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Rolling Stones en Cuba
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Rolling Stones en Cuba
I Rolling Stones a Cuba il 25 marzo. Concerto gratuito a L'Avana
La band inglese arriva sull'isola tre giorni dopo Obama, rischiando di far passare in secondo piano la visita storica del presidente Usa. E' prevista un'affluenza record
La band inglese arriva sull'isola tre giorni dopo Obama, rischiando di far passare in secondo piano la visita storica del presidente Usa. E' prevista un'affluenza record
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Re: Rolling Stones en Cuba
http://www.rollingstone.it/musica/news-musica/i-rolling-stones-annunciano-una-data-a-cuba/2016-03-01/
I Rolling Stones annunciano una data a Cuba
Il 25 marzo alla Ciudad Deportiva de La Havana: sarà la prima band inglese a suonare a Cuba
"Questo show all'Havana sarà un vero evento per noi", hanno detto gli Stones
I Rolling Stones hanno aggiunto alcune date al loro tour dell’America Latina, inclusa un appuntamento a Cuba. La band suonerà uno show gratuito che hanno chiamato Concert for Amity presso la Ciudad Deportiva de La Havana, il 25 marzo. È la prima volta che una band inglese annuncia un concerto sull’isola.
“Abbiamo suonato in molti luoghi speciali durante la nostra carriera, ma questo show ad Havana sarà un vero evento per noi e, speriamo, per tutti i nostri amici a Cuba”, hanno detto gli Stones in un comunicato.
Il gruppo stava organizzando la data da diversi mesi e ha promesso una set list piena di “classiche hit degli Stones” e “gemme speciali” per il pubblico cubano.
Un’organizzazione chiamata Fundashon Bon Intenshon sta organizzando l’evento per conto dell’isola caraibica di Curaçao. L’organizzazione supporta dei progetti charity per l’educazione, lo sport, la cultura letterale, la salute e il turismo in tutto il mondo, oltre ad essere impegnata nel risolvere la povertà generale. Anche l’Istituto per la Musica Cubana ha aiutato l’organizzazione.
L’Associated Press riporta che il Concert for Amity renderà i Rolling Stones la band più importante a suonare a Cuba dopo la rivoluzione del 1959.
Major Lazer sarà il primo gruppo americano importante a suonare a Cuba dopo che tra la nazione e gli Stati Uniti si sono ristabiliti i rapporti diplomatici. “Cuba ha un impatto culturale fortissimo in tutto il mondo e per me, specialmente essendo cresciuto in Florida, è diventato uno dei più grandi centri culturali di evoluzione musicale”, ha detto Diplo su Twitter. “Sono stato abbastanza fortunato da quando qualche anno fa ho visitato l’isola con i miei amici Calle 13. Durante i miei quattro giorni lì, sono stato completamente assorbito dalle persone, dalla profondità della loro cultura e dal loro stile di vita”.
I Rolling Stones annunciano una data a Cuba
Il 25 marzo alla Ciudad Deportiva de La Havana: sarà la prima band inglese a suonare a Cuba
"Questo show all'Havana sarà un vero evento per noi", hanno detto gli Stones
I Rolling Stones hanno aggiunto alcune date al loro tour dell’America Latina, inclusa un appuntamento a Cuba. La band suonerà uno show gratuito che hanno chiamato Concert for Amity presso la Ciudad Deportiva de La Havana, il 25 marzo. È la prima volta che una band inglese annuncia un concerto sull’isola.
“Abbiamo suonato in molti luoghi speciali durante la nostra carriera, ma questo show ad Havana sarà un vero evento per noi e, speriamo, per tutti i nostri amici a Cuba”, hanno detto gli Stones in un comunicato.
Il gruppo stava organizzando la data da diversi mesi e ha promesso una set list piena di “classiche hit degli Stones” e “gemme speciali” per il pubblico cubano.
Un’organizzazione chiamata Fundashon Bon Intenshon sta organizzando l’evento per conto dell’isola caraibica di Curaçao. L’organizzazione supporta dei progetti charity per l’educazione, lo sport, la cultura letterale, la salute e il turismo in tutto il mondo, oltre ad essere impegnata nel risolvere la povertà generale. Anche l’Istituto per la Musica Cubana ha aiutato l’organizzazione.
