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Cuba: tre morti per colera
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Cuba: tre morti per colera
(ANSA) - L'AVANA - Nelle ultime settimane tre cubani sono deceduti a causa del colera, virus che ha colpito altre 53 persone. Lo ha reso noto oggi un comunicato del ministero della sanita', in cui si precisa che i casi sono stati riscontrati nella provincia di Granma, 890 chilometri ad est della capitale, dove ''si e' verificato un focolaio di infezione gastrointestinale, per l'inquinamento di vari pozzi d'acqua''. I deceduti avevano rispettivamente 95, 70 e 66 anni e ''con precedenti di malattie croniche''.
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Cuba-tre-morti-colera/03-07-2012/1-A_000811055.shtml
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Cuba-tre-morti-colera/03-07-2012/1-A_000811055.shtml
arcoiris- Admin
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Re: Cuba: tre morti per colera
http://www.aserequebola.net/t754-gobierno-cubano-confirma-tres-muertes-por-brote-de-colera-en-manzanillo
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Re: Cuba: tre morti per colera
Cuba: 3 morti per colera, segnalati altri 50 casi
L'Avana, 3 lug. (Adnkronos/Dpa) - Tre persone sono morte di colera a Cuba dove sono stati segnalati altri 50 casi di contagio nella provincia di Granma, regione orientale dell'isola, secondo quanto riportato oggi dalle autorita' cubane. L'infezione gastrointestinale, diffusasi nella zona, sarebbe dovuta alla contaminazione di vari pozzi di acqua.
Le tre vittime, di 95, 70 e 66 anni presentavano sintomi di malattie croniche pregresse, e' stato reso noto. Il Ministero della Salute ha reso noto che nelle ultime settimane diversi sono stati i casi di infezioni gastrointestinali acute registrati in diverse province, ma ha rassicurato la popolazione, sottolineando l'ampia rete di copertura sanitaria di cui gode il paese.
http://www.liberoquotidiano.it/news/1050915/Cuba-3-morti-per-colera-segnalati-altri-50-casi.html
L'Avana, 3 lug. (Adnkronos/Dpa) - Tre persone sono morte di colera a Cuba dove sono stati segnalati altri 50 casi di contagio nella provincia di Granma, regione orientale dell'isola, secondo quanto riportato oggi dalle autorita' cubane. L'infezione gastrointestinale, diffusasi nella zona, sarebbe dovuta alla contaminazione di vari pozzi di acqua.
Le tre vittime, di 95, 70 e 66 anni presentavano sintomi di malattie croniche pregresse, e' stato reso noto. Il Ministero della Salute ha reso noto che nelle ultime settimane diversi sono stati i casi di infezioni gastrointestinali acute registrati in diverse province, ma ha rassicurato la popolazione, sottolineando l'ampia rete di copertura sanitaria di cui gode il paese.
http://www.liberoquotidiano.it/news/1050915/Cuba-3-morti-per-colera-segnalati-altri-50-casi.html
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Re: Cuba: tre morti per colera
Colera a Cuba: tre morti, si teme epidemia
Sono finora tre i morti causati da una epidemia di colera che ha colpito la provincia di Granma, 900 km a Est dell'Avana.
Lo ha reso noto il ministero della Sanità cubano. Riscontrati altri 53 casi, mentre sono 1.000 le persone colpite dal virus. Le autorità hanno comunicato che "il focolaio di infezione gastrointestinale si è prodotto per l'inquinamento di vari pozzi d'acqua".
Secondo le statistiche, l'ultima epidemia di colera a Cuba risale al 1882.
http://www.ogginotizie.it/150706-colera-a-cuba-tre-morti-si-teme-epidemia/#.T_P7RPW4rvY
Sono finora tre i morti causati da una epidemia di colera che ha colpito la provincia di Granma, 900 km a Est dell'Avana.
Lo ha reso noto il ministero della Sanità cubano. Riscontrati altri 53 casi, mentre sono 1.000 le persone colpite dal virus. Le autorità hanno comunicato che "il focolaio di infezione gastrointestinale si è prodotto per l'inquinamento di vari pozzi d'acqua".
Secondo le statistiche, l'ultima epidemia di colera a Cuba risale al 1882.
http://www.ogginotizie.it/150706-colera-a-cuba-tre-morti-si-teme-epidemia/#.T_P7RPW4rvY
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Re: Cuba: tre morti per colera
Cuba, è di nuovo colera: morte 3 persone. Individuati almeno altri 53 casi
A Cuba è tornato il colera: il virus avrebbe colpito 53 persone e nel corso delle ultime settimane avrebbe prodotto tre vittime. Lo ha reso noto un comunicato del Ministero della Sanità cubano, in cui si precisa che i casi sono stati riscontrati nella provincia di Granma, 890 chilometri ad est della capitale, dove “si è verificato un focolaio di infezione gastrointestinale, per l’inquinamento di vari pozzi d’acqua”.
I deceduti avevano rispettivamente 95, 70 e 66 anni e ”con precedenti di malattie croniche”. Nel comunicato, pubblicato dal quotidiano “Granma”, si informa inoltre che nell’area ”sono state prestate cure ad almeno un migliaio di pazienti” e che ”i casi di colera sono inusuali” nell’isola. In effetti, secondo le statistiche mediche, il virus sarebbe stato debellato a Cuba fin dal 1882.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/cuba-colera-tre-morti-focolaio-granma-1292191/
A Cuba è tornato il colera: il virus avrebbe colpito 53 persone e nel corso delle ultime settimane avrebbe prodotto tre vittime. Lo ha reso noto un comunicato del Ministero della Sanità cubano, in cui si precisa che i casi sono stati riscontrati nella provincia di Granma, 890 chilometri ad est della capitale, dove “si è verificato un focolaio di infezione gastrointestinale, per l’inquinamento di vari pozzi d’acqua”.
I deceduti avevano rispettivamente 95, 70 e 66 anni e ”con precedenti di malattie croniche”. Nel comunicato, pubblicato dal quotidiano “Granma”, si informa inoltre che nell’area ”sono state prestate cure ad almeno un migliaio di pazienti” e che ”i casi di colera sono inusuali” nell’isola. In effetti, secondo le statistiche mediche, il virus sarebbe stato debellato a Cuba fin dal 1882.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/cuba-colera-tre-morti-focolaio-granma-1292191/
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Re: Cuba: tre morti per colera
Colpo al mito del regime: adesso nella rossa Cuba è scoppiato il colera
La propaganda nasconde una profonda miseria. Tre morti e oltre 50 contagiati per l’inquinamento di pozzi d’acqua. Tante bugie su un sistema sociale che si definisce "all’avanguardia"
Fidel, ormai in vista dell’ottantaseiesimo compleanno, è ormai il fantasma di se stesso; di comunismo si parla il meno possibile e per far sopravvivere il regime il suo successore, l’ottantaduenne fratello Raul, si affida a riforme semiliberiste che farebbero rivoltare Che Guevara nella tomba; di «fratellanza socialista» con Mosca e altri è rimasto solo il ricordo, avendo nel frattempo gli ex alleati archiviato la falce e il martello: ora ci si accontenta del chiassoso venezuelano Chavez e si simpatizza in chiave anti-Usa con raccomandabili tipetti come l’iraniano Ahmadinejad e il bielorusso Lukashenko.
