Cerca
Ultimi argomenti attivi
Chi è online?
In totale ci sono 4 utenti online: 0 Registrati, 0 Nascosti e 4 Ospiti :: 1 Motore di ricercaNessuno
Il numero massimo di utenti online contemporaneamente è stato 85 il Sab 9 Giu 2012 - 10:49
«CASO ANSELMI», CENTO SETTIMANE SENZA RISPOSTE
Pagina 1 di 1
«CASO ANSELMI», CENTO SETTIMANE SENZA RISPOSTE
Carlo è morto a Cuba nell’agosto del 2009. Giacinto Mariani ha scritto cento lettere, una la settimana al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri. Finora nessuna risposta.
Settecento giorni, cento settimane e un ordine del giorno del Consiglio comunale: da ormai quasi tre anni il Sindaco di Seregno Giacinto Mariani scrive una lettera a settimana al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, all’Ambasciatore di Cuba in Italia e a quello italiano a Cuba per chiedere spiegazioni sulla morte di Carlo Anselmi, scomparso a Cuba nell’agosto del 2009.
«Con il cambio di Governo, speravo che almeno sulla sicurezza degli italiani all’estero i tecnici fossero meglio dei politici. Invece la risposta è sempre la stessa: il silenzio. Carlo è partito per una vacanza a Cuba ed è tornato in una bara. Questa è l’unica cosa che sappiamo», confessa amareggiato Giacinto Mariani.
Carlo Anselmi, 43 anni, imprenditore, è morto il 28 agosto nell’ospedale di Santa Clara, a duecento chilometri da L’Avana, per choc settico provocato da un batterio, l’acinetobacter, che si trova in sale di terapie intensiva sporche. Ma il papà di Carlo, Agostino Anselmi, non si è mai accontentato della motivazione ufficiale, che presenta diversi punti oscuri. A cominciare dalla sera del 18 agosto, quando Carlo, in un residence di Cayo Barcelo, sulla costa est dell’isola, si sente male dopo aver bevuto una lattina di «Cuba Cola». «Il medico dell’hotel non si rende conto che Carlo aveva lo stomaco perforato, racconta Agostino Anselmi. Così gli somministra due calmanti. In questo modo le condizioni di Carlo peggiorano subito». Il medico a questo punto decide di trasportarlo con un furgoncino privo di qualsiasi assistenza all’ospedale più vicino, quello di Santa Clara, a circa tre ore di distanza, dove è operato d’urgenza.
Dopo l’intervento Carlo è messo nel reparto di terapia intensiva. Il suo fisico è forte. Appassionato di sport, era alto più di un metro e 93, non beveva alcolici, non fumava, ma le condizioni igieniche dell’ospedale sono disastrose e il rischio di contrarre un’infezione è altissimo. Dall’Italia Agostino si attacca al fax, alla email e al telefono: chiama la Farnesina, l’Unità di Crisi, il Consolato a Cuba e l’assicurazione con cui Carlo aveva sottoscritto una polizza, che prevedeva una copertura in caso di ricovero con il rientro immediato in aereo. «Chiedevo solo un aiuto per organizzare il trasporto di mio figlio in Italia o in un ospedale più attrezzato, a Miami o a L’Avana». Non succede nulla. Le ore passano, i giorni passano, la febbre sale e Carlo peggiora. La situazione diventa sempre più critica.
Così il 22 agosto, dopo quattro giorni dal ricovero, Anselmi arriva a Cuba, convinto che da lì sarebbe riuscito a portare via il figlio. Solo il 27 agosto i funzionari dell’ambasciata prendono contatto con l’ospedale per organizzare il trasferimento di Carlo, che morirà poche ore dopo.
Dopo i funerali, la Procura della Repubblica di Monza ordina la riesumazione della salma e, dopo aver aperto la bara, Agostino scopre che gli organi erano stati espiantati, «non solo gli occhi, ma anche quelli che solitamente non possono essere utilizzati per i trapianti, come la trachea. Ciò ha impedito di compiere in Italia un’autopsia in contraddittorio con quella effettuata a Cuba».
