibilmente il numero delle scariche, con dosaggi giornalieri di 2 g, in 4 somministrazioni.
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Re: Colera
per cui ,
data la presenza di brotes di colera purtroppo anche nella capital,consiglierei oltre alla Loperamide/Dissenten e Bimixin-Normix efficaci e a volte necessari per contrastare la comune cacarella del viajatore...
di mettere in valigia anche una scatola di Doxiciclina-100 mg...come farmaco generico(è un antibiotico per cui molte farmacie potrebbero non fornirlo senza ricetta medica)oppure come Bassado se non si trova...non ha cmq un costo eccessivo..mi pare 3-4 euri l'originale..
se si staziona in zone a rischio e come prevenzione ,se non si hanno contatti con..enfermi(vedi sopra:!...dovrebbe bastare una cp da 100 mg due volte al gg per un 3 gg...
le autorita' sanitarie cubane da quello che si legge lo starebbero gia' distribuendo alla poblacion interessata dai brotes ,non so se con questo schema posologico..
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Re: Colera
è possibile utilizzare pure il piu' recente Vaccino..che presenta un accettabile profilo di efficacia..o sea il Dukoral
necesita pero' vaccinarsi un po' di tempo prima del viaje...almeno 15 gg prima
disponibile a pagamento presso i principali centri di Igiene cittadini..chiedere info e prenotarsi per la vacuna...
necesita pero' vaccinarsi un po' di tempo prima del viaje...almeno 15 gg prima
disponibile a pagamento presso i principali centri di Igiene cittadini..chiedere info e prenotarsi per la vacuna...
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Re: Colera
mosquito ha scritto:è possibile utilizzare pure il piu' recente Vaccino..che presenta un accettabile profilo di efficacia..o sea il Dukoral
necesita pero' vaccinarsi un po' di tempo prima del viaje...almeno 15 gg prima
disponibile a pagamento presso i principali centri di Igiene cittadini..chiedere info e prenotarsi per la vacuna...
http://www.cesmet.com/it/vaccino-colera
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Re: Colera
purtroppo va registrato il segundo verano consecutivo de colera en Kuba...
c'è chi dice che la situacion mejoro'..pero non ne sarei mica tanto seguro..
ad es a una mia amiguita holguinera le engresaron in zona por colera la niña di 1 año y medio recentemente..
in zona guantanamo all'ingresso dell'hotel omonimo ci stanno le bacinelle con i liquidi clorati per la disinfezione delle mani..
e yo mismo in quel di Baracoa mi sono beccato una pesante e strana diarrea che ho contrastato all'insorgenza con antibiotici spero adeguati...
ci stanno poi online noticias di diversi extranjeros contagiati fra cui anche tre connazionali
c'è chi dice che la situacion mejoro'..pero non ne sarei mica tanto seguro..
ad es a una mia amiguita holguinera le engresaron in zona por colera la niña di 1 año y medio recentemente..
in zona guantanamo all'ingresso dell'hotel omonimo ci stanno le bacinelle con i liquidi clorati per la disinfezione delle mani..
e yo mismo in quel di Baracoa mi sono beccato una pesante e strana diarrea che ho contrastato all'insorgenza con antibiotici spero adeguati...
ci stanno poi online noticias di diversi extranjeros contagiati fra cui anche tre connazionali
Ultima modifica di mosquito il Sab 31 Ago 2013 - 23:50 - modificato 1 volta.
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Re: Colera
En Cuba, el 23 de agosto de 2013, el Centro Nacional de Enlace (CNE) para el RSI informó que posterior al brote registrado el año anterior y durante el año en curso se investigaron casos sospechosos regularmente. Como resultado de la vigilancia implementada, se confirmaron 163 casos de cólera en las provincias de La Habana, Santiago de Cuba, Camagüey, así como también en otros municipios pero asociados a estas tres provincias.
De acuerdo a la información proporcionada, los casos registrados en La Habana estuvieron vinculados a dos centros de expendio de alimentos, en donde se comprobó la presencia de portadores asintomáticos entre los manipuladores de alimentos. En estos centros se adoptaron las medidas sanitarias correspondientes.
Entre los casos confirmados se incluyen 12 casos en viajeros procedentes de diferentes países (dos de Alemania, dos de Chile, dos de España, uno de Holanda, tres de Italia y dos de Venezuela), de los cuales 8 son hombres y cuatro son mujeres, con un rango de edad entre 30 a 74 años (mediana 53 años). El Instituto de Medicina Tropical “Pedro Kouri” confirmó la
detección de V. cholerae O1 Serogrupo Ogawa en todos los casos. Todos ellos evolucionaron
favorablemente y no se registraron defunciones.