A Cuba restava - oltre al precitato «Che», perito sul campo nel 1967 ma sempre vivo, almeno sulle magliette di tanti adolescenti occidentali, grazie alla sua avvenenza ribelle e forever young - un ultimo feticcio: la famosa sanità, il totem duro a morire e anche un bel po’ menzognero dello Stato socialista che cura todos compañeros senza badare a spese. Ma arriva una brutta sorpresa a incrinare anche l’estremo bastione della propaganda: a Cuba c’è il colera.
Il quotidiano comunista Granma riferisce della morte di tre persone (anziani tra i 66 e i 95 anni, «e con precedenti di malattie croniche») nella remota provincia di Granma (nella Cuba castrista questo nome, che è quello della nave che trasportò Fidel e altri 81 guerriglieri sulle spiagge dell’isola nel 1956, lanciando la revoluciòn, è una vera ossessione), a circa 800 chilometri dall’Avana. Altre 53 persone sono risultate positive al test per il colera, e la causa di questa preoccupante situazione sanitaria viene attribuita all’inquinamento di vari pozzi d’acqua.
Nella regione - sempre secondo informazioni ufficiali riportate da Granma - «sono state prestate cure ad almeno un migliaio di pazienti». Questa, a giudicare da quell’«almeno», sembra essere una rivendicazione del regime della valida qualità della sua risposta all’emergenza. Ma, da un altro punto di vista, è anche l’ammissione dell’ampia diffusione dell’infezione gastrointestinale nella provincia orientale dell’isola.
Il giornale del partito (altri a Cuba non ce ne sono, e non perché manchi la voglia di pubblicarli: semplicemente è vietato) assicura che «la situazione è sotto controllo»: i pozzi infetti sono stati chiusi e si sta bonificando il sistema idrico. Granma ricorda anche che a Cuba «i casi di colera sono inusuali»: secondo le statistiche mediche, la malattia sarebbe stata sradicata fin dal lontanissimo 1882. Rimane il fatto che è tornata, e non è davvero un bel biglietto da visita, anche se nella regione c’è chi sta molto peggio: nella vicina Haiti, disastrata dal terremoto del gennaio 2010, le epidemie di colera - sembra portate da alcuni caschi blu dell’Onu - hanno ucciso oltre settemila persone.
Tornando alla sanità pubblica, fiore all’occhiello molto propagandato del regime cubano, è il caso di fornire qualche utile consiglio. Nonostante l’insistenza sulla pretesa alta qualità del sistema, cui ancora di recente hanno irresponsabilmente contribuito cineasti della sinistra chic americana come Michael Moore, è sufficiente guardare qualche video girato clandestinamente disponibile su internet per rendersi conto dello stato reale degli ospedali cubani, dove la buona volontà di tanti medici deve scontrarsi con la nera miseria figlia del «socialismo» e con la colpevole tolleranza per la ciabattoneria di quanti in quegli ospedali dovrebbero assicurare decoro e pulizia.
Basta guardare per rendersi conto con sgomento di come l’igiene, la cura e il rispetto del paziente siano un’ipotesi: c’è di tutto, dagli impianti elettrici improponibili alle mosche nelle corsie, e non c’è nulla, dai farmaci agli adeguati strumenti di lavoro. Per non dire del livello agghiacciante della chirurgia, dalle sale operatorie ai risultati sulla carne viva dei pazienti. Le immagini cantano una triste canzone. Altra cosa sono i dati ufficiali.
Per chi vuole crederci: a Cuba l’esercizio della libera critica è un reato.
http://www.ilgiornale.it/esteri/colpo_allultimo_mito_regime_rossa_cuba_scoppia_colera/aeroporti_roma-acquario_genova-asdf/05-07-2012/articolo-id=595512-page=0-comments=1
La propaganda nasconde una profonda miseria. Tre morti e oltre 50 contagiati per l’inquinamento di pozzi d’acqua. Tante bugie su un sistema sociale che si definisce "all’avanguardia"
Fidel, ormai in vista dell’ottantaseiesimo compleanno, è ormai il fantasma di se stesso; di comunismo si parla il meno possibile e per far sopravvivere il regime il suo successore, l’ottantaduenne fratello Raul, si affida a riforme semiliberiste che farebbero rivoltare Che Guevara nella tomba; di «fratellanza socialista» con Mosca e altri è rimasto solo il ricordo, avendo nel frattempo gli ex alleati archiviato la falce e il martello: ora ci si accontenta del chiassoso venezuelano Chavez e si simpatizza in chiave anti-Usa con raccomandabili tipetti come l’iraniano Ahmadinejad e il bielorusso Lukashenko.
A Cuba restava - oltre al precitato «Che», perito sul campo nel 1967 ma sempre vivo, almeno sulle magliette di tanti adolescenti occidentali, grazie alla sua avvenenza ribelle e forever young - un ultimo feticcio: la famosa sanità, il totem duro a morire e anche un bel po’ menzognero dello Stato socialista che cura todos compañeros senza badare a spese. Ma arriva una brutta sorpresa a incrinare anche l’estremo bastione della propaganda: a Cuba c’è il colera.
Il quotidiano comunista Granma riferisce della morte di tre persone (anziani tra i 66 e i 95 anni, «e con precedenti di malattie croniche») nella remota provincia di Granma (nella Cuba castrista questo nome, che è quello della nave che trasportò Fidel e altri 81 guerriglieri sulle spiagge dell’isola nel 1956, lanciando la revoluciòn, è una vera ossessione), a circa 800 chilometri dall’Avana. Altre 53 persone sono risultate positive al test per il colera, e la causa di questa preoccupante situazione sanitaria viene attribuita all’inquinamento di vari pozzi d’acqua.
Nella regione - sempre secondo informazioni ufficiali riportate da Granma - «sono state prestate cure ad almeno un migliaio di pazienti». Questa, a giudicare da quell’«almeno», sembra essere una rivendicazione del regime della valida qualità della sua risposta all’emergenza. Ma, da un altro punto di vista, è anche l’ammissione dell’ampia diffusione dell’infezione gastrointestinale nella provincia orientale dell’isola.
Il giornale del partito (altri a Cuba non ce ne sono, e non perché manchi la voglia di pubblicarli: semplicemente è vietato) assicura che «la situazione è sotto controllo»: i pozzi infetti sono stati chiusi e si sta bonificando il sistema idrico. Granma ricorda anche che a Cuba «i casi di colera sono inusuali»: secondo le statistiche mediche, la malattia sarebbe stata sradicata fin dal lontanissimo 1882. Rimane il fatto che è tornata, e non è davvero un bel biglietto da visita, anche se nella regione c’è chi sta molto peggio: nella vicina Haiti, disastrata dal terremoto del gennaio 2010, le epidemie di colera - sembra portate da alcuni caschi blu dell’Onu - hanno ucciso oltre settemila persone.
Tornando alla sanità pubblica, fiore all’occhiello molto propagandato del regime cubano, è il caso di fornire qualche utile consiglio. Nonostante l’insistenza sulla pretesa alta qualità del sistema, cui ancora di recente hanno irresponsabilmente contribuito cineasti della sinistra chic americana come Michael Moore, è sufficiente guardare qualche video girato clandestinamente disponibile su internet per rendersi conto dello stato reale degli ospedali cubani, dove la buona volontà di tanti medici deve scontrarsi con la nera miseria figlia del «socialismo» e con la colpevole tolleranza per la ciabattoneria di quanti in quegli ospedali dovrebbero assicurare decoro e pulizia.