L’accusa di Anselmi è chiara: «Il Consolato e l’assicurazione hanno affermato che Carlo Anselmi non poteva essere trasferito e da qui il loro mancato intervento. Tutto ciò è stato smentito da un passaggio nella risposta alla richiesta di Rogatoria Internazionale della Procura di Monza indirizzata a Cuba in cui si afferma che per 4-5 giorni successivi all'intervento chirurgico Carlo poteva essere trasferito. Peraltro tra la documentazione del Consolato non è stata trovata nessuna telefonata da parte del Consolato all'ospedale prima del 27 agosto, cioè poco prima che Carlo morisse».
http://www.comune.seregno.mi.it/default.cfm?ID=6703
Settecento giorni, cento settimane e un ordine del giorno del Consiglio comunale: da ormai quasi tre anni il Sindaco di Seregno Giacinto Mariani scrive una lettera a settimana al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, all’Ambasciatore di Cuba in Italia e a quello italiano a Cuba per chiedere spiegazioni sulla morte di Carlo Anselmi, scomparso a Cuba nell’agosto del 2009.
«Con il cambio di Governo, speravo che almeno sulla sicurezza degli italiani all’estero i tecnici fossero meglio dei politici. Invece la risposta è sempre la stessa: il silenzio. Carlo è partito per una vacanza a Cuba ed è tornato in una bara. Questa è l’unica cosa che sappiamo», confessa amareggiato Giacinto Mariani.
Carlo Anselmi, 43 anni, imprenditore, è morto il 28 agosto nell’ospedale di Santa Clara, a duecento chilometri da L’Avana, per choc settico provocato da un batterio, l’acinetobacter, che si trova in sale di terapie intensiva sporche. Ma il papà di Carlo, Agostino Anselmi, non si è mai accontentato della motivazione ufficiale, che presenta diversi punti oscuri. A cominciare dalla sera del 18 agosto, quando Carlo, in un residence di Cayo Barcelo, sulla costa est dell’isola, si sente male dopo aver bevuto una lattina di «Cuba Cola». «Il medico dell’hotel non si rende conto che Carlo aveva lo stomaco perforato, racconta Agostino Anselmi. Così gli somministra due calmanti. In questo modo le condizioni di Carlo peggiorano subito». Il medico a questo punto decide di trasportarlo con un furgoncino privo di qualsiasi assistenza all’ospedale più vicino, quello di Santa Clara, a circa tre ore di distanza, dove è operato d’urgenza.
Dopo l’intervento Carlo è messo nel reparto di terapia intensiva. Il suo fisico è forte. Appassionato di sport, era alto più di un metro e 93, non beveva alcolici, non fumava, ma le condizioni igieniche dell’ospedale sono disastrose e il rischio di contrarre un’infezione è altissimo. Dall’Italia Agostino si attacca al fax, alla email e al telefono: chiama la Farnesina, l’Unità di Crisi, il Consolato a Cuba e l’assicurazione con cui Carlo aveva sottoscritto una polizza, che prevedeva una copertura in caso di ricovero con il rientro immediato in aereo. «Chiedevo solo un aiuto per organizzare il trasporto di mio figlio in Italia o in un ospedale più attrezzato, a Miami o a L’Avana». Non succede nulla. Le ore passano, i giorni passano, la febbre sale e Carlo peggiora. La situazione diventa sempre più critica.
Così il 22 agosto, dopo quattro giorni dal ricovero, Anselmi arriva a Cuba, convinto che da lì sarebbe riuscito a portare via il figlio. Solo il 27 agosto i funzionari dell’ambasciata prendono contatto con l’ospedale per organizzare il trasferimento di Carlo, che morirà poche ore dopo.
Dopo i funerali, la Procura della Repubblica di Monza ordina la riesumazione della salma e, dopo aver aperto la bara, Agostino scopre che gli organi erano stati espiantati, «non solo gli occhi, ma anche quelli che solitamente non possono essere utilizzati per i trapianti, come la trachea. Ciò ha impedito di compiere in Italia un’autopsia in contraddittorio con quella effettuata a Cuba».
L’accusa di Anselmi è chiara: «Il Consolato e l’assicurazione hanno affermato che Carlo Anselmi non poteva essere trasferito e da qui il loro mancato intervento. Tutto ciò è stato smentito da un passaggio nella risposta alla richiesta di Rogatoria Internazionale della Procura di Monza indirizzata a Cuba in cui si afferma che per 4-5 giorni successivi all'intervento chirurgico Carlo poteva essere trasferito. Peraltro tra la documentazione del Consolato non è stata trovata nessuna telefonata da parte del Consolato all'ospedale prima del 27 agosto, cioè poco prima che Carlo morisse».