L’Associated Press riporta che il Concert for Amity renderà i Rolling Stones la band più importante a suonare a Cuba dopo la rivoluzione del 1959.
Major Lazer sarà il primo gruppo americano importante a suonare a Cuba dopo che tra la nazione e gli Stati Uniti si sono ristabiliti i rapporti diplomatici. “Cuba ha un impatto culturale fortissimo in tutto il mondo e per me, specialmente essendo cresciuto in Florida, è diventato uno dei più grandi centri culturali di evoluzione musicale”, ha detto Diplo su Twitter. “Sono stato abbastanza fortunato da quando qualche anno fa ho visitato l’isola con i miei amici Calle 13. Durante i miei quattro giorni lì, sono stato completamente assorbito dalle persone, dalla profondità della loro cultura e dal loro stile di vita”.
mosquito- Admin
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Re: Rolling Stones en Cuba
http://www.panorama.it/musica/i-rolling-stones-live-per-la-prima-volta-a-cuba-il-25-marzo/
Tre giorni dopo la storica visita di Barack Obama a Cuba, in programma il 21 e 22 marzo, i Rolling Stones suoneranno gratuitamente il 25 marzo nella Ciudad Deportiva di L'Avana, in un evento ribattezzato Concert for Amity. Sarà la loro prima volta, in oltre cinquant'anni di carriera, che si esibiranno nell'isola caraibica.
L’associazione Fundashon Bon Intenshon, che supporta progetti charity per l’educazione, lo sport, la cultura, la salute e il turismo in tutto il mondo, sta organizzando l’evento insieme all’Istituto per la Musica Cubana. E’ facile prevedere un’adunata oceanica che renderà il 25 marzo 2016 non solo un giorno storico per il rock, ma anche la data del più grande spettacolo dalla rivoluzione del 1959.
I quattro Stones hanno espresso tutta la loro gioia in una nota ufficiale: "Abbiamo suonato in molti luoghi speciali durante la nostra carriera, ma questa esibizione a L'Avana sarà importantissima per noi e speriamo anche per i nostri amici a Cuba".
La band è attualmente impegnata nel fortunato Olé Tour in America del Sud, iniziato il 3 febbraio a Santiago del Cile, per poi passare da Buenos Aires in Argentina e Montevideo in Uruguay. Dopo tre concerti in Brasile, la band è attesa in Perù, Colombia e Messico, dove l'ultimo show è previsto per il 17 marzo.
Tre giorni dopo la storica visita di Barack Obama a Cuba, in programma il 21 e 22 marzo, i Rolling Stones suoneranno gratuitamente il 25 marzo nella Ciudad Deportiva di L'Avana, in un evento ribattezzato Concert for Amity. Sarà la loro prima volta, in oltre cinquant'anni di carriera, che si esibiranno nell'isola caraibica.
L’associazione Fundashon Bon Intenshon, che supporta progetti charity per l’educazione, lo sport, la cultura, la salute e il turismo in tutto il mondo, sta organizzando l’evento insieme all’Istituto per la Musica Cubana. E’ facile prevedere un’adunata oceanica che renderà il 25 marzo 2016 non solo un giorno storico per il rock, ma anche la data del più grande spettacolo dalla rivoluzione del 1959.
I quattro Stones hanno espresso tutta la loro gioia in una nota ufficiale: "Abbiamo suonato in molti luoghi speciali durante la nostra carriera, ma questa esibizione a L'Avana sarà importantissima per noi e speriamo anche per i nostri amici a Cuba".
La band è attualmente impegnata nel fortunato Olé Tour in America del Sud, iniziato il 3 febbraio a Santiago del Cile, per poi passare da Buenos Aires in Argentina e Montevideo in Uruguay. Dopo tre concerti in Brasile, la band è attesa in Perù, Colombia e Messico, dove l'ultimo show è previsto per il 17 marzo.
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Re: Rolling Stones en Cuba
due anni atras...
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Re: Rolling Stones en Cuba
precedentemente Jagger aveva gia' fatto un paseito por la capitall
http://www.aserequebola.net/t5021-mick-jagger-en-kuba?highlight=Jagger
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Re: Rolling Stones en Cuba
i tempi..cambiano...