Basta guardare per rendersi conto con sgomento di come l’igiene, la cura e il rispetto del paziente siano un’ipotesi: c’è di tutto, dagli impianti elettrici improponibili alle mosche nelle corsie, e non c’è nulla, dai farmaci agli adeguati strumenti di lavoro. Per non dire del livello agghiacciante della chirurgia, dalle sale operatorie ai risultati sulla carne viva dei pazienti. Le immagini cantano una triste canzone. Altra cosa sono i dati ufficiali.
Per chi vuole crederci: a Cuba l’esercizio della libera critica è un reato.
http://www.ilgiornale.it/esteri/colpo_allultimo_mito_regime_rossa_cuba_scoppia_colera/aeroporti_roma-acquario_genova-asdf/05-07-2012/articolo-id=595512-page=0-comments=1
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che stronzate scirve questo chevy56
Ricevuto oggi:
Colera a Cuba: verità e manipolazioni
di Percy Francisco Alvarado Godoy
10 luglio 2012
La presenza di un focolaio di colera a Cuba è stato il punto di avvio di una nuova campagna mediatica contro la nostra Patria, proveniente in principal modo dai tradizionali nemici della Rivoluzione, tra i quali si sono fatti eco maliziosa El Nuevo Herald e Radio Martí, di Miami, diversi blog che appartengono alla “blogsfera” anticubana, come i mercenari travestiti nel falso ruolo di “giornalisti indipendenti”. Non sono mancate, ovviamente, alcuni agenzie internazionali e giornali al servizio della SIP, come l'Universal di Caracas.
Il colera è una malattia diarroica acuta, come viene descritta in vari siti specializzati che, nonostante sia mortale in molti casi, può essere trattata con sali di reidratazione orale. Tuttavia, la base fondamentale dell'eliminazione della malattia è la sua prevenzione, mediante l'implementazione di forti misure di risposta organizzata e ben definita, nelle quali la popolazione ha un'alta responsabilità nel loro compimento. Il fatto che il colera si contrae attraverso il consumo di acqua contaminata o di acqua che non ha ricevuto il trattamento adeguato, fa dello stesso un fattore che si può evitare mediante un'adeguata gestione ambientale, il trattamento dell'acqua e la cultura di bollirla prima del suo consumo.
Nel caso di Cuba è da 130 anni che questa malattia non era stata riscontrata nella popolazione. L'ultimo focolaio di colera era avvenuto nel 1882. Ovviamente, la sua recente apparizione è servita come mezzo per scatenare l'attuale campagna mediatica contro la nostra Patria i cui obiettivi sono:
1) mettere in discussione in modo ingannevole l'efficacia del sistema primario di salute a Cuba.
2) utilizzare la sua apparizione per propagandare diverse dicerie tendenziose su una degrado della qualità di vita a Cuba, appoggiandosi sui mercenari di mestiere, incaricati di distorcere la realtà cubana.
3) colpire il crescente arrivo del turismo a Cuba, presentando un quadro di mancanza di controllo dei focolai epidemici da parte delle autorità cubane. In essenza, questa campagna si basa su seminare paura non solo nella popolazione cubana, ma anche nei potenziali visitatori all'Isola.
4) falsificare l'informazione sull'incidenza dell'epidemia, sovradimensionando il numero dei casi e presentando un quadro fuori controllo, inefficienza e impotenza delle autorità sanitarie cubane.
5) mostrare un'ipocrita preoccupazione verso il popolo cubano, quando in realtà i “preoccupati” sono quelli che difendono a oltranza il ferreo blocco contro Cuba.
6) mostrare un'apparente indolenza del Governo cubano di fronte alla situazione sociale in generale e nei confronti dell'apparizione della malattia in questione.
7) politicizzare il fenomeno per mantenere la loro guerra ideologica contro Cuba.
incolpare il Governo per la carenza di mezzi di igiene personale, mettendola in relazione agli elevati prezzi degli stessi e a una mancanza di rifornimento degli stessi.
Benché il colera sia un indicatore di mancanza di sviluppo sociale in una nazione, non è questo il caso di Cuba.
La dimostrazione della manipolazione mediatica di questo caso, in particolare, la offre una notizia di Juan O. Tamayo, apparsa oggi sul Nuevo Herald, nella quale si riferisce di un “aumento” incontrollato dei casi di colera a Cuba. Finora si basano su speculazioni, adducendo che l'epidemiologa cubana Ana María Batista González, ha fatto commenti sul comportamento dell'epidemia, i cui dati sono stati tergiversati e manipolati in modo speculativo, confondendo altri quadri clinici di pazienti con il colera.
Quello che è certo finora è che il quotidiano Granma ha parlato dell'apparizione del focolaio epidemico lo scorso 3 luglio e ha detto che Cuba ha le risorse necessarie per controllarlo. Ufficialmente il numero dei morti fino a quel momento era di tre persone.
Il gioco mediatico è incominciato immediatamente, con la trasformazione di questi mezzi in portavoce della manipolazione costruita dai detrattori controrivoluzionari. Lo stesso Nuevo Herald riporta commenti come quelli del mercenario Yoandris Montoya che ha sovradimensionato il numero dei morti. Radio Martí si è fatta carico anche di diffondere le informazioni tergiversate di controrivoluzionari cubani, come Walter Claver Torres, presunto “giornalista indipendente”, residente a Santiago de Cuba; Jorge Corrales Ceballos, altro “giornalista indipendente” residente a Guantánamo; la Dama in Bianco Yelena Garcés, direttrice provinciale della FLAMUR a Santiago de Cuba, tra gli altri, che si sono dedicati a contare morti a destra e a manca nelle loro province.
Nessuno di questi mezzi ha citato l'immediata risposta epidemiologica da parte del Governo cubano, che ha impiegato innumerevoli risorse per evitare la diffusione della malattia. Al contrario, fanno riferimento a commenti come il seguente; “Ma la polizia ha mantenuto una forte presenza di sicurezza negli ospedali dell'area e non permetteva ai parenti di visitare i pazienti con il colera”, secondo commenti pervenuti dalla mercenaria Tania de la Torre e da suo marito.
Il sito Havana Times ha aumentato le dicerie infondate sul decesso di un'anziana a La Habana, speculando sulle ovvie misure prese dal Governo nel caso di una ripresa della malattia. Tutto questo dispositivo è parte della strategia epidemiologica cubana e dimostra la preoccupazione delle autorità al riguardo. Un altro blog, Café Fuerte, ha speculato anche sul decesso di quindici pazienti nell'Isola, secondo fonti sconosciute.
Non poteva mancare l'ingerenza sfacciata della congressista statunitense Ileana Ros-Lehtinen, che piena di velenosa intolleranza ha accusato il Governo cubano di evitare di diffondere informazioni sul focolaio di colera a Cuba per non danneggiare il turismo. Nei suoi commenti ha riportato gli stessi dati diffusi dai suoi mercenari nell'Isola.
RIPERCUSSIONI
Il carico mediatico dei mezzi di informazione nemici di Cuba ha risvegliato infondate diffidenze e paure, ma senza la grandezza che essi pretendevano. Anche se il Messico ha preso misure di protezione riguardo i voli provenienti da Cuba, il portavoce della Segreteria della Salute dello Yucatan, Luis Vázquez, ha affermato che in Messico, “non c'è niente, e non è arrivato alcun passeggero con qualcosa di sospetto”.
Da parte loro, le Islas Caimán hanno emesso un'avvertenza in cui raccomandava che i viaggi a Cuba avrebbero dovuto limitarsi “solo agli essenziali”.
