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A Cuba si può
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A Cuba si può
Cuba, con un reddito medio-basso, ha livelli di salute pari a quelli dei paesi più ricchi. Anche grazie al suo sistema sanitario, universalistico.
“Per un visitatore che viene dagli USA, Cuba “is disorienting”. Auto americane ovunque, ma tutte fabbricate prima degli anni ’60. Le nostre carte di credito, i nostri smartphone non funzionano. L’accesso a internet è pressoché inesistente. E il sistema sanitario sembra quasi irreale. Ci sono troppi dottori. Ogni persona ha un suo medico di famiglia. Ogni cosa è gratuita – completamente gratuita e non c’è bisogno di autorizzazioni per accedere ai servizi e non ci sono ticket da pagare. Il sistema è rigidamente organizzato e la prima priorità è la prevenzione. Sebbene Cuba abbia a disposizione risorse molto limitate, il suo sistema sanitario ha risolto problemi che noi non siamo ancora in grado di gestire. I medici di famiglia, insieme agli infermieri e altri operatori sanitari, hanno la responsabilità di erogare le cure primarie e i servizi preventivi per il gruppo dei loro pazienti – circa 1000 pazienti per medico nelle aree urbane. (…) Tutti i pazienti sono registrati in relazione al loro livello di rischio, da I a IV. (…) Ogni paziente è visitato a domicilio una volta l’anno, e quelli con malattie croniche sono controllati più frequentemente. Quando necessario, i pazienti vengono riferiti al poliambulatorio di distretto (“policlinico”) per la valutazione specialistica, per tornare al livello di comunità per il proseguimento delle cure. (..) I tassi di copertura vaccinale sono tra i più alti al mondo. La speranza di vita alla nascita è di 78 anni, identico a quello degli USA. Il tasso di mortalità infantile è crollato dal 80 per mille nati vivi negli anni 50 a meno del 5 per mille, inferiore a quello degli USA, mentre il tasso di mortalità materna rimane ancora molto elevato e in media con il range dei paesi caraibici”.
Ho sopra riportato ampi brani di un articolo pubblicato il 24 gennaio 2013 sul New England Journal of Medicine[i] che mostra il paradosso della sanità cubana: avere, con un reddito medio-basso, livelli di salute (speranza di vita alla nascita, mortalità infantile) pari a quelli dei paesi più ricchi.
Paesi Speranza di vita alla nascita M/F Tasso di mortalità infantile (per 1000 nati vivi) Tasso di mortalità materna (per 100.000 nati vivi) Cuba 76/80 5 45 America Latina 70/75 23 160 Italia 78/84 3 3 UE 15 77/83 4 6 UE 25 75/81 4 7 USA 75/80 7 11
Naturalmente – spiega l’articolo – non c’è niente di romantico nel sistema sanitario cubano, dove le risorse sono veramente scarse. Lo stipendio mensile dei medici, ad esempio, è di 20 dollari (più benefit come l’abitazione e beni di prima necessità). Molti tra i migliori medici cubani sono stati mandati dal governo a lavorare in altri paesi dell’America latina (con stipendi assai più alti): dal 2002, 18 mila medici sono partiti per il Venezuela per realizzare un programma di assistenza sanitaria alle fasce più povere della popolazione in cambio di forniture di petrolio. Le attrezzature ospedaliere sono generalmente desuete e arretrate, sia per mancanza di soldi che a causa dell’embargo imposto dagli USA. Proprio a causa dell’embargo Cuba ha sviluppato una sua industria del farmaco e delle biotecnologie che sta diventando competitiva.
“Ogni visitatore – conclude l’articolo del NEJM – si rende conto che Cuba è arretrata rispetto ai paesi sviluppati nelle infrastrutture di base come strade, case, acquedotti e fognature. Nonostante ciò i Cubani hanno cominciato ad affrontare gli stessi problemi di salute dei paesi sviluppati, con crescenti tassi di incidenza delle malattie coronariche e di obesità (11,7% dei cubani ha oggi più 65 anni di età). Il loro “unusual” sistema sanitario affronta questi problemi in un modo che deriva dalla peculiare storia dell’economia e della politica di Cuba, ma il sistema che hanno creato – con un medico per tutti, con il focus sulla prevenzione e una chiara attenzione per la salute comunitaria – può indicare la strada giusta anche agli altri paesi”.
