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Messaggio Da mosquito Dom 16 Giu 2013 - 3:10

 Il Bus Viazul dall'Avana si rivela ottimo, comodo e fresco, solo un pò lentino. Verso le 16 comunque sosta a Pinar del Rio e verso le 17.45 arriviamo a Vinales. Dalla stazione ci incamminiamo per uno stradone dritto e spoglio, chiediamo un pò di informazioni per arrivare alla nostra casa e alla fine, dopo più di un'ora e con le spalle rotte, arriviamo da Oscar. Oscar è un tipo che più che cubano ci è subito sembrato napoletano!! baci abbracci, un bicchierino di rhum la presentazione della famiglia al gran completo dalla suocera ai nipoti...una vera famigliola partenopea. Ci sistemiamo nella nostra stanza moderna, ariosa e confortevole e siamo già* in giro per scattare qualche foto al tramonto di Vinales. La cittadina non dice granchè, c'è qualche casetta bassa fatta di assi di legno colorate che quasi sembra la seconda casa dei tre porcellini, non c'è tanta gente e il cielo minaccia pioggia per cui il nostro giro finisce in una sorta di locanda per una comida veloce.

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Nella notte tuoni e fulmini che pareva volesse venir giù il cielo, e la mattina nemmeno promette sole, la colazione da Oscar è abbastanza rumorosa c'è un sacco di gente che gira per la casa e sembra davvero di far parte della sua famiglia...Iris la sua splendida figlioletta di 4 anni ci regala sorrisi in quantità*, ci fa vedere i suoi disegnini e i suoi giochi fatti a mano col papà* mentre io mi innamoro sempre di più di questa isola. Oscar ci indica anche un paio di posti da vedere ma non solo...ci chiama anche il suo amico Pedro che in auto, e per pochi CUC, dovendo fare dei servizi da quelle parti, ci porta in giro fino ai Mogotes. Già* i Mogotes...sotto le nuvole grigie non si vedono subito, una volta nelle vicinanze però si stagliano eleganti, tondeggianti e verdi. I Mogotes sono delle montagne alte fino ai 700metri di origine calcarea che danno forma alla cosiddetta Valle di Vinales altro patrimonio UNESCO, e strafamosa per le sue coltivazioni di tabacco. Pedro è molto loquace, degno amico di Oscar, e ci racconta di lui, del lavoro, della famiglia, di Castro e del Che, arriviamo in una piantagione di tabacco sotto uno dei Mogotes e mentre Pedro lavora (il suo impiego ha a che fare col tabacco ma non siamo riusiti a capire con precisione quale sia) noi giriamo, camminiamo, fotografiamo, parliamo con qualche campesino impegnato nei campi e respiriamo Cuba. Ritornando verso Vinales Pedro ci porta anche ai Murales de la Prehistoria, non sappiamo bene di cosa si tratti ma lui ci dice che è un luogo che piace molto ai turisti. Sarà*... ma se pensate di visitare resti dell'Homo Sapiens, ricredetevi immediatamente, c'è quasi folla e il posto è davvero strano, una parete a strapiombo circondata da molta vegetazione è stata completamente colorata e dipinta da un gruppo di contadini per volere di Castro dove sono rappresenatati pesci rettili, dinosauri e los guanahatabeyes i primi uomini comparsi a Cuba...boh il posto è particolare ma rimaniamo più perplessi che compiaciuti. La sera dopo cena
rimaniamo sul patio con Oscar a parlare di tutto quello che un cubano e 2 napoletani possono raccontarsi...e di roba vi assicuro ce n'è!!

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Il giorno 24 di agosto il sole ha pensato bene di tornare padrone del cielo e noi sempre dopo un buon desayuno, siamo su un taxi in direzione Cayo Jutias. Il cayo dista una sessantina di km da Vinales e, come primo impatto col mar dei Caraibi, sembra essere bello. Per arrivare al Cayo la strada è molto bella, immersa nella vegetazione e quasi vuota che vien da pensare non porti da nessuna parte, ma è anche piena di dossi e di voragini da paura!! Miguel il nostro tassista, una volta arrivati, inchioda, ci avvisa che dobbiamo sborsare 5 CUC al tizio seduto dentro un bugigattolo e ci da appuntamento al pomeriggio per il rientro.

Nota negativa sul turismo a Cuba:il turista deve pagare!!! ovunque e comunque basta che paghi...approccio sbagliatissimo ma la voglia di mare è tanta. Cayo Jutias però ripaga subito l'esigua somma versata, spiaggia bianca semideserta, un baretto con qualche ombrellone inutile, molte alghe sulla riva, una vegetazione rigogliosa alle spalle fatta di mangrovie incastrate nella sabbia e il turchese caldo del mare...Il cayo è la perfetta cartolina di una spiaggia cubana senza i mega resort, senza le moto d'acqua, senza le famigerate bananone gialle, un posto semplice, selvaggio, rilassante l' ideale per passeggiare, andare in cerca di conchiglie, fare lunghi bagni e prendere finalmente un pò di sole.

Tornati sempre con Miguel a Vinales facciamo un giretto per il "centro" in cerca di qualche cosuccia da portare a casa e a prenotare il bus per l'indomani, poi torniamo da Oscar per una lauta cena a base di maiale con contorno di riso e zucca che bastava per sfamare 10 persone, conosciamo Bartolo che insieme a lui gestisce la casa, altro personaggio simpatico e accogliente e poi a nanna...

Oggi si torna a La Habana, ma la si sfiora soltanto per poi partire alla volta di Cienfuegos. Salutiamo Oscar e Bartolo che più che padroni di casa si son rivelati 2 amici cubani, ci hanno trattato come 2 di famiglia, ci hanno offerto i cohiba sul patio ogni sera, ci hanno sfamato come meglio non si poteva, e Oscar ci ha anche parlato col cuore in mano della sua Cuba, di quello che era e di quello che vorrebbe che fosse per la sua splendida Iris. Dispiace andare via ma se dovessi tornare a Vinales non avrei dubbi.
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