Tuttavia, un'altra cosa è successa in Venezuela, dove i mezzi controllati dalla destra hanno tentato di farsi eco della campagna mediatica anticubana, come sono i casi di El Universal e di Noticias 24, che adducono il pericolo di trasmissione della malattia, dato il flusso permanente di viaggiatori tra le due nazioni.
L'OMS, come altre prestigiose organizzazioni internazionali, conoscono l'alto livello organizzativo esistente a Cuba per affrontare contingenze, sia naturali sia come i focolai epidemici. Allo stesso modo, hanno evidenziato in varie opportunità l'alto livello di qualifica della medicina cubana, dimostrato internazionalmente mediante la cooperazione solidale verso altre nazioni.
Come direbbe una cubana semplice: “si sta all'erta, ma senza paura”, in una franca espressione della fiducia che il popolo ha nei confronti del suo Governo. Il resto è manipolazione di basso livello, vilmente manipolata e diretta a danneggiare Cuba.
Da parte mia, tuttavia, credo che questo evento epidemico debba servire a tutti noi a ricavare fruttuose lezioni:
1) tutte le campagna mediatiche contro Cuba sono ordite sulla base delle nostre debolezze riguardo al mantenere informato, in tempo reale, il nostro popolo. L'informazione veritiera, immediata e serena non confonde e impegna allo stesso modo i cittadini alla soluzione di questo tipo di contingenze. È la forma più efficace per mettere i limiti alle menzogne, alla distorsione della verità e alla manipolazione mediatica delle nostre realtà.
2) anche se siamo progrediti molto in materia di salute, essendo uno dei paesi con gli indici più alti nel mondo, dobbiamo mantenere un serio processo di perfezionamento della salute primaria alla cittadinanza. Ogni sforzo per mantenere una qualità nei servizi di salute al popolo, deve essere una sfida permanente per tutti e in questo non deve mancare la volontà.
3) ci rimane molto da lavorare, è certo, nel miglioramento delle condizioni di vita della nostra popolazione. La mancanza di risorse, nonostante il grande sforzo del nostro Governo, cospira contro questo. Deve essere parte della responsabilità degli organismi di direzione, sia a livello nazionale, sia provinciale, sia in ogni località, l'eliminazione di discariche, delle perdite di acque di fogna, l'eliminazione dei focolai inquinanti, la vigilanza epidemiologica effettiva e il monitoraggio permanente a quelle zone potenzialmente vulnerabili alla diffusione di malattie.
4) benché si sia lavorato duro nel coinvolgimento della popolazione nella lotta alle malattie endemiche come il dengue, si deve fare ancora uno sforzo maggiore nell'abilitazione e nell’educazione del nostro popolo, aumentando la sua cultura sulla salute. Bollire l'acqua, pulizia permanente della casa, come altre misure, devono smettere di essere semplici campagne e trasformarsi in abitudini di vita.
5) coinvolgere ancora di più le organizzazioni di massa alla soluzione di quei problemi relativi al benessere e alla garanzia della salute dei nostri compatrioti. Lasciare da parte il “campagnismo” e trasformarlo in compiti essenziali del suo lavoro con il popolo.
Cuba, nonostante quello che pensano i suoi detrattori, uscirà animata da questa nuova sfida, come è uscita dal dengue emorragico e dalla febbre porcina, come da altre minacce portate dal bioterrorismo della CIA e dei mafiosi di Miami. Abbiamo ampia esperienza per librare queste battaglie e contiamo su risorse umane capaci per vincerle. Continuerà a essere, indubbiamente, un posto sicuro per il turista e per il nostro stesso popolo.
disse che era sposato con una cubana, e questo basta per sapere come funziona cuba
questo nick è un mujaheddin di cuba.. non sa un cazzo e scrive per solo sentito dire.
Colera a Cuba: verità e manipolazioni
di Percy Francisco Alvarado Godoy
10 luglio 2012
La presenza di un focolaio di colera a Cuba è stato il punto di avvio di una nuova campagna mediatica contro la nostra Patria, proveniente in principal modo dai tradizionali nemici della Rivoluzione, tra i quali si sono fatti eco maliziosa El Nuevo Herald e Radio Martí, di Miami, diversi blog che appartengono alla “blogsfera” anticubana, come i mercenari travestiti nel falso ruolo di “giornalisti indipendenti”. Non sono mancate, ovviamente, alcuni agenzie internazionali e giornali al servizio della SIP, come l'Universal di Caracas.
Il colera è una malattia diarroica acuta, come viene descritta in vari siti specializzati che, nonostante sia mortale in molti casi, può essere trattata con sali di reidratazione orale. Tuttavia, la base fondamentale dell'eliminazione della malattia è la sua prevenzione, mediante l'implementazione di forti misure di risposta organizzata e ben definita, nelle quali la popolazione ha un'alta responsabilità nel loro compimento. Il fatto che il colera si contrae attraverso il consumo di acqua contaminata o di acqua che non ha ricevuto il trattamento adeguato, fa dello stesso un fattore che si può evitare mediante un'adeguata gestione ambientale, il trattamento dell'acqua e la cultura di bollirla prima del suo consumo.
Nel caso di Cuba è da 130 anni che questa malattia non era stata riscontrata nella popolazione. L'ultimo focolaio di colera era avvenuto nel 1882. Ovviamente, la sua recente apparizione è servita come mezzo per scatenare l'attuale campagna mediatica contro la nostra Patria i cui obiettivi sono:
1) mettere in discussione in modo ingannevole l'efficacia del sistema primario di salute a Cuba.
2) utilizzare la sua apparizione per propagandare diverse dicerie tendenziose su una degrado della qualità di vita a Cuba, appoggiandosi sui mercenari di mestiere, incaricati di distorcere la realtà cubana.
3) colpire il crescente arrivo del turismo a Cuba, presentando un quadro di mancanza di controllo dei focolai epidemici da parte delle autorità cubane. In essenza, questa campagna si basa su seminare paura non solo nella popolazione cubana, ma anche nei potenziali visitatori all'Isola.
4) falsificare l'informazione sull'incidenza dell'epidemia, sovradimensionando il numero dei casi e presentando un quadro fuori controllo, inefficienza e impotenza delle autorità sanitarie cubane.
5) mostrare un'ipocrita preoccupazione verso il popolo cubano, quando in realtà i “preoccupati” sono quelli che difendono a oltranza il ferreo blocco contro Cuba.
6) mostrare un'apparente indolenza del Governo cubano di fronte alla situazione sociale in generale e nei confronti dell'apparizione della malattia in questione.
7) politicizzare il fenomeno per mantenere la loro guerra ideologica contro Cuba.
incolpare il Governo per la carenza di mezzi di igiene personale, mettendola in relazione agli elevati prezzi degli stessi e a una mancanza di rifornimento degli stessi.
Benché il colera sia un indicatore di mancanza di sviluppo sociale in una nazione, non è questo il caso di Cuba.
La dimostrazione della manipolazione mediatica di questo caso, in particolare, la offre una notizia di Juan O. Tamayo, apparsa oggi sul Nuevo Herald, nella quale si riferisce di un “aumento” incontrollato dei casi di colera a Cuba. Finora si basano su speculazioni, adducendo che l'epidemiologa cubana Ana María Batista González, ha fatto commenti sul comportamento dell'epidemia, i cui dati sono stati tergiversati e manipolati in modo speculativo, confondendo altri quadri clinici di pazienti con il colera.