Después de la detección de cólera en Manzanillo en el 2012 en el que se registraron 417
casos incluyendo tres defunciones, el Ministerio de Salud de Cuba registró otros dos brotes; uno
después del Huracán Sandy en octubre de 2012 en el que se confirmaron 47 casos y otro a
inicios del 2013 en la Provincia La Habana con 51 casos confirmados. El CNE de Cuba informó
que en todos estos brotes se ha actuado oportunamente y se han realizado todas las acciones
correspondientes para su control.
Según la información recibida, Cuba continúa implementando un plan de prevención y
control de cólera, el cual refuerza la difusión de medidas preventivas en la población, el control
de los centros de elaboración y expendio de alimentos y la vigilancia epidemiológica de las
Enfermedades Diarreicas Agudas. Para la estación de verano se han intensificado las medidas
de comunicación dirigidas a la población, especialmente las relacionadas con el lavado de las
manos, la ingesta de agua clorada, la limpieza y cocción adecuada de los alimentos, el
lavado de las frutas y vegetales, así como la selección de alimentos ya procesados para el
consumo
http://www.paho.org/hq/index.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=22754&Itemid=
De acuerdo a la información proporcionada, los casos registrados en La Habana estuvieron vinculados a dos centros de expendio de alimentos, en donde se comprobó la presencia de portadores asintomáticos entre los manipuladores de alimentos. En estos centros se adoptaron las medidas sanitarias correspondientes.
Entre los casos confirmados se incluyen 12 casos en viajeros procedentes de diferentes países (dos de Alemania, dos de Chile, dos de España, uno de Holanda, tres de Italia y dos de Venezuela), de los cuales 8 son hombres y cuatro son mujeres, con un rango de edad entre 30 a 74 años (mediana 53 años). El Instituto de Medicina Tropical “Pedro Kouri” confirmó la
detección de V. cholerae O1 Serogrupo Ogawa en todos los casos. Todos ellos evolucionaron
favorablemente y no se registraron defunciones.
Después de la detección de cólera en Manzanillo en el 2012 en el que se registraron 417
casos incluyendo tres defunciones, el Ministerio de Salud de Cuba registró otros dos brotes; uno
después del Huracán Sandy en octubre de 2012 en el que se confirmaron 47 casos y otro a
inicios del 2013 en la Provincia La Habana con 51 casos confirmados. El CNE de Cuba informó
que en todos estos brotes se ha actuado oportunamente y se han realizado todas las acciones
correspondientes para su control.
Según la información recibida, Cuba continúa implementando un plan de prevención y
control de cólera, el cual refuerza la difusión de medidas preventivas en la población, el control
de los centros de elaboración y expendio de alimentos y la vigilancia epidemiológica de las
Enfermedades Diarreicas Agudas. Para la estación de verano se han intensificado las medidas
de comunicación dirigidas a la población, especialmente las relacionadas con el lavado de las
manos, la ingesta de agua clorada, la limpieza y cocción adecuada de los alimentos, el
lavado de las frutas y vegetales, así como la selección de alimentos ya procesados para el
consumo
http://www.paho.org/hq/index.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=22754&Itemid=
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Re: Colera
http://cafefuerte.com/cuba/noticias-de-cuba/sociedad/3120-cuba-admite-un-cuarto-brote-de-colera-con-163-personas-contagiadas
Cuba enfrenta actualmente el cuarto brote de cólera durante el último año, con 163 personas contagiadas en tres provincias de la isla, entre ellos 12 turistas.
Un informe de la Organización Panamericana de la Salud y de la Organización Mundial de la Salud (OPS-OMS) divulgado este martes, indica que el Centro Nacional de Enlace de Cuba confirmó "163 casos de cólera en las provincias de La Habana, Santiago de Cuba, Camagüey, así como también en otros municipios pero asociados a estas tres provincias".
No se han reportado fallecimientos, según el comunicado.
La información pone en evidencia la existencia de tres brotes continuos de cólera en Cuba desde que un comunicado del Ministerio de Salud Pública (MINSAP), publicada en la prensa cubana, admitiera la existencia de un brote en el oriente del país, el pasado 3 de julio. La existencia de la epidemia fue anticipada por la prensa independiente.