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Re: Rolling Stones en Cuba
https://www.cubanet.org/destacados/carta-a-mick-jagger/
Carta a Mick Jagger
Mi muy admirado Mick: Casi muero del susto cuando supe que los Stones piensan hacer un concierto en La Habana
Mi muy admirado Mick:
Casi muero del susto cuando supe que The Rolling Stones piensan hacer un concierto en La Habana en marzo del próximo año. ¡Imagínese! Siempre soñé estar en un concierto de los Stones, que son mi banda favorita de todos los tiempos. Solo que como vivo en Cuba, por las circunstancias que usted debe conocer, ese sueño me parecía imposible.
Hace unos días, cuando un amigo de Miami me llamó por teléfono y me preguntó “¿ya viste a Mick Jagger?” no sabía que usted estaba en La Habana, presuntamente para ultimar los detalles del concierto de marzo en el Estadio Latinoamericano. Eso lo supe horas más tarde, cuando casi al final del Noticiero Nacional de Televisión, luego de dar la noticia de que una poco trascendente cantante boricua, Olga Tañón, actuaría en Cuba en diciembre, un joven periodista, tan despistado que dijo que los Stones eran norteamericanos, informó brevemente que usted estaba en La Habana.
De esa visita solo he sabido lo poco que ha informado la prensa oficial, que es la única permitida en Cuba. Vi las cuatro fotos suyas que aparecieron en la página digital insignia del oficialismo, Cuba Debate: en los estudios Abdala, en el restaurante Shangri-La, con X Alfonso en la fábrica de Arte Cubano y apoyado en una vieja columna, supongo que en la Habana Vieja. Nada más. Y le confieso que me siento muy frustrado de no haber podido entrevistarlo para alguno de los medios independientes donde escribo, o siquiera agradecerle personalmente toda la música maravillosa que nos han dado ustedes durante tanto tiempo, que casi es todo el de nuestras vidas. Ojala eso pueda ser en marzo. Cruzo los dedos para que así sea.
Sé que los Stones tienen millones de fans en todo el mundo, pero tal vez coincida conmigo en que los fans cubanos, por las circunstancias a las que me refería anteriormente, somos muy especiales.
En el caso de los cubanos de mi generación, The Beatles y The Rolling Stones pusieron la música –y qué música- a la fiesta frugal y harapienta de nuestra adolescencia. Dicha fiesta, que más bien fue un jolgorio subterráneo, cuando no era vigilada, estaba prohibida. Pero así y todo, nos ayudó a resistir prohibiciones, desesperanza y represión.
Tal vez por eso, hallo algo sobrenatural en aquella música, como si hubiera sido enviada por Dios o por el Diablo, para salvarnos. Y llegó en el momento preciso, cuando más la necesitábamos.
Me es imposible evocar aquellos años sin “As tears goes by”, “Lady Jane”, “Jumping Jack Flash” o “Sympathy for the devil”. Aquellas canciones nos ayudaron a capear la monotonía desoladora del paraíso revolucionario y nos salvaron de caer en picada.
Los comisarios culturales, que corporizaron en el rock las perversiones del “diversionismo ideológico”, pudieron haber aprovechado la rebeldía antisistema de los Stones. De hecho, en plena prohibición de los Beatles, cuando regresó la música extranjera a la radio cubana, no ponían reparos a que los Stones, en el programa “Nocturno”, reiteraran sus insatisfacciones. “(I can’t get no) Satisfaction” también fue éxito en Cuba, pero no porque los comisarios supieran tanto inglés como para analizar las letras de las canciones o porque aprobaran, tras consultar el manual marxista-leninista, las perretas Jagger-Richards contra el modo de vida burgués.
También se escuchó mucho por acá Jumping Jack Flash, pero entonces vino el Decenio Gris, volvieron a prohibir la música rock, y si no llega a ser por la radio del sur de la Florida nos hubiésemos perdido la que considero la más brillante época de los Stones, la de los discos Let it bleed, Sticky Fingers y Exile on Main Street, que son mis preferidos.
¿Puede entender, Mr. Jagger, cómo me siento ante la posibilidad de encontrarme con ustedes, a quienes considero viejos amigos que siempre me han acompañado, tanto en las juergas como en los demasiados malos ratos?
Pero le confieso que no me gusta mucho la idea de que los Stones vengan a Cuba. Primero que todo, para que no le den crédito con su sola presencia aquí, al castrismo tardío que simula haber cambiado y busca su readecuación internacional.