Quello che è certo finora è che il quotidiano Granma ha parlato dell'apparizione del focolaio epidemico lo scorso 3 luglio e ha detto che Cuba ha le risorse necessarie per controllarlo. Ufficialmente il numero dei morti fino a quel momento era di tre persone.
Il gioco mediatico è incominciato immediatamente, con la trasformazione di questi mezzi in portavoce della manipolazione costruita dai detrattori controrivoluzionari. Lo stesso Nuevo Herald riporta commenti come quelli del mercenario Yoandris Montoya che ha sovradimensionato il numero dei morti. Radio Martí si è fatta carico anche di diffondere le informazioni tergiversate di controrivoluzionari cubani, come Walter Claver Torres, presunto “giornalista indipendente”, residente a Santiago de Cuba; Jorge Corrales Ceballos, altro “giornalista indipendente” residente a Guantánamo; la Dama in Bianco Yelena Garcés, direttrice provinciale della FLAMUR a Santiago de Cuba, tra gli altri, che si sono dedicati a contare morti a destra e a manca nelle loro province.
Nessuno di questi mezzi ha citato l'immediata risposta epidemiologica da parte del Governo cubano, che ha impiegato innumerevoli risorse per evitare la diffusione della malattia. Al contrario, fanno riferimento a commenti come il seguente; “Ma la polizia ha mantenuto una forte presenza di sicurezza negli ospedali dell'area e non permetteva ai parenti di visitare i pazienti con il colera”, secondo commenti pervenuti dalla mercenaria Tania de la Torre e da suo marito.
Il sito Havana Times ha aumentato le dicerie infondate sul decesso di un'anziana a La Habana, speculando sulle ovvie misure prese dal Governo nel caso di una ripresa della malattia. Tutto questo dispositivo è parte della strategia epidemiologica cubana e dimostra la preoccupazione delle autorità al riguardo. Un altro blog, Café Fuerte, ha speculato anche sul decesso di quindici pazienti nell'Isola, secondo fonti sconosciute.
Non poteva mancare l'ingerenza sfacciata della congressista statunitense Ileana Ros-Lehtinen, che piena di velenosa intolleranza ha accusato il Governo cubano di evitare di diffondere informazioni sul focolaio di colera a Cuba per non danneggiare il turismo. Nei suoi commenti ha riportato gli stessi dati diffusi dai suoi mercenari nell'Isola.
RIPERCUSSIONI
Il carico mediatico dei mezzi di informazione nemici di Cuba ha risvegliato infondate diffidenze e paure, ma senza la grandezza che essi pretendevano. Anche se il Messico ha preso misure di protezione riguardo i voli provenienti da Cuba, il portavoce della Segreteria della Salute dello Yucatan, Luis Vázquez, ha affermato che in Messico, “non c'è niente, e non è arrivato alcun passeggero con qualcosa di sospetto”.
Da parte loro, le Islas Caimán hanno emesso un'avvertenza in cui raccomandava che i viaggi a Cuba avrebbero dovuto limitarsi “solo agli essenziali”.
Tuttavia, un'altra cosa è successa in Venezuela, dove i mezzi controllati dalla destra hanno tentato di farsi eco della campagna mediatica anticubana, come sono i casi di El Universal e di Noticias 24, che adducono il pericolo di trasmissione della malattia, dato il flusso permanente di viaggiatori tra le due nazioni.
L'OMS, come altre prestigiose organizzazioni internazionali, conoscono l'alto livello organizzativo esistente a Cuba per affrontare contingenze, sia naturali sia come i focolai epidemici. Allo stesso modo, hanno evidenziato in varie opportunità l'alto livello di qualifica della medicina cubana, dimostrato internazionalmente mediante la cooperazione solidale verso altre nazioni.
Come direbbe una cubana semplice: “si sta all'erta, ma senza paura”, in una franca espressione della fiducia che il popolo ha nei confronti del suo Governo. Il resto è manipolazione di basso livello, vilmente manipolata e diretta a danneggiare Cuba.
Da parte mia, tuttavia, credo che questo evento epidemico debba servire a tutti noi a ricavare fruttuose lezioni:
1) tutte le campagna mediatiche contro Cuba sono ordite sulla base delle nostre debolezze riguardo al mantenere informato, in tempo reale, il nostro popolo. L'informazione veritiera, immediata e serena non confonde e impegna allo stesso modo i cittadini alla soluzione di questo tipo di contingenze. È la forma più efficace per mettere i limiti alle menzogne, alla distorsione della verità e alla manipolazione mediatica delle nostre realtà.
2) anche se siamo progrediti molto in materia di salute, essendo uno dei paesi con gli indici più alti nel mondo, dobbiamo mantenere un serio processo di perfezionamento della salute primaria alla cittadinanza. Ogni sforzo per mantenere una qualità nei servizi di salute al popolo, deve essere una sfida permanente per tutti e in questo non deve mancare la volontà.
3) ci rimane molto da lavorare, è certo, nel miglioramento delle condizioni di vita della nostra popolazione. La mancanza di risorse, nonostante il grande sforzo del nostro Governo, cospira contro questo. Deve essere parte della responsabilità degli organismi di direzione, sia a livello nazionale, sia provinciale, sia in ogni località, l'eliminazione di discariche, delle perdite di acque di fogna, l'eliminazione dei focolai inquinanti, la vigilanza epidemiologica effettiva e il monitoraggio permanente a quelle zone potenzialmente vulnerabili alla diffusione di malattie.
4) benché si sia lavorato duro nel coinvolgimento della popolazione nella lotta alle malattie endemiche come il dengue, si deve fare ancora uno sforzo maggiore nell'abilitazione e nell’educazione del nostro popolo, aumentando la sua cultura sulla salute. Bollire l'acqua, pulizia permanente della casa, come altre misure, devono smettere di essere semplici campagne e trasformarsi in abitudini di vita.
5) coinvolgere ancora di più le organizzazioni di massa alla soluzione di quei problemi relativi al benessere e alla garanzia della salute dei nostri compatrioti. Lasciare da parte il “campagnismo” e trasformarlo in compiti essenziali del suo lavoro con il popolo.
Cuba, nonostante quello che pensano i suoi detrattori, uscirà animata da questa nuova sfida, come è uscita dal dengue emorragico e dalla febbre porcina, come da altre minacce portate dal bioterrorismo della CIA e dei mafiosi di Miami. Abbiamo ampia esperienza per librare queste battaglie e contiamo su risorse umane capaci per vincerle. Continuerà a essere, indubbiamente, un posto sicuro per il turista e per il nostro stesso popolo.
disse che era sposato con una cubana, e questo basta per sapere come funziona cuba
questo nick è un mujaheddin di cuba.. non sa un cazzo e scrive per solo sentito dire.
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Re: Cuba: tre morti per colera
El socio de Minà
ajajja aun esta cosa me empinga, porque nos ocultan, como siempre, la verdad
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Re: Cuba: tre morti per colera
arcoiris ha scritto:El socio de Minà
ajajja aun esta cosa me empinga, porque nos ocultan, como siempre, la verdad
ecco, dopo se ti incazzi cosa fanno, di bannano, quei due mamaloni di soci.
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Re: Cuba: tre morti per colera
Es que ahora se quedo el Chevy sólito
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Re: Cuba: tre morti per colera
Aumentan casos de cólera en Granma
De los casos confirmados de pacientes con cólera, 93 son de Manzanillo, 21 de Yara, 2 de Campechuela, 5 de Niquero, 2 de Bartolomé Masó y 3 de Bayamo.