http://www.comune.seregno.mi.it/default.cfm?ID=6703
arcoiris- Admin
- Messaggi : 15647
Data d'iscrizione : 25.04.12
Età : 48
Carattere : vieja y desbaratada pero fantasiosa y calientica
Re: «CASO ANSELMI», CENTO SETTIMANE SENZA RISPOSTE
Il Seregno Inform@ si è occuato del "caso Anselmi" nell'aprile del 2011. Per leggere l'articolo clicca qui
arcoiris- Admin
- Messaggi : 15647
Data d'iscrizione : 25.04.12
Età : 48
Carattere : vieja y desbaratada pero fantasiosa y calientica
Re: «CASO ANSELMI», CENTO SETTIMANE SENZA RISPOSTE
Seregno, 100 mail per cercare la verità sulla morte di Carlo Anselmi
Il sindaco di Seregno, Giacinto Mariani, da quasi tre anni scrive una lettera a settimana al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, all'Ambasciatore di Cuba in Italia e a quello italiano a Cuba per chiedere spiegazioni sulla morte di Carlo Anselmi che risale all'agosto del 2009. Ecco perchè martedì pomeriggio la famiglia Anselmi è stata invitata in municipio per raccontare ancora una volta la sua storia e mostrare tutti i faldoni con le missive.
«Con il cambio di Governo, speravo che almeno sulla sicurezza degli italiani all'estero i tecnici fossero meglio dei politici. Invece la risposta è sempre la stessa: il silenzio. Carlo è partito per una vacanza a Cuba ed è tornato in una bara. Questa è l'unica cosa che sappiamo», confessa amareggiato Giacinto Mariani. Dal canto suo Agostino Anselmi dice: «Il Consolato e l'assicurazione hanno affermato che Carlo Anselmi non poteva essere trasferito e da qui il loro mancato intervento. Tutto ciò è stato smentito da un passaggio nella risposta alla richiesta di Rogatoria Internazionale della Procura di Monza indirizzata a Cuba in cui si afferma che per 4-5 giorni successivi all'intervento chirurgico Carlo poteva essere trasferito. Peraltro tra la documentazione del Consolato non è stata trovata nessuna telefonata da parte del Consolato all'ospedale prima del 27 agosto, cioè poco prima che Carlo morisse».
Il padre di Carlo Anselmi chiede semplicemente la verità, delle risposte ad alcuni interrogativi e cioè: come mai l'ambasciata non si è attivata subito e soprattutto perchè quando è stata rinvenuta la salma di Carlo si è scoperto che erano stati espiantati gli organi come la trachea che solitamente non è utilizzata per i trapianti.
In breve i fatti della storia riguardo la morte di Carlo Anselmi: Carlo Anselmi, 43 anni, imprenditore, è morto il 28 agosto nell'ospedale di Santa Clara, a duecento chilometri da L'Avana, per choc settico provocato da un batterio, l'acinetobacter, che si trova in sale di terapie intensiva sporche. Ma il papà di Carlo, Agostino Anselmi, non si è mai accontentato della motivazione ufficiale, che presenta diversi punti oscuri. A cominciare dalla sera del 18 agosto, quando Carlo, in un residence di Cayo Barcelo, sulla costa est dell'isola, si sente male dopo aver bevuto una lattina di «Cuba Cola». «Il medico dell'hotel non si rende conto che Carlo aveva lo stomaco perforato, racconta Agostino Anselmi. Così gli somministra due calmanti. In questo modo le condizioni di Carlo peggiorano subito». Il medico a questo punto decide di trasportarlo con un furgoncino privo di qualsiasi assistenza all'ospedale più vicino, quello di Santa Clara, a circa tre ore di distanza, dove è operato d'urgenza. Dopo l'intervento Carlo è messo nel reparto di terapia intensiva.
A questo punto il padre, Agostino Anselmi, chiama la Farnesina, l'Unità di Crisi, il Consolato a Cuba e l'assicurazione con cui Carlo aveva sottoscritto una polizza, che prevedeva una copertura in caso di ricovero con il rientro immediato in aereo. Non succede nulla. Le ore passano, i giorni passano, la febbre sale e Carlo peggiora. La situazione diventa sempre più critica. Solo il 27 agosto i funzionari dell'ambasciata prendono contatto con l'ospedale per organizzare il trasferimento di Carlo, che morirà poche ore dopo.