Las autoridades sanitarias cubanas no han informado a la opinión pública del país sobre la existencia de este cuarto brote. Focos anteriores de la epidemia han sido reconocidos como parte de un aumento de las "enfermedades diarreicas agudas" en el país.
Alimentos infestados
El brote de 2012, que afectó principalmente las ciudades de Manzanillo y Bayamo, fue oficialmente dado por concluido el 28 de agosto.
Entre los casos que registra el informe con fecha del 23 de agosto, se encuentran 12 turistas de Alemania (2), Chile (2), España (2), Holanda (1), Italia (3) y Venezuela (2), de ellos ocho hombres y cuatro mujeres.
Según el comunicado, la más reciente infestación en La Habana se produjo a través de "dos centros de expendio de alimentos, en donde se comprobó la presencia de portadores asintomáticos entre los manipuladores de alimentos" indicó la nota. No se precisaron las causas de la contaminación en las otras provincias.
Al analizar la sitiación epidemiológica de la región, el informe se refiere sólo a casos de cólera en Haití, República Dominicana y Cuba.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La pasada semana, Estados Unidos emitió una alerta sobre cólera para quienes vayan a viajar a Cuba.
Publicamos íntegramente el informe respecto a Cuba, dado a conocer por OPS-OMS:
En Cuba, el 23 de agosto de 2013, el Centro Nacional de Enlace (CNE) para el RSI informó que posterior al brote registrado el año anterior y durante el año en curso se investigaron casos sospechosos regularmente. Como resultado de la vigilancia implementada, se confirmaron 163 casos de cólera en las provincias de La Habana, Santiago de Cuba, Camagüey, así como también en otros municipios pero asociados a estas tres provincias.
De acuerdo a la información proporcionada, los casos registrados en La Habana estuvieron vinculados a dos centros de expendio de alimentos, en donde se comprobó la presencia de portadores asintomáticos entre los manipuladores de alimentos. En estos centros se adoptaron las medidas sanitarias correspondientes.
Entre los casos confirmados se incluyen 12 casos en viajeros procedentes de diferentes países (dos de Alemania, dos de Chile (1), dos de España, uno de Holanda, tres de Italia (2), y dos de Venezuela (3), de los cuales 8 son hombres y cuatro son mujeres, con un rango de edad entre 30 a 74 años (mediana 53 años). El Instituto de Medicina Tropical “Pedro Kouri” confirmó la detección de V. Cholerae O1 Serogrupo Ogawa en todos los casos. Todos ellos evolucionaron favorablemente y no se registraron defunciones.
Después de la detección de cólera en Manzanillo en el 2012 en el que se registraron 417 casos incluyendo tres defunciones, el Ministerio de Salud de Cuba registró otros dos brotes; uno después del Huracán Sandy en octubre de 2012 en el que se confirmaron 47 casos y otro a inicios del 2013 en la Provincia La Habana con 51 casos confirmados. El CNE de Cuba informó que en todos estos brotes se ha actuado oportunamente y se han realizado todas las acciones correspondientes para su control.
Según la información recibida, Cuba continúa implementando un plan de prevención y control de cólera, el cual refuerza la difusión de medidas preventivas en la población, el control de los centros de elaboración y expendio de alimentos y la vigilancia epidemiológica de las Enfermedades Diarreicas Agudas. Para la estación de verano se han intensificado las medidas de comunicación dirigidas a la población, especialmente las relacionadas con el lavado de las manos, la ingesta de agua clorada, la limpieza y cocción adecuada de los alimentos, el lavado de las frutas y vegetales, así como la selección de alimentos ya procesados para el consumo.
Cuba enfrenta actualmente el cuarto brote de cólera durante el último año, con 163 personas contagiadas en tres provincias de la isla, entre ellos 12 turistas.
Un informe de la Organización Panamericana de la Salud y de la Organización Mundial de la Salud (OPS-OMS) divulgado este martes, indica que el Centro Nacional de Enlace de Cuba confirmó "163 casos de cólera en las provincias de La Habana, Santiago de Cuba, Camagüey, así como también en otros municipios pero asociados a estas tres provincias".
No se han reportado fallecimientos, según el comunicado.
La información pone en evidencia la existencia de tres brotes continuos de cólera en Cuba desde que un comunicado del Ministerio de Salud Pública (MINSAP), publicada en la prensa cubana, admitiera la existencia de un brote en el oriente del país, el pasado 3 de julio. La existencia de la epidemia fue anticipada por la prensa independiente.