El número de casos de cólera confirmados en la provincia oriental de Granma ha aumentado en los últimos días según las cifras reportadas por las autoridades de salud de esa región.
La especialista del Centro de Higiene y Epidemiología, Ana María Batista dijo el jueves por la noche a la televisión provincial CNC TV de Granma que hasta la fecha se han confirmado 126 casos, un aumento de ocho enfermos con respecto a los datos divulgados el miércoles.
De los casos confirmados de pacientes con cólera , 93 son de Manzanillo, 21 de Yara, 2 de Campechuela, 5 de Niquero, 2 de Bartolomé Masó y 3 de Bayamo, según la funcionaria.
Batista afirmó que los pacientes atendidos con diarreas y vómitos en toda la provincia ascienden a 4,818 lo que implica 126 más que los reportados el día anterior.
El informe sobre la situación del cólera que se divulga cada noche por la televisora provincial, contrasta con declaraciones formuladas a CNN por el doctor Manuel Santín Peña, Director Nacional de Epidemiología.
“Evidentemente están disminuyendo los casos”, afirmó Santín quien aseguró que el brote de cólera sólo se localiza en la provincia Granma. “Podemos afirmar categóricamente que no hay ningún otro brote en ninguna otra provincia”, subrayó.
Las autoridades cubanas permitieron a las cámaras y reporteros de la cadena televisiva norteamericana CNN, entrar al hospital de Manzanillo, algo que no le han permitido a su propia prensa nacional.
En un amplio reportaje, que no han podido ver los cubanos en sus pantallas, CNN dijo que las autoridades locales han clausurado doce pozos contaminados en los alrededores de Manzanillo. Los puestos de venta de batidos, locales y otros alimentos han sido cerrados en toda la ciudad y se ha prohibido la pesca y bañarse en las playas de la región, cuyas aguas podrían estar contaminadas.
Desde que el pasado 3 de julio el ministerio de Salud Pública confirmó el brote de cólera y dijo que había 53 afectados y tres fallecidos, no se han divulgado más informaciones nacionalmente.
Las autoridades han incrementado las medidas sanitarias en Manzanillo y otros municipios de la provincia Granma poniendo a la venta, cloro, jabón, salfumán y otros productos domésticos de higiene doméstica y personal, que al parecer están siendo acaparados por los compradores.
Tal es el caso del hipoclorito de sodio, un compuesto químico para purificar el agua y combatir las enfermedades diarréicas que se está vendiendo en las farmacias a 1,70 pesos cubanos, el frasco de 120 mililitros.
Los acaparadores fueron advertidos el miércoles, que serían llevados ante los tribunales, según declaró Zenia Ferrer Mora, funcionaria de la Fiscalía Provincial de Granma durante el programa informativo especial sobre el cólera que se transmite en la televisión local.
Ferrer dijo que a quienes revendan productos destinados a combatir las enfermedades diarréicas agudas, se les podría aplicar el artículo 187 del Código Penal, sobre la propagación de epidemias, y amenazó también a personas que siguen utilizando agua de pozos cerrados por las autoridades sanitarias.
De los casos confirmados de pacientes con cólera, 93 son de Manzanillo, 21 de Yara, 2 de Campechuela, 5 de Niquero, 2 de Bartolomé Masó y 3 de Bayamo.
El número de casos de cólera confirmados en la provincia oriental de Granma ha aumentado en los últimos días según las cifras reportadas por las autoridades de salud de esa región.
La especialista del Centro de Higiene y Epidemiología, Ana María Batista dijo el jueves por la noche a la televisión provincial CNC TV de Granma que hasta la fecha se han confirmado 126 casos, un aumento de ocho enfermos con respecto a los datos divulgados el miércoles.
De los casos confirmados de pacientes con cólera , 93 son de Manzanillo, 21 de Yara, 2 de Campechuela, 5 de Niquero, 2 de Bartolomé Masó y 3 de Bayamo, según la funcionaria.
Batista afirmó que los pacientes atendidos con diarreas y vómitos en toda la provincia ascienden a 4,818 lo que implica 126 más que los reportados el día anterior.
El informe sobre la situación del cólera que se divulga cada noche por la televisora provincial, contrasta con declaraciones formuladas a CNN por el doctor Manuel Santín Peña, Director Nacional de Epidemiología.
“Evidentemente están disminuyendo los casos”, afirmó Santín quien aseguró que el brote de cólera sólo se localiza en la provincia Granma. “Podemos afirmar categóricamente que no hay ningún otro brote en ninguna otra provincia”, subrayó.
Las autoridades cubanas permitieron a las cámaras y reporteros de la cadena televisiva norteamericana CNN, entrar al hospital de Manzanillo, algo que no le han permitido a su propia prensa nacional.
En un amplio reportaje, que no han podido ver los cubanos en sus pantallas, CNN dijo que las autoridades locales han clausurado doce pozos contaminados en los alrededores de Manzanillo. Los puestos de venta de batidos, locales y otros alimentos han sido cerrados en toda la ciudad y se ha prohibido la pesca y bañarse en las playas de la región, cuyas aguas podrían estar contaminadas.
Desde que el pasado 3 de julio el ministerio de Salud Pública confirmó el brote de cólera y dijo que había 53 afectados y tres fallecidos, no se han divulgado más informaciones nacionalmente.
Las autoridades han incrementado las medidas sanitarias en Manzanillo y otros municipios de la provincia Granma poniendo a la venta, cloro, jabón, salfumán y otros productos domésticos de higiene doméstica y personal, que al parecer están siendo acaparados por los compradores.
Tal es el caso del hipoclorito de sodio, un compuesto químico para purificar el agua y combatir las enfermedades diarréicas que se está vendiendo en las farmacias a 1,70 pesos cubanos, el frasco de 120 mililitros.
Los acaparadores fueron advertidos el miércoles, que serían llevados ante los tribunales, según declaró Zenia Ferrer Mora, funcionaria de la Fiscalía Provincial de Granma durante el programa informativo especial sobre el cólera que se transmite en la televisión local.
Ferrer dijo que a quienes revendan productos destinados a combatir las enfermedades diarréicas agudas, se les podría aplicar el artículo 187 del Código Penal, sobre la propagación de epidemias, y amenazó también a personas que siguen utilizando agua de pozos cerrados por las autoridades sanitarias.
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Re: Cuba: tre morti per colera
Cuba, epidemia di colera
il Messico allerta le frontiere
L'AVANA - Il regime di Cuba minimizza. Pur ammettendo di aver rafforzato la vigilanza medica e le precauzioni igieniche, parla di soli tre morti e di diffusione sotto controllo. Un blogger vicino a Raul Castro, Yohandry Fontana, giura che il pericolo è circoscritto e che non vi sono casi all'Avana, ma altre fonti, tra cui i media stranieri e i dissidenti, raccontano ben altra tragedia: nell'isola caraibica un'epidemia di colera ha già mietuto nelle ultime settimane decine di vittime, forse più di 120, mentre un migliaio sono le persone colpite.
Non solo, ma secondo qualcun altro, alcuni casi si sarebbero registrati anche nella capitale. Forse queste sono cifre esagerate in eccesso, ma resta il fatto che il colera c'è e che gli abitanti adesso hanno paura, nonostante il governo ora getti acqua sul fuoco, visto che non è riuscito a tenere nascosta la notizia per non danneggiare l'industria più fiorente dell'isola, il turismo. Epicentro della malattia la località di Manzanillo, nella zona Est del Paese, una città marittima di 130 mila abitanti a oltre 800 chilometri dall'Avana. E dire che era da più di un secolo che questa piaga non si presentava a Cuba. L'ultima epidemia si registrò nel 1882, mentre l'ultimo caso nel 1959, pochi giorni dopo le fine del regime di Fulgencio Batista, rovesciato da Fidel Castro.
