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Greter, a sei anni da Cuba al Gaslini per curare il tumore
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Greter, a sei anni da Cuba al Gaslini per curare il tumore
Malata di neuroblastoma la piccola viene inserita nel progetto avviato a Genova per assistere i bambini dei Paesi più poveri che non hanno la possibilità di venire in Italia
di Vera Martinella
4 TUMORI
shadow
Greter fino a sei mesi fa era una bimba piena di vita. Frequentava il primo anno di scuola elementare alla periferia di Santa Clara, a Cuba. Suo papà è un campesino, anche se ha studiato ed era maestro. Ora invece, spinto dalla necessità, fa il contadino e abita con sua moglie e Greter, i nonni e gli zii, in un unico appartamento. Tutti insieme, come spesso accade fra cubani. Lo scorso mese di luglio la mamma ha sentito qualcosa di duro nella pancia di Greter: da qualche giorno la bimba mangiava svogliatamente, era pallida e non giocava più come al solito. L’ha portata da un medico, pensando a un parassita intestinale, problema frequente nell’isola. Il medico ha invece intuito che si trattava di qualcosa di più importante ed ha consigliato di ricoverare la bimba all’ospedale a Santa Clara.
Il viaggio da Cuba a Genova per curare il neuroblastoma
All’inizio di agosto è arrivata la diagnosi: neuroblastoma, il tumore più frequente nei bambini al di sotto dei sei anni. Era già disseminato in altre parti del corpo e richiedeva una terapia intensiva, che è stata praticata a partire da settembre. All’inizio di gennaio il primario ha spiegato ai genitori che la bimba aveva risposto bene alla terapia, ma che a questo punto erano necessarie cure più complesse non disponibili a Cuba. A questo punto ha raccontato loro di Elian, un bimbo di Cascajal, un piccolo centro a 260 chilometri dall’Havana, ma nelle vicinanze di Santa Clara. Il bambino era affetto da una leucemia congenita ed aveva bisogno di un trapianto di midollo, ma non aveva donatori. Nell’agosto del 2011 era stato portato lontanissimo (al Gaslini, un ospedale pediatrico italiano), dove dopo qualche mese era stato sottoposto al trapianto, era andato tutto bene ed ora era tornato a Cuba, guarito. I genitori di Greter erano (come quelli di tutto il mondo davanti ad un figlio malato grave) terrorizzati. Per di più non erano mai usciti dal loro paese. La maestra di Greter, carica delle migliori intenzioni, li ha portati da don Fully, un parroco che da pochi giorni era arrivato a Cuba da San Desiderio, paesino della diocesi di Genova. Don Fully, ascoltata la storia, si è messo subito in contatto con Giorgio Dini, per 17 anni Direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia del Gaslini che, dopo essere andato in pensione nel luglio del 2013, ha proseguito a collaborare con la Caritas diocesana e con la Regione Liguria. Lo fa nell’ambito del progetto “Accoglienza stranieri”, avviato nel 2010 con l’obiettivo di garantire un trattamento ottimale ai bambini provenienti da Paesi in via di sviluppo, le cui famiglie sono prive delle risorse per affrontare le spese sanitarie in Italia: ad oggi sono 15 i piccoli pazienti stranieri curati nell’ospedale genovese. Greter è arrivata a Genova poco più di un mese fa. Lunedì 17 marzo è entrata al Gaslini per proseguire le cure e ora è in attesa del trapianto di midollo osseo, che completerà il piano terapeutico iniziato a Cuba.
Il tumore più diffuso nei neonati: 120 casi all’anno in Italia
In Italia ogni anno ci sono circa 120 nuove diagnosi di neuroblastoma, il tumore di gran lunga più diffuso tra i bambini di età inferiore a un anno. E’ una neoplasia che ha origine dalle cellule del sistema nervoso autonomo, cioè quell’insieme di strutture (fibre nervose, cellule nervose raggruppate che formano i cosiddetti gangli e cellule simili a quelle nervose che si trovano all’interno della ghiandola surrenale) che controlla alcune funzioni involontarie come il battito cardiaco, la respirazione, la digestione. La scelta del trattamento più adatto, che spesso prevede una combinazione di diverse terapie, dipende da numerosi fattori, per esempio lo stadio del tumore, l’età e le condizioni generali del bambino. Negli stadi più precoci, quando è confinato al suo luogo di origine, spesso è sufficiente la chirurgia che rimuove l’intera massa: in questi casi la possibilità di guarigione è superiore all’ottanta per cento. In oltre il 60 per cento dei casi la malattia alla diagnosi è però già disseminata. E’ allora necessario ricorrere ad altre cure: chemioterapia, radioterapia, trapianto di cellule staminali, terapia con acido retinoico o con anticorpi monoclonali. Queste armi , che riescono a guarire almeno un terzo dei bambini non sono però disponibili a Cuba.