Menos mal que si el concierto de los Stones no va a ser en la Plaza de la Revolución, que sería por lo espacioso el sitio ideal, a pesar de la mucha mala vibra que tiene, no los van a poner a tocar en el Maxim Rock o los Jardines de la Tropical, sino en el Estadio Latinoamericano, que tiene capacidad para 55 000 personas. Ojala no copen el estadio con ‘segurosos’ y movilizados del Partido Comunista y la UJC, como hicieron con las misas del Papa, y nos quedemos fuera los verdaderos interesados.
Por si las moscas, les aconsejaría a ustedes que pensaran bien lo del concierto en La Habana, porque con los mandarines verde olivo, tan renuentes desde siempre al rock and roll, nunca se sabe… Créame, conozco bien las mañas de esta gentuza. Y me niego rotundamente a que me roben, para sus propósitos politiqueros y de propaganda, a mi banda preferida, como mismo se robaron a John Lennon y lo sentaron en un parque del Vedado.
Ojo, Mick, no se dejen manipular. No me defrauden. Si no quiere, si no puede, no me dé la entrevista que le pido, yo entenderé, sus motivos tendrá, pero le ruego que si cuando cante “Simpathy for the devil”, Abel Prieto u otro comisario cultural intenta subir a la tarima para hacerle el corito en los uuh uuuh, échelos a patadas, y que se vayan a cantar reguetón, rancheras o himnos maoistas al Palacio de la Revolución, a Punto Cero, o a casa del carajo, con sus puñeteros jefes que nos prohibieron durante muchos años la música rock.
Nos vemos en marzo, si es que no se pasma el concierto.
Carta a Mick Jagger
Mi muy admirado Mick: Casi muero del susto cuando supe que los Stones piensan hacer un concierto en La Habana
Mi muy admirado Mick:
Casi muero del susto cuando supe que The Rolling Stones piensan hacer un concierto en La Habana en marzo del próximo año. ¡Imagínese! Siempre soñé estar en un concierto de los Stones, que son mi banda favorita de todos los tiempos. Solo que como vivo en Cuba, por las circunstancias que usted debe conocer, ese sueño me parecía imposible.
Hace unos días, cuando un amigo de Miami me llamó por teléfono y me preguntó “¿ya viste a Mick Jagger?” no sabía que usted estaba en La Habana, presuntamente para ultimar los detalles del concierto de marzo en el Estadio Latinoamericano. Eso lo supe horas más tarde, cuando casi al final del Noticiero Nacional de Televisión, luego de dar la noticia de que una poco trascendente cantante boricua, Olga Tañón, actuaría en Cuba en diciembre, un joven periodista, tan despistado que dijo que los Stones eran norteamericanos, informó brevemente que usted estaba en La Habana.
De esa visita solo he sabido lo poco que ha informado la prensa oficial, que es la única permitida en Cuba. Vi las cuatro fotos suyas que aparecieron en la página digital insignia del oficialismo, Cuba Debate: en los estudios Abdala, en el restaurante Shangri-La, con X Alfonso en la fábrica de Arte Cubano y apoyado en una vieja columna, supongo que en la Habana Vieja. Nada más. Y le confieso que me siento muy frustrado de no haber podido entrevistarlo para alguno de los medios independientes donde escribo, o siquiera agradecerle personalmente toda la música maravillosa que nos han dado ustedes durante tanto tiempo, que casi es todo el de nuestras vidas. Ojala eso pueda ser en marzo. Cruzo los dedos para que así sea.
Sé que los Stones tienen millones de fans en todo el mundo, pero tal vez coincida conmigo en que los fans cubanos, por las circunstancias a las que me refería anteriormente, somos muy especiales.
En el caso de los cubanos de mi generación, The Beatles y The Rolling Stones pusieron la música –y qué música- a la fiesta frugal y harapienta de nuestra adolescencia. Dicha fiesta, que más bien fue un jolgorio subterráneo, cuando no era vigilada, estaba prohibida. Pero así y todo, nos ayudó a resistir prohibiciones, desesperanza y represión.
Tal vez por eso, hallo algo sobrenatural en aquella música, como si hubiera sido enviada por Dios o por el Diablo, para salvarnos. Y llegó en el momento preciso, cuando más la necesitábamos.