Il Messico è il primo a non credere alla sdrammatizzazione del governo cubano, dichiarando lo stato di allerta. Il ministero della Sanità ha già mobilitato le autorità portuali e aeroportuali affinché rafforzino i controlli nei confronti di chi arriva da Cuba, per cercare di evitare il rischio di un possibile contagio. Finora - hanno reso noto fonti governative - non è stato registrato «nessun caso di colera importato dall'isola caraibica». Ciò nonostante, la vigilanza è aumentata, soprattutto nello scalo internazionale della capitale, oltre che negli aeroporti di Merida e Cancun. Se un passeggero proveniente dall'Avana dovesse presentare dei sintomi, i medici sono stati orientati ad effettuare immediatamente un esame epidemiologico ed eventualmente trasferirlo d'urgenza in ospedale.
Ora bisogna capire se il colera a Cuba sia stato importato da un altro Paese o se l'epidemia sia scoppiata nell'isola. Le ipotesi, allo stato attuale, sono due. Potrebbe trattarsi di inquinamento degli impianti idrici peggiorato dalle piogge e dalle alte temperature della scorsa settimana, così come suggerisce il ministero della Sanità. C'è invece chi sostiene, come ha scritto il periodico Diario de Cuba, che il contagio della malattia sia stato provocato dai medici e dagli infermieri che hanno lavorato a Haiti per curare il colera, dopo il terremoto del gennaio 2010: nella primavera di due anni fa un'epidemia di colera ad Haiti uccise oltre 7.000 persone, colpendone più di mezzo milione, e si ipotizzò che il batterio fosse stato involontariamente diffuso da alcuni soldati delle Nazioni Unite, provenienti dal Nepal. «Di questo argomento non voglio parlare», ha risposto, si legge sempre sul Diario de Cuba, la vice ministra della Salute pubblica, Marcia Cobas, ai giornalisti che le chiedevano notizie sugli sviluppi dell'epidemia.
Dalla Florida, intanto, medici cubani esiliati di «Solidarietà senza frontiere» hanno offerto la loro collaborazione al governo dell'Avana per affrontare l'epidemia e per valutarne l'impatto in tutta l'isola.
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/cuba_epidemia_di_colera_il_messico_allerta_le_frontiere/notizie/208240.shtml
il Messico allerta le frontiere
L'AVANA - Il regime di Cuba minimizza. Pur ammettendo di aver rafforzato la vigilanza medica e le precauzioni igieniche, parla di soli tre morti e di diffusione sotto controllo. Un blogger vicino a Raul Castro, Yohandry Fontana, giura che il pericolo è circoscritto e che non vi sono casi all'Avana, ma altre fonti, tra cui i media stranieri e i dissidenti, raccontano ben altra tragedia: nell'isola caraibica un'epidemia di colera ha già mietuto nelle ultime settimane decine di vittime, forse più di 120, mentre un migliaio sono le persone colpite.
Non solo, ma secondo qualcun altro, alcuni casi si sarebbero registrati anche nella capitale. Forse queste sono cifre esagerate in eccesso, ma resta il fatto che il colera c'è e che gli abitanti adesso hanno paura, nonostante il governo ora getti acqua sul fuoco, visto che non è riuscito a tenere nascosta la notizia per non danneggiare l'industria più fiorente dell'isola, il turismo. Epicentro della malattia la località di Manzanillo, nella zona Est del Paese, una città marittima di 130 mila abitanti a oltre 800 chilometri dall'Avana. E dire che era da più di un secolo che questa piaga non si presentava a Cuba. L'ultima epidemia si registrò nel 1882, mentre l'ultimo caso nel 1959, pochi giorni dopo le fine del regime di Fulgencio Batista, rovesciato da Fidel Castro.
Il Messico è il primo a non credere alla sdrammatizzazione del governo cubano, dichiarando lo stato di allerta. Il ministero della Sanità ha già mobilitato le autorità portuali e aeroportuali affinché rafforzino i controlli nei confronti di chi arriva da Cuba, per cercare di evitare il rischio di un possibile contagio. Finora - hanno reso noto fonti governative - non è stato registrato «nessun caso di colera importato dall'isola caraibica». Ciò nonostante, la vigilanza è aumentata, soprattutto nello scalo internazionale della capitale, oltre che negli aeroporti di Merida e Cancun. Se un passeggero proveniente dall'Avana dovesse presentare dei sintomi, i medici sono stati orientati ad effettuare immediatamente un esame epidemiologico ed eventualmente trasferirlo d'urgenza in ospedale.
Ora bisogna capire se il colera a Cuba sia stato importato da un altro Paese o se l'epidemia sia scoppiata nell'isola. Le ipotesi, allo stato attuale, sono due. Potrebbe trattarsi di inquinamento degli impianti idrici peggiorato dalle piogge e dalle alte temperature della scorsa settimana, così come suggerisce il ministero della Sanità. C'è invece chi sostiene, come ha scritto il periodico Diario de Cuba, che il contagio della malattia sia stato provocato dai medici e dagli infermieri che hanno lavorato a Haiti per curare il colera, dopo il terremoto del gennaio 2010: nella primavera di due anni fa un'epidemia di colera ad Haiti uccise oltre 7.000 persone, colpendone più di mezzo milione, e si ipotizzò che il batterio fosse stato involontariamente diffuso da alcuni soldati delle Nazioni Unite, provenienti dal Nepal. «Di questo argomento non voglio parlare», ha risposto, si legge sempre sul Diario de Cuba, la vice ministra della Salute pubblica, Marcia Cobas, ai giornalisti che le chiedevano notizie sugli sviluppi dell'epidemia.
Dalla Florida, intanto, medici cubani esiliati di «Solidarietà senza frontiere» hanno offerto la loro collaborazione al governo dell'Avana per affrontare l'epidemia e per valutarne l'impatto in tutta l'isola.
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/cuba_epidemia_di_colera_il_messico_allerta_le_frontiere/notizie/208240.shtml
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Colera a Cuba, silenzio del governo sul numero di morti
Solo tre vittime per le autorità sanitarie, decine di vittime e migliaia di malati secondo i dissidenti anticastristi e i media stranieri. Un'epidemia di colera ha colpito l'isola caraibica nelle ultime settimane, in particolare a Manzanillo.
L'AVANA (CUBA) - Solo tre morti per le autorità sanitarie di Cuba, decine di vittime e migliaia di malati secondo i dissidenti anticastristi e i media stranieri: non ci sono cifre univoche sull'epidemia di colera che ha colpito l'isola caraibica nelle ultime settimane, in particolare a Manzanillo, municipio di 130 mila abitanti a oltre 800 km dalla capitale. Bocche cucite, infatti, in seno al governo dell'Avana sull'evoluzione del focolaio di colera. Mentre nei paesi maggiormente collegati con l'isola caraibica comincia a serpeggiare una certa preoccupazione, le autorità cubane continuano a non voler parlare dell'argomento o a minimizzare la portata degli episodi. In questa situazione, le autorita' aeroportuali messicane hanno allertato le unita' di vigilanza degli scali di Cancun e di Merida, nello Yucatan, che sono tra i piu' collegati con L'Avana, per sorvegliare gli sbarchi dall'isola. Per contro, nella capitale cubana, un alto funzionario del Ministero della Salute, si è rifiutata di rispondere alle domande dei giornalisti sulla diffusione di un focolaio di colera nella provincia di Granma. "Di questo tema non voglio parlare", ha risposto la viceministro Marcia Cobas, al termine di un incontro al ministero sulla cooperazione medica tra Cuba e Haiti. "Non posso dire nulla al riguardo", ha detto la Cobas "perché non è la mia area di competenza".