E’ interessante notare che un gruppo di studenti di medicina della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nel novembre 2012, ha compiuto un viaggio a Cuba dove, per due settimane, ne ha studiato il sistema sanitario. Leggi qui.
com.unita.it
“Per un visitatore che viene dagli USA, Cuba “is disorienting”. Auto americane ovunque, ma tutte fabbricate prima degli anni ’60. Le nostre carte di credito, i nostri smartphone non funzionano. L’accesso a internet è pressoché inesistente. E il sistema sanitario sembra quasi irreale. Ci sono troppi dottori. Ogni persona ha un suo medico di famiglia. Ogni cosa è gratuita – completamente gratuita e non c’è bisogno di autorizzazioni per accedere ai servizi e non ci sono ticket da pagare. Il sistema è rigidamente organizzato e la prima priorità è la prevenzione. Sebbene Cuba abbia a disposizione risorse molto limitate, il suo sistema sanitario ha risolto problemi che noi non siamo ancora in grado di gestire. I medici di famiglia, insieme agli infermieri e altri operatori sanitari, hanno la responsabilità di erogare le cure primarie e i servizi preventivi per il gruppo dei loro pazienti – circa 1000 pazienti per medico nelle aree urbane. (…) Tutti i pazienti sono registrati in relazione al loro livello di rischio, da I a IV. (…) Ogni paziente è visitato a domicilio una volta l’anno, e quelli con malattie croniche sono controllati più frequentemente. Quando necessario, i pazienti vengono riferiti al poliambulatorio di distretto (“policlinico”) per la valutazione specialistica, per tornare al livello di comunità per il proseguimento delle cure. (..) I tassi di copertura vaccinale sono tra i più alti al mondo. La speranza di vita alla nascita è di 78 anni, identico a quello degli USA. Il tasso di mortalità infantile è crollato dal 80 per mille nati vivi negli anni 50 a meno del 5 per mille, inferiore a quello degli USA, mentre il tasso di mortalità materna rimane ancora molto elevato e in media con il range dei paesi caraibici”.
Ho sopra riportato ampi brani di un articolo pubblicato il 24 gennaio 2013 sul New England Journal of Medicine[i] che mostra il paradosso della sanità cubana: avere, con un reddito medio-basso, livelli di salute (speranza di vita alla nascita, mortalità infantile) pari a quelli dei paesi più ricchi.
Paesi Speranza di vita alla nascita M/F Tasso di mortalità infantile (per 1000 nati vivi) Tasso di mortalità materna (per 100.000 nati vivi) Cuba 76/80 5 45 America Latina 70/75 23 160 Italia 78/84 3 3 UE 15 77/83 4 6 UE 25 75/81 4 7 USA 75/80 7 11
Naturalmente – spiega l’articolo – non c’è niente di romantico nel sistema sanitario cubano, dove le risorse sono veramente scarse. Lo stipendio mensile dei medici, ad esempio, è di 20 dollari (più benefit come l’abitazione e beni di prima necessità). Molti tra i migliori medici cubani sono stati mandati dal governo a lavorare in altri paesi dell’America latina (con stipendi assai più alti): dal 2002, 18 mila medici sono partiti per il Venezuela per realizzare un programma di assistenza sanitaria alle fasce più povere della popolazione in cambio di forniture di petrolio. Le attrezzature ospedaliere sono generalmente desuete e arretrate, sia per mancanza di soldi che a causa dell’embargo imposto dagli USA. Proprio a causa dell’embargo Cuba ha sviluppato una sua industria del farmaco e delle biotecnologie che sta diventando competitiva.