Dopo i funerali, la Procura della Repubblica di Monza ordina la riesumazione della salma e, dopo aver aperto la bara, Agostino scopre che gli organi erano stati espiantati, «non solo gli occhi, ma anche quelli che solitamente non possono essere utilizzati per i trapianti, come la trachea. Ciò ha impedito di compiere in Italia un'autopsia in contraddittorio con quella effettuata a Cuba», sottolinea il padre di Carlo Anselmi.
http://www.mbnews.it/attualita/109-attualita/26599-seregno-100-mail-per-cercare-la-verita-sulla-morte-di-carlo-anselmi.html
Il sindaco di Seregno, Giacinto Mariani, da quasi tre anni scrive una lettera a settimana al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, all'Ambasciatore di Cuba in Italia e a quello italiano a Cuba per chiedere spiegazioni sulla morte di Carlo Anselmi che risale all'agosto del 2009. Ecco perchè martedì pomeriggio la famiglia Anselmi è stata invitata in municipio per raccontare ancora una volta la sua storia e mostrare tutti i faldoni con le missive.
«Con il cambio di Governo, speravo che almeno sulla sicurezza degli italiani all'estero i tecnici fossero meglio dei politici. Invece la risposta è sempre la stessa: il silenzio. Carlo è partito per una vacanza a Cuba ed è tornato in una bara. Questa è l'unica cosa che sappiamo», confessa amareggiato Giacinto Mariani. Dal canto suo Agostino Anselmi dice: «Il Consolato e l'assicurazione hanno affermato che Carlo Anselmi non poteva essere trasferito e da qui il loro mancato intervento. Tutto ciò è stato smentito da un passaggio nella risposta alla richiesta di Rogatoria Internazionale della Procura di Monza indirizzata a Cuba in cui si afferma che per 4-5 giorni successivi all'intervento chirurgico Carlo poteva essere trasferito. Peraltro tra la documentazione del Consolato non è stata trovata nessuna telefonata da parte del Consolato all'ospedale prima del 27 agosto, cioè poco prima che Carlo morisse».
Il padre di Carlo Anselmi chiede semplicemente la verità, delle risposte ad alcuni interrogativi e cioè: come mai l'ambasciata non si è attivata subito e soprattutto perchè quando è stata rinvenuta la salma di Carlo si è scoperto che erano stati espiantati gli organi come la trachea che solitamente non è utilizzata per i trapianti.
In breve i fatti della storia riguardo la morte di Carlo Anselmi: Carlo Anselmi, 43 anni, imprenditore, è morto il 28 agosto nell'ospedale di Santa Clara, a duecento chilometri da L'Avana, per choc settico provocato da un batterio, l'acinetobacter, che si trova in sale di terapie intensiva sporche. Ma il papà di Carlo, Agostino Anselmi, non si è mai accontentato della motivazione ufficiale, che presenta diversi punti oscuri. A cominciare dalla sera del 18 agosto, quando Carlo, in un residence di Cayo Barcelo, sulla costa est dell'isola, si sente male dopo aver bevuto una lattina di «Cuba Cola». «Il medico dell'hotel non si rende conto che Carlo aveva lo stomaco perforato, racconta Agostino Anselmi. Così gli somministra due calmanti. In questo modo le condizioni di Carlo peggiorano subito». Il medico a questo punto decide di trasportarlo con un furgoncino privo di qualsiasi assistenza all'ospedale più vicino, quello di Santa Clara, a circa tre ore di distanza, dove è operato d'urgenza. Dopo l'intervento Carlo è messo nel reparto di terapia intensiva.
A questo punto il padre, Agostino Anselmi, chiama la Farnesina, l'Unità di Crisi, il Consolato a Cuba e l'assicurazione con cui Carlo aveva sottoscritto una polizza, che prevedeva una copertura in caso di ricovero con il rientro immediato in aereo. Non succede nulla. Le ore passano, i giorni passano, la febbre sale e Carlo peggiora. La situazione diventa sempre più critica. Solo il 27 agosto i funzionari dell'ambasciata prendono contatto con l'ospedale per organizzare il trasferimento di Carlo, che morirà poche ore dopo.