Las autoridades sanitarias cubanas no han informado a la opinión pública del país sobre la existencia de este cuarto brote. Focos anteriores de la epidemia han sido reconocidos como parte de un aumento de las "enfermedades diarreicas agudas" en el país.
Alimentos infestados
El brote de 2012, que afectó principalmente las ciudades de Manzanillo y Bayamo, fue oficialmente dado por concluido el 28 de agosto.
Entre los casos que registra el informe con fecha del 23 de agosto, se encuentran 12 turistas de Alemania (2), Chile (2), España (2), Holanda (1), Italia (3) y Venezuela (2), de ellos ocho hombres y cuatro mujeres.
Según el comunicado, la más reciente infestación en La Habana se produjo a través de "dos centros de expendio de alimentos, en donde se comprobó la presencia de portadores asintomáticos entre los manipuladores de alimentos" indicó la nota. No se precisaron las causas de la contaminación en las otras provincias.
Al analizar la sitiación epidemiológica de la región, el informe se refiere sólo a casos de cólera en Haití, República Dominicana y Cuba.
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La pasada semana, Estados Unidos emitió una alerta sobre cólera para quienes vayan a viajar a Cuba.
Publicamos íntegramente el informe respecto a Cuba, dado a conocer por OPS-OMS:
En Cuba, el 23 de agosto de 2013, el Centro Nacional de Enlace (CNE) para el RSI informó que posterior al brote registrado el año anterior y durante el año en curso se investigaron casos sospechosos regularmente. Como resultado de la vigilancia implementada, se confirmaron 163 casos de cólera en las provincias de La Habana, Santiago de Cuba, Camagüey, así como también en otros municipios pero asociados a estas tres provincias.
De acuerdo a la información proporcionada, los casos registrados en La Habana estuvieron vinculados a dos centros de expendio de alimentos, en donde se comprobó la presencia de portadores asintomáticos entre los manipuladores de alimentos. En estos centros se adoptaron las medidas sanitarias correspondientes.
Entre los casos confirmados se incluyen 12 casos en viajeros procedentes de diferentes países (dos de Alemania, dos de Chile (1), dos de España, uno de Holanda, tres de Italia (2), y dos de Venezuela (3), de los cuales 8 son hombres y cuatro son mujeres, con un rango de edad entre 30 a 74 años (mediana 53 años). El Instituto de Medicina Tropical “Pedro Kouri” confirmó la detección de V. Cholerae O1 Serogrupo Ogawa en todos los casos. Todos ellos evolucionaron favorablemente y no se registraron defunciones.
Después de la detección de cólera en Manzanillo en el 2012 en el que se registraron 417 casos incluyendo tres defunciones, el Ministerio de Salud de Cuba registró otros dos brotes; uno después del Huracán Sandy en octubre de 2012 en el que se confirmaron 47 casos y otro a inicios del 2013 en la Provincia La Habana con 51 casos confirmados. El CNE de Cuba informó que en todos estos brotes se ha actuado oportunamente y se han realizado todas las acciones correspondientes para su control.
Según la información recibida, Cuba continúa implementando un plan de prevención y control de cólera, el cual refuerza la difusión de medidas preventivas en la población, el control de los centros de elaboración y expendio de alimentos y la vigilancia epidemiológica de las Enfermedades Diarreicas Agudas. Para la estación de verano se han intensificado las medidas de comunicación dirigidas a la población, especialmente las relacionadas con el lavado de las manos, la ingesta de agua clorada, la limpieza y cocción adecuada de los alimentos, el lavado de las frutas y vegetales, así como la selección de alimentos ya procesados para el consumo.
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Re: Colera
http://www.diariodecuba.com/cuba/1380816805_5361.html
El Gobierno ha confirmado más de 670 casos de cólera en la Isla, según organismos internacionales
El Gobierno cubano ha confirmado unos 678 casos de cólera en la Isla desde que comenzó el brote, en el verano de 2012, hasta el pasado 26 de septiembre, informaron en una Alerta Epidemiológica la Organización Panamericana de la Salud (OPM) y la Organización Mundial de la Salud (OMS).
Según las entidades, las autoridades de la Isla mantienen que solo se han producido tres defunciones como consecuencia del cólera, una afirmación que contradicen numerosos reportes de disidentes, periodistas independientes y presos de varias cárceles donde se han registrado casos.
La alerta indica que las zonas afectadas han sido Camagüey, Granma (donde se inició la epidemia), Guantánamo, La Habana y Santiago de Cuba, además de "municipios asociados a estas provincias".