“Ogni visitatore – conclude l’articolo del NEJM – si rende conto che Cuba è arretrata rispetto ai paesi sviluppati nelle infrastrutture di base come strade, case, acquedotti e fognature. Nonostante ciò i Cubani hanno cominciato ad affrontare gli stessi problemi di salute dei paesi sviluppati, con crescenti tassi di incidenza delle malattie coronariche e di obesità (11,7% dei cubani ha oggi più 65 anni di età). Il loro “unusual” sistema sanitario affronta questi problemi in un modo che deriva dalla peculiare storia dell’economia e della politica di Cuba, ma il sistema che hanno creato – con un medico per tutti, con il focus sulla prevenzione e una chiara attenzione per la salute comunitaria – può indicare la strada giusta anche agli altri paesi”.
E’ interessante notare che un gruppo di studenti di medicina della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nel novembre 2012, ha compiuto un viaggio a Cuba dove, per due settimane, ne ha studiato il sistema sanitario. Leggi qui.
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Re: A Cuba si può
mah..tambien..muyy a menudo..a kuba ..no se puede..
per cui l'articolo è di stampo bastante propagandistico..(e almeno,in tempi di colera..speriamo porti bene..)
ci metto uno a caso fra i commenti che condivido..:
Cuba ha pochissimi ospedali riservati alla nomenclatura e ai turisti, gli altri
fanno letteralmente schifo ed e' anche difficile per gli stranieri entrarci. Al
paziente portano i pasti da casa e i famigliari devono trovare le medicine che
non ci sono ma si trovano al mercato nero: qualche maldicente dice che sono le
stesse che il governo ha ricevuto a gratis, ma questo non sono riuscito a
confermarlo.
per cui l'articolo è di stampo bastante propagandistico..(e almeno,in tempi di colera..speriamo porti bene..)
ci metto uno a caso fra i commenti che condivido..:
Cuba ha pochissimi ospedali riservati alla nomenclatura e ai turisti, gli altri
fanno letteralmente schifo ed e' anche difficile per gli stranieri entrarci. Al
paziente portano i pasti da casa e i famigliari devono trovare le medicine che
non ci sono ma si trovano al mercato nero: qualche maldicente dice che sono le
stesse che il governo ha ricevuto a gratis, ma questo non sono riuscito a
confermarlo.
mosquito- Admin
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Re: A Cuba si può
poi che ci siano tamte ombre non significa che qualche lucecita non brilli..
ma non si tratta certo della regola..anzi l'esatto contrario direi..
ma non si tratta certo della regola..anzi l'esatto contrario direi..
mosquito- Admin
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Re: A Cuba si può
mosquito ha scritto:poi che ci siano tamte ombre non significa che qualche lucecita non brilli..
ma non si tratta certo della regola..anzi l'esatto contrario direi..
No entiendo este pasaje
arcoiris- Admin
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Re: A Cuba si può
arcoiris ha scritto:mosquito ha scritto:poi che ci siano tamte ombre non significa che qualche lucecita non brilli..
ma non si tratta certo della regola..anzi l'esatto contrario direi..
No entiendo este pasaje
que hay muchas sombras...con alguna lucecitas..
mosquito- Admin
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Re: A Cuba si può
mosquito ha scritto:arcoiris ha scritto:mosquito ha scritto:poi che ci siano tamte ombre non significa che qualche lucecita non brilli..
ma non si tratta certo della regola..anzi l'esatto contrario direi..
No entiendo este pasaje
que hay muchas sombras...con alguna lucecitas..
esa puede ser una lucecita...
Cuando el ex vicepresidente de Cuba, Carlos Lage dijo en la ONU que "200 millones de niños en el mundo duermen hoy en las calles y que ninguno de ellos es cubano",
come anche ad es i molto buoni risultati in termini di prevenzione di alcune patologie...
al contrario una sombra?...beh le condizioni di certi ospedali...non per extranjeros ..evidentemente..
mosquito- Admin
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Re: A Cuba si può
Bueno, esto es uno de los logros de la Revolución
Y las condiciones del hospital son así, por el descaro de la gente, que por supuesto por necesidad, aprovecha de aquel poco que hay
Y las condiciones del hospital son así, por el descaro de la gente, que por supuesto por necesidad, aprovecha de aquel poco que hay
arcoiris- Admin
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