Me es imposible evocar aquellos años sin “As tears goes by”, “Lady Jane”, “Jumping Jack Flash” o “Sympathy for the devil”. Aquellas canciones nos ayudaron a capear la monotonía desoladora del paraíso revolucionario y nos salvaron de caer en picada.
Los comisarios culturales, que corporizaron en el rock las perversiones del “diversionismo ideológico”, pudieron haber aprovechado la rebeldía antisistema de los Stones. De hecho, en plena prohibición de los Beatles, cuando regresó la música extranjera a la radio cubana, no ponían reparos a que los Stones, en el programa “Nocturno”, reiteraran sus insatisfacciones. “(I can’t get no) Satisfaction” también fue éxito en Cuba, pero no porque los comisarios supieran tanto inglés como para analizar las letras de las canciones o porque aprobaran, tras consultar el manual marxista-leninista, las perretas Jagger-Richards contra el modo de vida burgués.
También se escuchó mucho por acá Jumping Jack Flash, pero entonces vino el Decenio Gris, volvieron a prohibir la música rock, y si no llega a ser por la radio del sur de la Florida nos hubiésemos perdido la que considero la más brillante época de los Stones, la de los discos Let it bleed, Sticky Fingers y Exile on Main Street, que son mis preferidos.
¿Puede entender, Mr. Jagger, cómo me siento ante la posibilidad de encontrarme con ustedes, a quienes considero viejos amigos que siempre me han acompañado, tanto en las juergas como en los demasiados malos ratos?
Pero le confieso que no me gusta mucho la idea de que los Stones vengan a Cuba. Primero que todo, para que no le den crédito con su sola presencia aquí, al castrismo tardío que simula haber cambiado y busca su readecuación internacional.
Menos mal que si el concierto de los Stones no va a ser en la Plaza de la Revolución, que sería por lo espacioso el sitio ideal, a pesar de la mucha mala vibra que tiene, no los van a poner a tocar en el Maxim Rock o los Jardines de la Tropical, sino en el Estadio Latinoamericano, que tiene capacidad para 55 000 personas. Ojala no copen el estadio con ‘segurosos’ y movilizados del Partido Comunista y la UJC, como hicieron con las misas del Papa, y nos quedemos fuera los verdaderos interesados.
Por si las moscas, les aconsejaría a ustedes que pensaran bien lo del concierto en La Habana, porque con los mandarines verde olivo, tan renuentes desde siempre al rock and roll, nunca se sabe… Créame, conozco bien las mañas de esta gentuza. Y me niego rotundamente a que me roben, para sus propósitos politiqueros y de propaganda, a mi banda preferida, como mismo se robaron a John Lennon y lo sentaron en un parque del Vedado.
Ojo, Mick, no se dejen manipular. No me defrauden. Si no quiere, si no puede, no me dé la entrevista que le pido, yo entenderé, sus motivos tendrá, pero le ruego que si cuando cante “Simpathy for the devil”, Abel Prieto u otro comisario cultural intenta subir a la tarima para hacerle el corito en los uuh uuuh, échelos a patadas, y que se vayan a cantar reguetón, rancheras o himnos maoistas al Palacio de la Revolución, a Punto Cero, o a casa del carajo, con sus puñeteros jefes que nos prohibieron durante muchos años la música rock.
Nos vemos en marzo, si es que no se pasma el concierto.
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Re: Rolling Stones en Cuba
Finalmente un po' di musica seria invece che quella minchia di reggaeton !
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Re: Rolling Stones en Cuba
mosquito ha scritto:precedentemente Jagger aveva gia' fatto un paseito por la capitall
http://www.aserequebola.net/t5021-mick-jagger-en-kuba?highlight=Jagger
E' stato al Shangry-la, a me frega un cazzo, pero in dicembre non c era piu' la cameriera che e' la piu figa di tutte ...porco cane ......
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Re: Rolling Stones en Cuba
http://www.martinoticias.com/content/los-rolling-stones-cierran-nuna-semana-historica-para-los-cubanos/118250.html
La banda británica de rock and roll The Rolling Stones selló con un concierto gratuito una semana de acontecimientos estremecedores para muchos cubanos.
Las imágenes del Presidente de los Estados Unidos recorriendo las calles en su impresionante caravana; comiendo en un modesto restaurante casero en Centro Habana y saludando a los espectadores en el estadio del Cerro parecían algo increíble.