La OPM y la OMS incluyen además en su informe el reporte de un brote de cólera en México que ha infectado al menos a 46 personas, 44 de ellas en el estado de Hidalgo y dos en el Distrito Federal. Uno de los enfermos falleció.
La cepa encontrada en México es la misma que afecta a Cuba, Haití y República Dominicana.
Las autoridades mexicanas han establecido interrogatorios en los aeropuertos para los pasajeros procedentes de Cuba y Haití, a fin de determinar si llegan con padecimientos diarreicos y someterlos a análisis en caso necesario, informó el diario Milenio.
El Gobierno ha confirmado más de 670 casos de cólera en la Isla, según organismos internacionales
El Gobierno cubano ha confirmado unos 678 casos de cólera en la Isla desde que comenzó el brote, en el verano de 2012, hasta el pasado 26 de septiembre, informaron en una Alerta Epidemiológica la Organización Panamericana de la Salud (OPM) y la Organización Mundial de la Salud (OMS).
Según las entidades, las autoridades de la Isla mantienen que solo se han producido tres defunciones como consecuencia del cólera, una afirmación que contradicen numerosos reportes de disidentes, periodistas independientes y presos de varias cárceles donde se han registrado casos.
La alerta indica que las zonas afectadas han sido Camagüey, Granma (donde se inició la epidemia), Guantánamo, La Habana y Santiago de Cuba, además de "municipios asociados a estas provincias".
La OPM y la OMS incluyen además en su informe el reporte de un brote de cólera en México que ha infectado al menos a 46 personas, 44 de ellas en el estado de Hidalgo y dos en el Distrito Federal. Uno de los enfermos falleció.
La cepa encontrada en México es la misma que afecta a Cuba, Haití y República Dominicana.
Las autoridades mexicanas han establecido interrogatorios en los aeropuertos para los pasajeros procedentes de Cuba y Haití, a fin de determinar si llegan con padecimientos diarreicos y someterlos a análisis en caso necesario, informó el diario Milenio.
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Re: Colera
http://gaianews.it/attualita/colera-ad-haiti-class-action-contro-i-caschi-blu-che-portarono-lepidemia-46459.html#.Ulir9dhH7IU
Una class action contro i caschi blu dell’ONU responsabili di aver causato l’epidemia di colera ad Haiti che ha ucciso fino ad oggi 8.300 persone e ne ha contagiate centinaia di migliaia. E’ ciò che ha annunciato di voler intraprendere l’avvocato Ira Kurzban, in una conferenza stampa che si è tenuta a Miami con il Bureau des Avocats Internationaux (BAI) e l’ Institute for Justice and Democracy in Haiti (IJDH).
La decisione di intraprendere l’azione legale è arrivato quando le Nazioni Unite hanno dichiarato che non avrebbero pagato centinaia di milioni di dollari di risarcimento rivendicati dalle vittime del colera di Haiti.
Sono più di 650.000 le persone contagiate dal colera ad Haiti fino ad oggi. Il colera era scomparso dall’isola da più di un secolo e quella attuale è invece l’epidemia più aggressiva di colera presente sul pianeta
Gli avvocati sostengono che l’epidemia sia stata causata dai caschi blu e la certificazione come class action da parte dle tribunale consentirebbe alla vittime di ottenere un risarcimento.
Gli avvocati ha presentato la causa alla Corte Distrettuale degli Stati Uniti nel Southern District di New York ,chiedendo di 2,2 miliardi dollari per il governo di Haiti per danni non specificati per ben 679.000 vittime per lesioni personali , omissione di soccorso , stress emotivo e la perdita di utilizzo dei beni e delle risorse naturali.
Secondo la teoria dell’accusa i caschi blu dell’ONU provenienti dal Nepal avrebbero scaricato liquami in un affluente del fiume Artibonite e questo avrebbe scatenato l’epidemia.
“L’Onu sapeva o avrebbe dovuto sapere che il risanamento incosciente e le modalità di smaltimento dei rifiuti hanno posto un alto rischio di danno per la popolazione e che trascurato consapevolmente questo rischio , innescando un’epidemia esplosiva”, hanno scritto i gruppi per i diritti civili in un comunicato stampa congiunto .
Il portavoce dell’Onu Farhan Haq ha dichiarato: “Noi non discutiamo reclami proposti contro le Nazioni Unite”
“Le Nazioni Unite stava lavorando sul campo ad Haiti per fornire assistenza alle persone colpite”, ha aggiunto. “Ci siamo impegnati per fare tutto ciò che potevamo fare ” per aiutare il popolo di Haiti asuperare l’epidemia di colera , ha detto Haq.