20 storie di bambini guariti, oggi adulti sani
I genitori di Greter hanno conosciuto tutti i dettagli della vicenda di Elian perché don Fully, che li ha accompagnati a Genova, ha letto loro la storia scritta a quattro mani da Malè, mamma di Elian e dal dottor Dini, che dopo essere andato in pensione ha chiesto a 20 bambini curati al Gaslini dal 1977 al 2003, divenuti ormai adulti, di scrivere la loro storia. E’ nato così il libro intitolato «Il diario della IV», che prende il nome dal reparto in cui ha lavorato Dini (IV Divisione di Terapia del Gaslini), curatore del volume. Il ricavato della vendita del libro è interamente destinato al Fondo Tumori e Leucemie del bambino, ONLUS che opera a favore dei bimbi affetti da tumori e leucemie in cura presso l’ospedale genovese.
di Vera Martinella
4 TUMORI
shadow
Greter fino a sei mesi fa era una bimba piena di vita. Frequentava il primo anno di scuola elementare alla periferia di Santa Clara, a Cuba. Suo papà è un campesino, anche se ha studiato ed era maestro. Ora invece, spinto dalla necessità, fa il contadino e abita con sua moglie e Greter, i nonni e gli zii, in un unico appartamento. Tutti insieme, come spesso accade fra cubani. Lo scorso mese di luglio la mamma ha sentito qualcosa di duro nella pancia di Greter: da qualche giorno la bimba mangiava svogliatamente, era pallida e non giocava più come al solito. L’ha portata da un medico, pensando a un parassita intestinale, problema frequente nell’isola. Il medico ha invece intuito che si trattava di qualcosa di più importante ed ha consigliato di ricoverare la bimba all’ospedale a Santa Clara.
Il viaggio da Cuba a Genova per curare il neuroblastoma
All’inizio di agosto è arrivata la diagnosi: neuroblastoma, il tumore più frequente nei bambini al di sotto dei sei anni. Era già disseminato in altre parti del corpo e richiedeva una terapia intensiva, che è stata praticata a partire da settembre. All’inizio di gennaio il primario ha spiegato ai genitori che la bimba aveva risposto bene alla terapia, ma che a questo punto erano necessarie cure più complesse non disponibili a Cuba. A questo punto ha raccontato loro di Elian, un bimbo di Cascajal, un piccolo centro a 260 chilometri dall’Havana, ma nelle vicinanze di Santa Clara. Il bambino era affetto da una leucemia congenita ed aveva bisogno di un trapianto di midollo, ma non aveva donatori. Nell’agosto del 2011 era stato portato lontanissimo (al Gaslini, un ospedale pediatrico italiano), dove dopo qualche mese era stato sottoposto al trapianto, era andato tutto bene ed ora era tornato a Cuba, guarito. I genitori di Greter erano (come quelli di tutto il mondo davanti ad un figlio malato grave) terrorizzati. Per di più non erano mai usciti dal loro paese. La maestra di Greter, carica delle migliori intenzioni, li ha portati da don Fully, un parroco che da pochi giorni era arrivato a Cuba da San Desiderio, paesino della diocesi di Genova. Don Fully, ascoltata la storia, si è messo subito in contatto con Giorgio Dini, per 17 anni Direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia del Gaslini che, dopo essere andato in pensione nel luglio del 2013, ha proseguito a collaborare con la Caritas diocesana e con la Regione Liguria. Lo fa nell’ambito del progetto “Accoglienza stranieri”, avviato nel 2010 con l’obiettivo di garantire un trattamento ottimale ai bambini provenienti da Paesi in via di sviluppo, le cui famiglie sono prive delle risorse per affrontare le spese sanitarie in Italia: ad oggi sono 15 i piccoli pazienti stranieri curati nell’ospedale genovese. Greter è arrivata a Genova poco più di un mese fa. Lunedì 17 marzo è entrata al Gaslini per proseguire le cure e ora è in attesa del trapianto di midollo osseo, che completerà il piano terapeutico iniziato a Cuba.
Il tumore più diffuso nei neonati: 120 casi all’anno in Italia
In Italia ogni anno ci sono circa 120 nuove diagnosi di neuroblastoma, il tumore di gran lunga più diffuso tra i bambini di età inferiore a un anno. E’ una neoplasia che ha origine dalle cellule del sistema nervoso autonomo, cioè quell’insieme di strutture (fibre nervose, cellule nervose raggruppate che formano i cosiddetti gangli e cellule simili a quelle nervose che si trovano all’interno della ghiandola surrenale) che controlla alcune funzioni involontarie come il battito cardiaco, la respirazione, la digestione. La scelta del trattamento più adatto, che spesso prevede una combinazione di diverse terapie, dipende da numerosi fattori, per esempio lo stadio del tumore, l’età e le condizioni generali del bambino. Negli stadi più precoci, quando è confinato al suo luogo di origine, spesso è sufficiente la chirurgia che rimuove l’intera massa: in questi casi la possibilità di guarigione è superiore all’ottanta per cento. In oltre il 60 per cento dei casi la malattia alla diagnosi è però già disseminata. E’ allora necessario ricorrere ad altre cure: chemioterapia, radioterapia, trapianto di cellule staminali, terapia con acido retinoico o con anticorpi monoclonali. Queste armi , che riescono a guarire almeno un terzo dei bambini non sono però disponibili a Cuba.
20 storie di bambini guariti, oggi adulti sani
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