Y para más asombro los cubanos vieron a Barack Obama en directo por la televisión nacional con un discurso sereno, atrevido y alentador acerca del futuro para Cuba. Luego supieron que compartió en un set de televisión con el elenco del programa humorístico más popular entre los cubanos.
En esta semana millonarios cubanoamericanos, empresarios estadounidenses y un río de corresponsales de los canales de televisión más importantes del mundo confluyeron en la Ciudad de La Habana.
El remate de tanta algarabía, llegó de Miami en un avión: la legendaria banda de rock The Rolling Stones desembarcó en Cuba, con todo su andamiaje y también sus selectos fans que incluyen al galán de Pretty Woman, Richard Gere y la supermodelo Naomi Campbell.
Bastaron menos de 20 canciones para llevar al delirio a la multitud que los esperaba desde hacía horas, y a los miles de cubanos roqueros que los aguardaban desde hace décadas.
Al menos 200.000 personas desbordaron la Ciudad Deportiva, según constató la Associated Press, mientras el portal oficialista Cubadebate asegura que fueron 400.000.
La fiesta comenzó con "Jumping Jack flash" y luego siguieron 18 canciones desenfrenadas.
Jagger interactuó en español con el público y dejó mensajes que retumbarán por mucho tiempo.
"Aquí estamos finalmente, ¿ah? Estamos seguros de que esta noche será inolvidable", dijo el líder de los Rolling Stones.
Jagger sorprendió al evocar la censura del rock en el país comunista de los años sesenta y setenta, cuando la música en inglés era vinculada con el enemigo imperialista y con "desviación" ideológica.
"Sabemos que años atrás era difícil escuchar nuestra música en Cuba, pero aquí estamos tocando para ustedes en su linda tierra. Pienso que finalmente los tiempos están cambiando", apuntó Mick Jagger, en un claro español.
"Anoche ya comimos arroz y frijoles en un paladar, pero lo más rico fue bailar rumba cubana", contó al público el vocalista, que no defraudó con sus movimientos únicos de cadera al estilo Jagger.
Dos horas de rock y de la lista de éxitos de la banda ya se podían tachar "Gimme Shelter", "Start me Up", "Sympathy for the devil" o "Brown Sugar", entonces Jagger se despidió: "Muchas gracias Habana, buenas noches".
Falsa alarma: los viejos rockeros regresaron con el coro cubano Entrevoces para interpretar "You Can't Always Get What You Want", y entonces muchos en la audiencia, conscientes de que el show estaba a punto de acabar, empezaron a despedirse de la banda.
"¿Están listos?" gritó Jagger, y dos segundos después, se escucharon las primeras notas de "Satisfaction", todo el público empezó a saltar, el concierto alcanzó un climax perfecto: hasta Charlie Watts esbozó una sonrisa.
Los 3,55 minutos de la versión original de "Satisfaction", lanzada en 1965, se alargaron por más del doble. Todos, desde sus Satánicas Majestades hasta el último de sus súbditos que quedaba en La Habana, disfrutaron y exprimieron el último segundo de un concierto histórico que quedará en la memoria de todos los cubanos.
La banda británica de rock and roll The Rolling Stones selló con un concierto gratuito una semana de acontecimientos estremecedores para muchos cubanos.
Las imágenes del Presidente de los Estados Unidos recorriendo las calles en su impresionante caravana; comiendo en un modesto restaurante casero en Centro Habana y saludando a los espectadores en el estadio del Cerro parecían algo increíble.
Y para más asombro los cubanos vieron a Barack Obama en directo por la televisión nacional con un discurso sereno, atrevido y alentador acerca del futuro para Cuba. Luego supieron que compartió en un set de televisión con el elenco del programa humorístico más popular entre los cubanos.
En esta semana millonarios cubanoamericanos, empresarios estadounidenses y un río de corresponsales de los canales de televisión más importantes del mundo confluyeron en la Ciudad de La Habana.
El remate de tanta algarabía, llegó de Miami en un avión: la legendaria banda de rock The Rolling Stones desembarcó en Cuba, con todo su andamiaje y también sus selectos fans que incluyen al galán de Pretty Woman, Richard Gere y la supermodelo Naomi Campbell.
Bastaron menos de 20 canciones para llevar al delirio a la multitud que los esperaba desde hacía horas, y a los miles de cubanos roqueros que los aguardaban desde hace décadas.
