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This is Cuba: Cuba è il primo amore, ma solo e sempre un punto di partenza
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This is Cuba: Cuba è il primo amore, ma solo e sempre un punto di partenza
Viaggi: Cuba è il primo amore, ma solo e sempre un punto di partenza
Qualcuno, dopo oltre due anni di vita del sito ci chiede perché il nome this is cuba. Ho fondato This Is Cuba perché volevo sentirmi libero di descrivere, raccontare, senza dover seguire imposizioni dettate dall’appartenere ad un gruppo con matrice politica ben definita. Non riuscivo e non riesco ad accettare un luogo integralista sia esso contro sia esso pro-governo cubano, dove i luoghi comuni sono all’ordine del giorno, dove tutto è da condannare o al contrario tutto bene, un…Vamos Bien italian style…! In sin dei conti sono i soliti modi d’interpretare la politica dell’italiano, che non riesce a concepirla con la freddezza necessaria atta semplicemente a far funzionare le cose, renderle più fluide e definite.
Ne ho viste rapportandomi al “mondo cubano”. Ha tantissimi pregi e un sacco di difetti. Si accosta alla mia cultura per molti lati, per altri non lo capisco e non lo capirò mai.
Quando qualcuno mi chiede il perché del nome di questo sito lo spiego come una fase della mia vita, un attaccamento a Cuba, che nato dalla casualità e dalla voglia di conoscere ancora mi rapisce e che è il motivo per il quale vado orgoglioso di questo sito e delle notizie che riportiamo in totale onestà e per quanto possibile in modo più dettagliato e consapevole di molti giornali.
This Is Cuba è poi diventato un approfondimento e personalmente anche un diario aperto a tutti, una visione che ha a dire il vero lasciato il focus sull’isola caraibica ed ha abbracciato il latino america, come gli Stati Uniti e tanti altri luoghi che mi affascinano nella loro diversità. E’ bello trasferire questa conoscenza e qualche concetto astratto che cogli mentre viaggi ed osservi e condividerlo in un momento d’introspezione con i lettori, che a loro volta possono permettersi di staccare dalla realtà fisica ed immedesimarsi in percorsi a loro disegnati. Un viaggio di colori, foto, racconti che ci elevano da una quotidianità fatta sovente di qualunquismo, i due-tre luoghi visitati, le relazioni sociali d’obbligo ed una cerchia di persone entro le quali hai appiccicato il ruolo che é disegnato.
Vi sono aspetti della storia cubana che terrò stretti a me, concetti affascinanti, ricordi che mi hanno portato a vivere e conoscere, fare amicizie ed intraprendere viaggi. Ho notato i tratti tradizionali dell’essere cubano, della quotidianità, il fare orgoglioso della gente dentro e fuori l’isola, il loro rapportarsi freddo con il sistema politico. C’è chi sostiene il governo, c’è chi vede in esso li peggior nemico e la causa stessa che ha fatto della propria vita e delle proprie vite un’occasione persa.
Ho notato le mille facce del cubano. E anche quelle della politica. Le facce dell’ipocrisia. Le maschere dell’ingiustizia sono presente ovunque, anche laddove tanto di slogan a tutta parete, voglio far pensare il contrario. Le differenze sociali, esistono esattamente come dalle altre parti, anche se all’interno di uno schema maggiormente oscuro.
Come in ogni parte del latino america, ho imparato ad odiare aspetti societari. E il This Is Cuba è rimasto un aspetto che condivide storia politica, culturale e letteraria, lidi geografici incantevoli, luogo d’ispirazione che nasce dal notare l’aspetto più creativo ed istintivo delle creazioni cubane che si diparte a 360 gradi per interessare tutti gli aspetti della vita sociale, anche quella che ci contraddistingue quando arriviamo a destinazione, e cioè il rapporto che ha la gente del posto con i turisti, generalmente ospitale, e molto socievole. Un socievole che colpisce per disponibilità e naturalezza. A volte un socievole che esaspera nell’inganno, in una sorte di prostituzione dei rapporti sociali.
This Is Cuba è quindi un raccoglitore di idee, curiosità, notizie, attualità. Era nato incentrato su Cuba. Ora la redazione si divide le passioni. Il sottoscritto è più affascinato dalla storia latinoamericana e dalla società statunitense e dalla stesse radici del blues che oltre alla musica è uno stile di vita, un racconto, un modo di interpretare la realtà, uno stile definito, che nonostante intrecci alcune sonorità e possa fondersi una mezcla con i suoni tipico cubani, si scosta come filosofia dalla concezione di vita che traccia la musica cubana, soprattutto quella moderna, che interpreta sempre più le esigenze di una nuova generazione sempre più scostata dalla Cuba che conosciamo, quella della Revolution, sempre più annacquata per spirito e valori sociali. Cuba è stato un primo amore, uno dei tanti tasselli della vita, dinamica, una esperienza e non un luogo che prescinde la conoscenza del “restante”. E’ l’alba d’un atteggiamento che porta a nuove conoscenze ed allo sviluppo della propria voglia di viaggiare e conoscere. Ci sono italiani che, ho notato, si sforzano in ogni modo di colorare le proprie vita d’una bandiera d’appartenenza che non rimarrà mai la loro per tradizione e storia, portando gli stessi ad una brutta copia della personalità originale. Individui che rincorrono, con licenza poetica del maestro Guccini, Quello che non…
Ma This Is Cuba è un modo come tanti di raccontare il mondo, di dare vita ad un ragionamento, ad una discussione. This Is Cuba è stata anche una utile guida per i visitatori sull’Isla, il primo sito italiano a trattare dell’ora tanto famoso medicamento (o presunto tale) cubano Vidatox-Escozul. This Is Cuba è stato anche l’opportunità di raccontare in prima linea le importante elezioni Presidenziali 2012 nella Repubblica Dominicana ed i presunti brogli. This Is Cuba è stato anche un modo di adottare il bambino dominicano, Diomedes, cercare di coinvolgere i nostri lettori, a sostenere il nostro progetto, che purtroppo umanamente non è mai decollato dal momento che non abbiamo ricevuto un singolo, minimo sostegno economico. Vedremo il 2013 se la nostra passione e il nostro impegno continuerà a trovare il vostro interesse e sostegno. Ci confidiamo.
THIS IS CUBA
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