Dopo i funerali, la Procura della Repubblica di Monza ordina la riesumazione della salma e, dopo aver aperto la bara, Agostino scopre che gli organi erano stati espiantati, «non solo gli occhi, ma anche quelli che solitamente non possono essere utilizzati per i trapianti, come la trachea. Ciò ha impedito di compiere in Italia un'autopsia in contraddittorio con quella effettuata a Cuba», sottolinea il padre di Carlo Anselmi.
http://www.mbnews.it/attualita/109-attualita/26599-seregno-100-mail-per-cercare-la-verita-sulla-morte-di-carlo-anselmi.html
arcoiris- Admin
- Messaggi : 15647
Data d'iscrizione : 25.04.12
Età : 48
Carattere : vieja y desbaratada pero fantasiosa y calientica
Re: «CASO ANSELMI», CENTO SETTIMANE SENZA RISPOSTE
Seregno non dimentica Anselmi
«Il paese vuole delle risposte»
Seregno - Lo stato italiano considera chiusa la vicenda che ha portato la morte di Carlo Anselmi. Le istituzioni rimangono in silenzio di fronte alle domande che il sindaco di Seregno continua a inviare con costanza da cento settimane. Carlo Anselmi nell'agosto di tre anni fa è andato a Cuba per una vacanza ed è stato colpito da un malore. Sotto i riflettori è tornato il comportamento dei funzionari del consolato italiano sull'isola. Cacciati di negligenza per non essere intervenuti subito sul trasferimento di Carlo in una struttura più adeguata. Giacinto Mariani, sindaco di Seregno, non riesce a capire questo silenzio: «Oggi ne so ancora meno di allora, tutto il paese vuole avere risposte». Anche il padre, Agostino Anselmi non riesce a darsi pace sul comportamento delle istituzioni, si domanda se può essere un fattore di omertà o che cosa: «Perché non ci danno alcuna risposta»?
http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/302717_seregno_non_dimentica_carlo_anselmi_tutto_il_paese_vuole_delle_risposte/
«Il paese vuole delle risposte»
Seregno - Lo stato italiano considera chiusa la vicenda che ha portato la morte di Carlo Anselmi. Le istituzioni rimangono in silenzio di fronte alle domande che il sindaco di Seregno continua a inviare con costanza da cento settimane. Carlo Anselmi nell'agosto di tre anni fa è andato a Cuba per una vacanza ed è stato colpito da un malore. Sotto i riflettori è tornato il comportamento dei funzionari del consolato italiano sull'isola. Cacciati di negligenza per non essere intervenuti subito sul trasferimento di Carlo in una struttura più adeguata. Giacinto Mariani, sindaco di Seregno, non riesce a capire questo silenzio: «Oggi ne so ancora meno di allora, tutto il paese vuole avere risposte». Anche il padre, Agostino Anselmi non riesce a darsi pace sul comportamento delle istituzioni, si domanda se può essere un fattore di omertà o che cosa: «Perché non ci danno alcuna risposta»?
http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/302717_seregno_non_dimentica_carlo_anselmi_tutto_il_paese_vuole_delle_risposte/
arcoiris- Admin
- Messaggi : 15647
Data d'iscrizione : 25.04.12
Età : 48
Carattere : vieja y desbaratada pero fantasiosa y calientica
Argomenti simili
» Morto a Cuba, è ancora mistero sul caso di Carlo Anselmi
» Senador Leahy: EE UU tiene que dar para recibir en el caso Gross
» El caso de Alan Gross
» Bergamasco morto a Cuba: la procura riapre il caso
» Los hijos que la revolución no quiso(el caso de Angel Santiesteban,liberato da pochi giorni )
» Senador Leahy: EE UU tiene que dar para recibir en el caso Gross
» El caso de Alan Gross
» Bergamasco morto a Cuba: la procura riapre il caso
» Los hijos que la revolución no quiso(el caso de Angel Santiesteban,liberato da pochi giorni )
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Mer 18 Apr 2018 - 0:14 Da mosquito
» Camila CABELLO : "MADE EN MIAMI " documental sobre la EXITOSA CANTANTE CUBANA
Mer 28 Feb 2018 - 2:52 Da mosquito
» Giu' nuestro mariconcito.. .volvio'
Mer 28 Feb 2018 - 2:17 Da mosquito
» Se suicida FIDELITO -( Fidel Castro Diaz Balart)
Sab 3 Feb 2018 - 1:04 Da mosquito
» FELIZ NAVIDAD Y ANO NUEVO !
Dom 31 Dic 2017 - 18:37 Da giumiro
» Gravi incidenti con gravi ustionati per i fuochi artificiali alle Parrandas de Remedios
Sab 30 Dic 2017 - 16:06 Da giumiro
» Squalo killer morde mortalmente un giovane holguinero che faceva il bagno di notte presso playa Guardalavaca
Mar 7 Nov 2017 - 3:27 Da mosquito
» Ataques acusticos
Lun 23 Ott 2017 - 1:01 Da mosquito
» Ladas Vesta en Kuba
Ven 13 Ott 2017 - 22:04 Da mosquito