Al menos 200.000 personas desbordaron la Ciudad Deportiva, según constató la Associated Press, mientras el portal oficialista Cubadebate asegura que fueron 400.000.
La fiesta comenzó con "Jumping Jack flash" y luego siguieron 18 canciones desenfrenadas.
Jagger interactuó en español con el público y dejó mensajes que retumbarán por mucho tiempo.
"Aquí estamos finalmente, ¿ah? Estamos seguros de que esta noche será inolvidable", dijo el líder de los Rolling Stones.
Jagger sorprendió al evocar la censura del rock en el país comunista de los años sesenta y setenta, cuando la música en inglés era vinculada con el enemigo imperialista y con "desviación" ideológica.
"Sabemos que años atrás era difícil escuchar nuestra música en Cuba, pero aquí estamos tocando para ustedes en su linda tierra. Pienso que finalmente los tiempos están cambiando", apuntó Mick Jagger, en un claro español.
"Anoche ya comimos arroz y frijoles en un paladar, pero lo más rico fue bailar rumba cubana", contó al público el vocalista, que no defraudó con sus movimientos únicos de cadera al estilo Jagger.
Dos horas de rock y de la lista de éxitos de la banda ya se podían tachar "Gimme Shelter", "Start me Up", "Sympathy for the devil" o "Brown Sugar", entonces Jagger se despidió: "Muchas gracias Habana, buenas noches".
Falsa alarma: los viejos rockeros regresaron con el coro cubano Entrevoces para interpretar "You Can't Always Get What You Want", y entonces muchos en la audiencia, conscientes de que el show estaba a punto de acabar, empezaron a despedirse de la banda.
"¿Están listos?" gritó Jagger, y dos segundos después, se escucharon las primeras notas de "Satisfaction", todo el público empezó a saltar, el concierto alcanzó un climax perfecto: hasta Charlie Watts esbozó una sonrisa.
Los 3,55 minutos de la versión original de "Satisfaction", lanzada en 1965, se alargaron por más del doble. Todos, desde sus Satánicas Majestades hasta el último de sus súbditos que quedaba en La Habana, disfrutaron y exprimieron el último segundo de un concierto histórico que quedará en la memoria de todos los cubanos.
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Re: Rolling Stones en Cuba
Anoche ya comimos arroz y frijoles en un paladar, pero lo más rico fue bailar rumba cubana", contó al público el vocalista, que no defraudó con sus movimientos únicos de cadera al estilo Jagger.
Solite cazzate di convenienza......arroz y frioles''?? no penso abbiano mangiato questo, dato che per sponsorizzarsi bene sono stati nei lughi piu turistici dell havana...per me hanno mangiato arroz y morronga jajajajajaj........lo mas rico fue bailar rumba cubana.....seeee come no
Solite cazzate di convenienza......arroz y frioles''?? no penso abbiano mangiato questo, dato che per sponsorizzarsi bene sono stati nei lughi piu turistici dell havana...per me hanno mangiato arroz y morronga jajajajajaj........lo mas rico fue bailar rumba cubana.....seeee come no
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Re: Rolling Stones en Cuba
Descarao ha scritto:Anoche ya comimos arroz y frijoles en un paladar, pero lo más rico fue bailar rumba cubana", contó al público el vocalista, que no defraudó con sus movimientos únicos de cadera al estilo Jagger.
Solite cazzate di convenienza......arroz y frioles''?? no penso abbiano mangiato questo, dato che per sponsorizzarsi bene sono stati nei lughi piu turistici dell havana...per me hanno mangiato arroz y morronga jajajajajaj........lo mas rico fue bailar rumba cubana.....seeee come no
beh...pero' Descarao..
ya estan bastante viejitos los Rolling..
e vabbe' che ahora ci stanno tante pastillitas coloraditas..
pero' chissa'....
magari oramai verdaderamente a Mick le gusta ..mover solo un poco .. a su propria cadera... rumbando..
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Re: Rolling Stones en Cuba
qua cmq i roqueros...dissidenti..:
http://www.aserequebola.net/t5144-il-roquero-gorki-aguila-porno-por-ricardocontesta-i-rolling-stones-e-la-censura#42789
http://www.aserequebola.net/t5144-il-roquero-gorki-aguila-porno-por-ricardocontesta-i-rolling-stones-e-la-censura#42789
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