L'EPIDEMIA SI DIFFONDE. La scorsa settimana, il governo cubano aveva confermato l'esistenza di un focolaio di colera "controllato" a Manzanillo, una citta' di 130.500 abitanti sita nella provincia di Granma, a piu' di 800 chilometri dall'Avana, dicendo che si erano registrati 53 casi e tre vittime. Da allora, nell'isola non si e' piu' parlato ufficialmente di colera, nonostante che l'Organizzazione Panamericana della Salute abbia riferito che i casi segnalati erano saliti a 85, con l'estensione del contagio ad altri municipi, come Niquero, Yara, Bartolome' Maso' e nella citta' di Bayamo, capitale della provincia di Granma. I giornali locali riferiscono della produzione di 60 mila unita' di ipoclorito di sodio, un composto chimico che si sta distribuendo nelle farmacie per sterilizzare l'acqua e combattere la diffusione della sindrome diarroica. L'ultima epidemia di colera a Cuba risale a oltre un secolo fa, nel 1882, mentre gli ultimi casi segnalati si sono registrati poco dopo la caduta del regime di Fulgencio Batista per opera di Fidel Castro e dei suoi 'barbudos'.
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-3137cc0f-bbc5-4e2b-a9f9-395a56549871.html
L'AVANA (CUBA) - Solo tre morti per le autorità sanitarie di Cuba, decine di vittime e migliaia di malati secondo i dissidenti anticastristi e i media stranieri: non ci sono cifre univoche sull'epidemia di colera che ha colpito l'isola caraibica nelle ultime settimane, in particolare a Manzanillo, municipio di 130 mila abitanti a oltre 800 km dalla capitale. Bocche cucite, infatti, in seno al governo dell'Avana sull'evoluzione del focolaio di colera. Mentre nei paesi maggiormente collegati con l'isola caraibica comincia a serpeggiare una certa preoccupazione, le autorità cubane continuano a non voler parlare dell'argomento o a minimizzare la portata degli episodi. In questa situazione, le autorita' aeroportuali messicane hanno allertato le unita' di vigilanza degli scali di Cancun e di Merida, nello Yucatan, che sono tra i piu' collegati con L'Avana, per sorvegliare gli sbarchi dall'isola. Per contro, nella capitale cubana, un alto funzionario del Ministero della Salute, si è rifiutata di rispondere alle domande dei giornalisti sulla diffusione di un focolaio di colera nella provincia di Granma. "Di questo tema non voglio parlare", ha risposto la viceministro Marcia Cobas, al termine di un incontro al ministero sulla cooperazione medica tra Cuba e Haiti. "Non posso dire nulla al riguardo", ha detto la Cobas "perché non è la mia area di competenza".
L'EPIDEMIA SI DIFFONDE. La scorsa settimana, il governo cubano aveva confermato l'esistenza di un focolaio di colera "controllato" a Manzanillo, una citta' di 130.500 abitanti sita nella provincia di Granma, a piu' di 800 chilometri dall'Avana, dicendo che si erano registrati 53 casi e tre vittime. Da allora, nell'isola non si e' piu' parlato ufficialmente di colera, nonostante che l'Organizzazione Panamericana della Salute abbia riferito che i casi segnalati erano saliti a 85, con l'estensione del contagio ad altri municipi, come Niquero, Yara, Bartolome' Maso' e nella citta' di Bayamo, capitale della provincia di Granma. I giornali locali riferiscono della produzione di 60 mila unita' di ipoclorito di sodio, un composto chimico che si sta distribuendo nelle farmacie per sterilizzare l'acqua e combattere la diffusione della sindrome diarroica. L'ultima epidemia di colera a Cuba risale a oltre un secolo fa, nel 1882, mentre gli ultimi casi segnalati si sono registrati poco dopo la caduta del regime di Fulgencio Batista per opera di Fidel Castro e dei suoi 'barbudos'.
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-3137cc0f-bbc5-4e2b-a9f9-395a56549871.html
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Epidemia di colera a Cuba È allarme anche in Messico
Allertati gli aeroporti di Merida e Cancun, mentre le autorità cubane continuano a minimizzare sul numero delle vittime] Allertati gli aeroporti di Merida e Cancun, mentre le autorità cubane continuano a minimizzare sul numero delle vittime
E' allarme anche in Messico per l'epidimia di colera che ha colpito l'isola di Cuba, con gli aeroporti di Merida e Cancun allertati per prendere le misure necessarie nei confronti di chi arriva dall'isola. E nel frattempo continua il silenzio, da parte del governo, sul numero ufficiale di morti registrati a Cuba a seguito di un'epidemia di colera scatenatasi nelle ultime settimane nella zona est dell'isola, in particolare a Manzanillo, municipio di 130 mila abitanti a oltre 800 km dalla capitale. Mentre le autorità sanitarie hanno confermato il rafforzamento di azioni mediche e igieniche nella regione, il ministero della Sanità ha finora comunicato appena tre casi fatali. Una versione smentita dai media stranieri e da alcuni dissidenti del regime castrista, che parlano invece di decine di vittime e di oltre un migliaio di malati. A sua volta, un blogger vicino all'esecutivo di Raul Castro, Yohandry Fontana, ha reso noto su Twitter che l'epidemia «è circoscritta» e che «non esistono casi all'Avana». Era da oltre un secolo che il pericoloso batterio gastrointestinale non riappariva a Cuba.
http://www.corriere.it/esteri/12_luglio_13/colera-a-cuba-scatta-allarme-anche-in-messico_b87ae818-cd02-11e1-a3bf-e53ef061f69e.shtml
E' allarme anche in Messico per l'epidimia di colera che ha colpito l'isola di Cuba, con gli aeroporti di Merida e Cancun allertati per prendere le misure necessarie nei confronti di chi arriva dall'isola. E nel frattempo continua il silenzio, da parte del governo, sul numero ufficiale di morti registrati a Cuba a seguito di un'epidemia di colera scatenatasi nelle ultime settimane nella zona est dell'isola, in particolare a Manzanillo, municipio di 130 mila abitanti a oltre 800 km dalla capitale. Mentre le autorità sanitarie hanno confermato il rafforzamento di azioni mediche e igieniche nella regione, il ministero della Sanità ha finora comunicato appena tre casi fatali. Una versione smentita dai media stranieri e da alcuni dissidenti del regime castrista, che parlano invece di decine di vittime e di oltre un migliaio di malati. A sua volta, un blogger vicino all'esecutivo di Raul Castro, Yohandry Fontana, ha reso noto su Twitter che l'epidemia «è circoscritta» e che «non esistono casi all'Avana». Era da oltre un secolo che il pericoloso batterio gastrointestinale non riappariva a Cuba.
http://www.corriere.it/esteri/12_luglio_13/colera-a-cuba-scatta-allarme-anche-in-messico_b87ae818-cd02-11e1-a3bf-e53ef061f69e.shtml
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