Una commissione indipendente, nominata dal Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon per studiare l’epidemia , ha pubblicato un rapporto nel 2011, che non ha determinato definitivamente come il colera è stato introdotto ad Haiti.
Tuttavia, i Centri statunitensi per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione hanno detto che le prove suggeriscono con forza che i caschi blu provenienti dal Nepal siano stati la fonte.
La class action chiede 100.000 dollari per ogni vittima e 50.000 per ogni contagiato dal colera e mentre non è ancora chiaro se le nazioni unite godano di una immunità diplomatica l’avvocato delle vittime del colera ad Haiti parla molto chiaro: per debellare il colera è necessario ripulire i corsi d’acqua.
”Il colera è trattabile, facilmente curabile, se il paese ha acqua pulita e servizi igienico-sanitari”, ha detto. ”Riteniamo che l’ONU abbia l’obbligo di ripulire il disastro che ha creato.”
Una class action contro i caschi blu dell’ONU responsabili di aver causato l’epidemia di colera ad Haiti che ha ucciso fino ad oggi 8.300 persone e ne ha contagiate centinaia di migliaia. E’ ciò che ha annunciato di voler intraprendere l’avvocato Ira Kurzban, in una conferenza stampa che si è tenuta a Miami con il Bureau des Avocats Internationaux (BAI) e l’ Institute for Justice and Democracy in Haiti (IJDH).
La decisione di intraprendere l’azione legale è arrivato quando le Nazioni Unite hanno dichiarato che non avrebbero pagato centinaia di milioni di dollari di risarcimento rivendicati dalle vittime del colera di Haiti.
Sono più di 650.000 le persone contagiate dal colera ad Haiti fino ad oggi. Il colera era scomparso dall’isola da più di un secolo e quella attuale è invece l’epidemia più aggressiva di colera presente sul pianeta
Gli avvocati sostengono che l’epidemia sia stata causata dai caschi blu e la certificazione come class action da parte dle tribunale consentirebbe alla vittime di ottenere un risarcimento.
Gli avvocati ha presentato la causa alla Corte Distrettuale degli Stati Uniti nel Southern District di New York ,chiedendo di 2,2 miliardi dollari per il governo di Haiti per danni non specificati per ben 679.000 vittime per lesioni personali , omissione di soccorso , stress emotivo e la perdita di utilizzo dei beni e delle risorse naturali.
Secondo la teoria dell’accusa i caschi blu dell’ONU provenienti dal Nepal avrebbero scaricato liquami in un affluente del fiume Artibonite e questo avrebbe scatenato l’epidemia.
“L’Onu sapeva o avrebbe dovuto sapere che il risanamento incosciente e le modalità di smaltimento dei rifiuti hanno posto un alto rischio di danno per la popolazione e che trascurato consapevolmente questo rischio , innescando un’epidemia esplosiva”, hanno scritto i gruppi per i diritti civili in un comunicato stampa congiunto .
Il portavoce dell’Onu Farhan Haq ha dichiarato: “Noi non discutiamo reclami proposti contro le Nazioni Unite”
“Le Nazioni Unite stava lavorando sul campo ad Haiti per fornire assistenza alle persone colpite”, ha aggiunto. “Ci siamo impegnati per fare tutto ciò che potevamo fare ” per aiutare il popolo di Haiti asuperare l’epidemia di colera , ha detto Haq.
Una commissione indipendente, nominata dal Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon per studiare l’epidemia , ha pubblicato un rapporto nel 2011, che non ha determinato definitivamente come il colera è stato introdotto ad Haiti.
Tuttavia, i Centri statunitensi per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione hanno detto che le prove suggeriscono con forza che i caschi blu provenienti dal Nepal siano stati la fonte.
La class action chiede 100.000 dollari per ogni vittima e 50.000 per ogni contagiato dal colera e mentre non è ancora chiaro se le nazioni unite godano di una immunità diplomatica l’avvocato delle vittime del colera ad Haiti parla molto chiaro: per debellare il colera è necessario ripulire i corsi d’acqua.
”Il colera è trattabile, facilmente curabile, se il paese ha acqua pulita e servizi igienico-sanitari”, ha detto. ”Riteniamo che l’ONU abbia l’obbligo di ripulire il disastro che ha creato.”
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